Mandala da utopia - Marcela Weigert R. /2021

Quando il mandala dell’utopia prenderà colore

Questo disegno realizzato dall’illustratrice (graphic designer) Marcela Weigert R. si riferisce al mondo ideale, senza disuguaglianze sociali. Il pianeta Terra nella sua continua rotazione, con al centro un libro – l’istruzione – e le minoranze sociali inserite nel grande albero della conoscenza.

Si noti che questo albero ha tre generazioni alla base, sul tronco. È atavico e cresce e si espande al centro dell’intero universo dell’arte, con la musica, il mare, la notte, il giorno, la luna e le stelle, i fiori, in un vortice senza sosta.

È uno sguardo semplice e dolce al mondo circondato da differenze individuali, ma in conessione al cosmo armonico. Il movimento continuo universale e al suo interno bellezza, amore ed equilibrio.

Ma, in effetti, manca di colore, che tra l’altro è stato mostrato solo a tratti. La vibrazione del colore dipende da tutti noi per indossarla e dipende anche da cosa faremo d’ora in poi, dopo la pandemia. Abbiamo imparato la lezione? Renditi conto che il nostro nemico invisibile ( il coronavirus) sta distruggendo l’umanità, non il pianeta.

La vera disabilità imprigiona gli esseri umani dentro e non fuori, perché anche chi non può camminare può essere libero di volare

Thaís Moraes

Sotto il sole al tramonto
inghiottendo l’ombre:
i contadini ritornano ‘,

Saulo Mendonça.

Ogni professione è degna. Quel netturbino che raccoglie la nostra sporcizia è così importante per una società e anche merità il nostro rispetto.

Un modo brasiliano che mi incanta

Degli innumerevoli video che ho cercato per completare le informazioni di questi scritti, questo prossimo video è più pratico e semplice, veloce per spiegare il grande significato di Mandala.

Ascoltalo con attenzione lancia un sguardo al che ti circonda e renditi conto che il cerchio è in ogni cosa.

Donna, donna sublime, la sua unicità è ciò che ci rende plurali

Julio Machado

“Chi non legge, a 70 anni avrà vissuto una sola vita: la propria! Chi legge avrà vissuto 5000 anni: c’era quando Caino uccise Abele, quando Renzo sposò Lucia, quando Leopardi ammirava l’infinito… ..perchè la lettura è un immortalità all’indietro ”

Umberto Eco.

Razzismo, pregiudizio e discriminazione in generale;
È una stupidità collettiva inspiegabile.
Dopo tutto, che giustificazione mi date per un popolo bisognoso di unità?

 Gabriel O Pensador

Mandala da utopia - Marcela Weigert R. /2021

Quando ganhará cor a mandala da utopia

Este desenho feito pela ilustradora (designer gráfica) Marcela Weigert R. refere-se ao mundo ideal, sem desigualdades sociais.  O planeta Terra em seu giro contínuo, tendo ao centro um livro – a educação – e as minorias sociais inseridas na grande árvore do saber. 

Observem que esta árvore têm na base, no tronco, três gerações. É atávica e cresce e se expande em meio a todo o universo da arte, com música, o mar, a noite, o dia, a lua e as estrelas, as flores, em um rodopiar sem parar.

É um olhar singelo e doce para o mundo que está rodeado de diferenças individuais, porém ligadas entre si pelo cosmo harmônico. O movimento contínuo universal e dentro dele a beleza, o amor e o equilíbrio.

Mas, efetivamente, falta cor nele, que a propósito foi mostrado somente em traços. A vibração da cor depende de todos nós para colocar e depende também do que faremos daqui para frente, pós pandemia. Será que aprendemos a lição? Percebam que o nosso inimigo invisível está destruindo a humanidade, não planeta.

A verdadeira deficiência é aquela que prende o ser humano por dentro e não por fora, pois até os incapacitados de andar podem ser livres para voar.

Thaís Moraes

‘Sob o sol poente
engolindo as suas sombras:
camponeses retornam’,  Trecho de Haicai de Saulo Mendonça.

Toda profissão é digna. Aquele lixeiro que recolhe nossas sujeiras é tão importante para uma sociedade que merece todo o nosso respeito. Um jeito brasileiro que me encanta.

Dos inúmeros vídeos que procurei para completar a informação destes escritos, este vídeo ao lado é mais prático e simples, rápido para explicar o grande significado da Mandala. 

Basta escuta-lo e prestar bem atenção à sua volta e perceber que o círculo está em tudo.

Mulher, sublime mulher, A sua singularidade, é que nos faz ser plural. Julio Machado

“Quem não lê, aos 70 anos terá vivido uma só vida: a própria! Quem lê terá vivido 5000 anos: existiu quando Caim matou Abel, quando Renzo casou com Lucia, quando Leopardi admirava o infinito….. porque a leitura é uma imortalidade de trás para frente”. Umberto Eco.

Racismo, preconceito e discriminação em geral;
É uma burrice coletiva sem explicação.
Afinal, que justificativa você me dá para um povo que precisa de união?  Gabriel O Pensador

The_Scream

L’urlo di Munch e l’attuale appropriazione di Renato Aroeira

È certo che l'artista norvegese Edvard Munch non avrebbe mai immaginato che il suo lavoro, L'urlo, sarebbe così tanto attuale nel concetto che sprime spavento. Soprattutto, evidenziato in un Brasile con paura come il fumettista Renato Aroeira lo rappresenta in una nuova lettura dell'opera.

Il disegno di Aroeira, appropriandosi dell’opera di Munch (1893), è stato realizzato esclusivamente per illustrare il Manifesto ‘La Vita Prima di Tutto’ e mostra la mappa del Brasile al posto della testa, con lo sguardo di totale terrore.

Dagli anni ’90, un numero crescente degli artisti interpretano, riproducono o si appropriano dell’opere, l’idee, l’immagini, l’oggetti, prodotti e rappresentano con una nuova lettura, un nuovo lavoro che si collega con il mondo contemporaneo.

Il manifesto è un movimento dell’indignazione guidato da un gruppo dell’intellettuali, l’artisti, gli scienziati, contro le politiche del governo e la mancanza di vaccini per frenare l’avanzata del Covic 19 nel paese, incui il fumettista ha firmato e collaborato con la sua arte.

Anche Lei può parte di questo evento che circola in sei lingue in tutto il mondo. La sua firma è importante clica qui e condividi che Brasile urla aiuto!

L’ispirazione di Aroeira nell’opera di Munch non potrebbe essere più precisa per definire il sentimento dell’angoscia dei brasiliani  sulla calamità che il Brasile sta vivendo oggi a causa della pandemia e per l’incuria di un governo che non ha adottato misure drastiche ed efficaci per contenere la diffusione del virus.

Illustrazione di Renato Aroeira

Questo documento è firmato da tante brave persone, cittadini che augurano il bene al Brasile, insieme a personalità che non accettano l’incuria del governo federale in relazione alla pandemia. Tra i nomi ci sono artisti, politici, intellecttualli, a esempio di: Dilma Roussef, Chico Buarque, Miguel Nicolelis, Fernanda Montenegro, Boaventura de Sousa Santos, Gilberto Gil, Adolfo Perez Esquivel, padre Júlio Lancelotti, Leonardo Boff, Silvio Tendler, Hildegarde Angel, Casagrande, José de Abreu, Carol Solberg, Gregório Duvivier, Laerte Coutinho, Renato Aroeira, Zélia Duncan, Bete Mendes, Celso Amorim e vários outros ex-Ministros de Estado….

Renato Aroeira è uno dei più importanti fumettisti brasiliani. Fa critiche aspre e vigorose sulla situazione politica nel Paese. Un comportamento irrequieto nell’arte che gli ha già portato diversi problemi, uno dei quali è un processo che lo ha inquadrato nella legge sulla sicurezza nazionale, da cui è stato assolto.

La consapevolezza che sento è che il fumetto gioca un ruolo importante oggi in questo movimento sociale. Fin da piccolo ho imparato, come fumettista, a rispettare chi viene picchiato. Le battute sessiste, omofobe e razziste hanno perso il loro fascino per me. Mi sono reso conto di com’era la vita, che era una persona bianca, eterosessuale, cisgender, della classe più privilegiata”, dice lui.

L’opera originale O Grito, di Edvard Munch, è attualmente alla National Gallery di Oslo ed è stata dipinta nel 1893, sebbene sia una delle quattro versioni realizzate dall’artista in un arco di 17 anni.

“L’episodio che ha portato alla nascita dell’urlo Munch, viene narrato dallo stesso artista all’interno del proprio diario: Edvard stava camminando all’interno di un parco con un paio di amici, ma ad un certo punto, si sentì terribilmente stanco e fu costretto ad appoggiarsi ad una palizzata, mentre i suoi due amici procedevano nella camminata.

Dal punto in cui si era fermato, Munch riusciva a scorgere il fiordo in lontananza, mentre il tramonto che circondava la città si stava trasformando in delle lingue di fuoco e, proprio in quel momento, l’artista dentro di se, sentiva lurlo straziante”. Ricerca nel site:  L’urlo di Munch

L’artista non realizzò questo quadro il giorno stesso, ma ci volle del tempo; fino a che, nel 1893, riuscì a realizzare in modo definitivo la scena che aveva in mente; negli anni successivi, realizzò altre versioni di questa scena:

  • La prima versione del l urlo quadro è solo una bozza della versione definitiva, realizzata con un pastello su cartone
  • La seconda, è quella più popolare e definitiva, conservata ad Oslo
  • La terza, del 1895, è più piccola della più celebre versione di Oslo, ed è un pastello su tavola
  • La quarta versione, poco più grande della precedente, realizzata nel 1910, è una tempera su pannello

“Nella scena rappresentata dall’artista, in primo piano si scorge un uomo che sta lanciando un fortissimo urlo, e nell’atto di voler dare quanta più forza possibile al proprio grido, porta le mani attorno al volto, arrivando quasi a schiacciarsela.

Ponendo attenzione proprio su quest’uomo in primo piano, è possibile notare che è privo di qualsiasi elemento di riconoscimento: la sua pelle ha un colorito giallo/verdognolo, il suo corpo è serpentiforme, la sua testa è allungata, quasi come se non avesse ossa al proprio interno, le labbra sono nere, gli occhi sbarrati e le narici dilatate dal fortissimo urlo; quest’essere è diventato il perfetto simbolo del Munch urlo.

Il protagonista dell’opera non è propriamente l’uomo appena descritto, ma piuttosto, l’urlo che emette: l urlo di Munch spiegazione è da rintracciare nel pessimismo di fine Ottocento, dove l’incertezza dell’essere umano costituiva un punto di spunti e di ricerche, ed a tal proposito, in questi anni cominciarono ad avere maggiore rilevanza gli studi che stava effettuando Freud sull’inconscio umano.

Spostando lo sguardo sulla sinistra del l urlo Munch, è possibile notare due sagome (probabilmente i due amici a cui Edvard faceva riferimento nel proprio racconto), molto lontane dall’essere in primo piano: i due uomini sembrano voler prendere le distanze dall’urlo lanciato e che sta distorcendo l’intera natura; il loro volersi allontanare dal protagonista, probabilmente simboleggia la falsità dei rapporti umani.” analisi de  Dario Mastromattei

Come capire Munch è anche necessario essere trasportati nel proprio tempo. La fine del XIX secolo fu il culmine della creazione di Munch, quando il mondo stava vivendo l’effervescenza della scoperta della radioattività, delle onde radio, dei raggi X.

Munch era affascinato da questi fenomeni e le sue opere avevano presenze doppie e spettrali che rimanevano tra i confini mutevoli tra il materiale e l’immateriale. Apparizioni di fantasmi altrettanto luccicanti si possono trovare in dipinti come The Dead of Bohemia – 1925, in cui gli ultimi giorni del suo amico Jan Jaeger, lo vedono circondato da una figura allucinatoria.

Altre opere usano i raggi di propagazione per suggerire una visione cosmica trascendente. Il Sole è stato concepito per l’Università di Kristiania come parte di una monumentale serie di dipinti, che Munch ha descritto come una rappresentazione dell’umanità nella sua ricerca di luce, rivelazione, luce in tempi di oscurità.

The Sun - Munch / 1910
The_Scream

O grito de Munch e a tão atual apropriação de Aroeira

É certeza que o artista norueguês Edvard Munch jamais imaginaria que sua obra, O grito, criada em 1893, estaria tão atual. Sobretudo, em destaque num Brasil sem rumo e assustado, como representa o cartunista Renato Aroeira numa nova leitura da obra.

A charge de Aroeira apropriando-se de O Grito, de Munch, foi feita exclusivamente para ilustrar o Manifesto Vida Acima de Tudo e mostra o mapa do Brasil no lugar da cabeça, numa atitude de total pavor.  

A partir da década de 90, um número cada vez maior de artistas interpreta, reproduz ou apropria-se de obras, idéias, imagens, objetos, produtos e faz uma nova leitura, uma nova obra que se conecta com o mundo contemporâneo.

O manifesto foi resultado de um movimento de indignação liderado por um grupo de intelectuais, artistas, cientistas, contra as políticas de governo e a falta de vacinas para conter o avanço do Covic 19, do qual o cartunista assinou e colaborou com sua arte. 

Faça parte você também dessa manifestação que circula em seis idiomas pelo mundo. Assine clicando aqui e compartilhe que o Brasil Grita por Socorro!

A inspiração de Aroeira na obra de Munch não poderia ser mais precisa para definir o sentimento de angústia dos brasileiros diante da situação de calamidade que o Brasil vive hoje em função da pandemia e por descaso de um governo, que não tomou medidas drásticas e efetivas para conter a disseminação do vírus.

 

Ilustração de Renato Aroeira

 Assinam esse documento muita gente boa, cidadãos que desejam o bem para o Brasil, junto com personalidades que não aceitam o descaso do governo federal em relação a pandemia. Entre os nomes estão:Dilma Roussef, Chico Buarque, Miguel Nicolelis, Fernanda Montenegro, Boaventura de Sousa Santos, Gilberto Gil, Adolfo Perez Esquivel, padre Júlio Lancelotti, Leonardo Boff, Silvio Tendler, Hildegarde Angel, Casagrande, José de Abreu, Carol Solberg, Gregório Duvivier, Laerte Coutinho, Renato Aroeira, Zélia Duncan, Bete Mendes, Celso Amorim e vários outros ex-Ministros de Estado….

Renato Aroeira é um dos mais importantes chargistas brasileiros. Faz críticas ácidas e contundentes sobre a situação política no país. Um comportamento inquieto na arte que já lhe trouxe diversos problemas, sendo um deles, um processo que o enquadrou na Lei de Segurança Nacional, do qual foi absolvido. 

Num recente encontro promovido pelos Estados Gerais da Cultura, Aroeira define que o papel do chargista é “levantar o tapete onde todo mundo acaba escondendo seus podres”. Leia mais aqui em Humor levado a sério

“A consciência que tenho é que a charge cumpre um papel importante hoje nessa movimentação social. Desde muito cedo fui aprendendo, como chargista, a respeitar quem apanha. Perderam a graça para mim piadas sexistas, homofóbicas e racistas. Fui tendo noção do que era a vida, que era uma pessoa branca, heterossexual, cisgênero, de classe média.” Fonte: Brasil de Fato

A obra original O Grito, de Edvard Munch, encontra-se atualmente na Galeria Nacional de Oslo e foi pintada em 1893, embora seja uma das quatro versões feitas pelo artista num espaço de tempo de 17 anos. 

“O episódio que levou ao nascimento do grito Munch, é narrado pelo próprio artista em seu diário: Edvard caminhava dentro de um parque com um casal de amigos, mas a certa altura se sentiu terrivelmente cansado e foi forçado a se inclinar contra uma cerca, enquanto seus dois amigos prosseguiam na caminhada.

Do ponto em que havia parado, Munch podia ver o fiorde ao longe, enquanto o pôr do sol que cercava a cidade se transformava em línguas de fogo e, naquele exato momento, o artista lá dentro sentiu o grito lacinante”, Fonte: L’urlo di Munch

 

O artista não criou esta pintura no mesmo dia, mas demorou um pouco; até que, em 1893, conseguiu criar definitivamente a cena que tinha em mente; nos anos seguintes, ele fez outras versões dessa cena.

A primeira versão do grito da imagem é apenas um rascunho da versão final, feita com pastel sobre papelão.A segunda é a mais popular e definitiva e a que está conservada em Oslo. A terceira, de 1895, é menor que a versão mais famosa de Oslo e é um pastel sobre madeira.

A quarta versão, um pouco maior que a anterior, feita em 1910, é uma têmpera em painel.

“Na cena representada pelo artista, em primeiro plano vê-se um homem que solta um grito muito forte, e no ato de querer dar o máximo de força ao seu choro, coloca as mãos no rosto, quase o esmagando.

Prestando atenção justamente a esse homem em primeiro plano, é possível perceber que ele é destituído de qualquer elemento de reconhecimento: sua pele é de cor amarela / esverdeada, seu corpo é de serpente, sua cabeça é alongada, quase como se ele não tivesse ossos por dentro, os lábios são pretos, os olhos bem abertos e as narinas dilatadas pelo grito alto; este ser se tornou o símbolo perfeito do grito de Munch.

O protagonista da obra não é exatamente o homem que acabamos de descrever, mas sim o grito que ele emite: o grito da explicação de Munch remonta ao pessimismo do final do século XIX, onde a incerteza do ser humano era um ponto de partida e as pesquisas e, a esse respeito, nesses anos os estudos que Freud vinha realizando sobre o inconsciente humano passaram a ter maior relevância.

Olhando para a esquerda do grito Munch, é possível perceber duas silhuetas (provavelmente os dois amigos a que Edvard se referiu em sua história), muito longe de estarem em primeiro plano: os dois homens parecem querer se distanciar do grito lançado e que está distorcendo toda a natureza; seu desejo de se afastar do protagonista provavelmente simboliza a falsidade das relações humanas.” analise de  Dario Mastromattei

Para interpretar Munch é necessário também transportar-se ao seu tempo. O final do século 19  foi o auge da criação de Munch, quando o mundo vivia a efervescência da descoberta da radioatividade, ondas de rádio,  do Raio X.

Munch era fascinado por esses fenômenos e suas obras tinham duplas presenças, fantasmagóricas, que se mantinham entre as fronteiras mutáveis entre o material e o imaterial. Aparições de fantasmas igualmente cintilantes podem ser encontradas em pinturas como Os mortos da Boêmia – 1925, na qual os últimos dias de seu amigo Jan Jaeger, o vêem rodeado por uma figura alucinatória.

Outros trabalhos usam raios de propagação para sugerir uma visão cósmica transcendente. O Sol foi concebido para a Universidade de Kristiania como parte de uma série monumental de pinturas, que Munch descreveu como uma representação da humanidade em sua busca pela luz, revelação,  luz em tempos de escuridão

 

The Sun - Munch / 1910