Imagem via internet.“Il Peccato Originale e Cacciata dal Paradiso Terrestre” — BUONARROTI, Michelangelo (circa 1510) Domínio Público

Eva na contemporaneidade acusaria Adão de espalhar ‘fake news’

Na era da pós-verdade, um jeito elegante de definir a mentira descarada, colocamos para reflexão como Eva enfrentaria os relatos sobre ela.

A provocação sobre o que pensaria Eva foi inspirada na frase de Eduardo Galeano que circula pela Web: se Eva pudesse rescrever o Gêneses acusaria Adão de contar mentiras à imprensa.

No entanto,  a viagem no tempo  é feita exatamente neste Dia Internacional da Mulher para acompanhar como foi construída a  imagem do feminino ao longo da história, à parte os ensinamentos religiosos. Hoje, Eva seria militante pelos direitos da mulher e certamente acusaria Adão de espalhar notícias falsas sobre ela – ‘fake news’.

É interessante percorrer a História da Arte e verificar como os artistas interpretavam Eva em suas telas. Observar as expressões na fisionomia e no corpo e situar a obra no momento em que foi criada.  A primeira trata-se da Expulsão do Paraíso (Capela Sistina), do pintor renascentista italiano, Michelangelo (1475-1564). Em plena Idade Média, idade das trevas, dos castigos e temor a Deus. Eva de Michelangelo aparece envergonhada….

O também italiano Tiziano, da mesma  época, retrata Eva curiosa, buscando a maçã e Adão tentando dete-la com a mão no ombro. Será? Talvez seja pura viagem criativa…

Adão e Eva - Tiziano (1490- 1573). Foto internet

A tela abaixo é de Paul Gauguim, do início do século XX – 1902. Eva nesta representação está enfrentando sua própria solidão, considerando que Adão, por sua vez, virado de costas demonstra que não é nada companheiro dela. Mais interessante ainda é o personagem feminino colocado no alto. Será Deus feminino, para ele?

Esta litogravura de Salvador Dalí, o gênio da surrealismo na arte, é uma interpretação de Eva um pouco mais leve, apesar da nuvem negra que paira sobre ela.  O diálogo fálico da serpente com os dois e a borboleta em tamanho maior para o homem, talvez propõem a força da sexualidade masculina em relação a feminina. Muito instigante este símbolo cobrindo as genitálias.

Adão e Eva, de Ismael Nery, o único considerado surrealista no Brasil, revela nossa brasilidade.  Também é do início do século XX. A negritude do casal e a descontração de Eva. Sinceramente, Nery em sua criação, representou um Adão, aparvalhado, como podemos dizer anestesiado. Eva com uma certa vergonha ao cobrir-se timidamente., embora firme carregando o seu homem.

Ahhh… Aqui apreciamos o colombiano, Fernando Botero, com seus personagens gordos. Fantástico em suas interpretações, Botero revela que algumas vezes na sua pintura os temas são deformados e parece dar a impressão que faz uma sátira. “Isso não é verdade. As deformações em minha obras, tem fundamento numa inquietude estética por razões estilísticas”. 

 Cá pra nós, as obras de Botero são consideradas críticas sociais, políticas e de costumes. Observem atentamente esta obra e constatem que tanto Adão como Eva estão com o olhar no mesmo nível, cada qual com sua maçã e a serpente tentando alcança-las e um detalhe: Eva está com a maçã mordida. Ousada mulher! 

Botero fez esta obra em 2005, em pleno século XXI, com toda a transformação e o grau de igualdade da mulher em relação ao homem. A maçã foi uma escolha dos dois e a cumplicidade no olhar revela que estão muito juntos nesta história. Legal não acham?

Adão e Eva (2005) - Fernando Botero

Para encerrar este percurso buscando a imagem de Eva na História da Arte, colocamos intencionalmente a escultura do casal etrusco, em terracota, que hoje encontra-se no Museu de Vila Júlia de Roma. Não refere-se ao tema Adão e Eva, embora tenha o sentido de significar o papel da mulher na arte e na história.. A mulher etrusca ,segundo relatos dos filósofos e historiadores da antiguidade, Teopombo de Chio e Aristóteles,  era culta, independente e livre.

 O misterioso povo etrusco viveu ao sul do rio Amo e ao norte doTibre, mais ou menos nas áreas equivalentes a Toscana, Lácio, Campana e Umbria, na Itália,  em torno do século VI a. C.  Isso mesmo, antes de Cristo, na mais remota antiguidade, as mulheres tinham voz nos votos, ao lado dos companheiros nas festas, escolhiam seus parceiros para ter filhos. Uma civilização que foi praticamente apagada da história e as mulheres, por sua vez, interpretadas pelos arqueólogos como libertinas e promíscuas pelas figuras encontradas nas tumbas.

Mas é assunto para o próximo artigo!

Leonardo Boff durante o encontro online

Pensate nelle parole di Leonardo Boff

Ammiro Leonardo Boff da molte anni. Le sue parole sono sagge e un balsamo di speranza a chi le ascoltta, sebbene anche sono energiche perché esalta l'importanza della solidarietà e l'armonia dell'uomo con la natura.

Boff, il teologo, filosofo e scrittore è soprattutto uno dei pensatori viventi brasiliani più rispettati e riconosciuti a livello internazionale, che ha nella sua storia fatti importanti sulla lotta politica, sociale e ambientale degli ultimi 50 anni in Brasile. Un intellettuale che è una cultura viva e sue parole lasciano l’ascoltatore in uno “stato di grazia” per mostrare anche che è possibile trovare una luce alla fine del tunnel.

Indipendentemente dalla religione cattolica che segue e professa, anche dopo aver lasciato il sacerdozio dell’Ordine Francescano nel 1992, il linguaggio di Boff è universale ed ecumenico quando parla attraverso la poetica della spiritualità che arriva al cuore delle persone.

Forse perché sempre è stato a favore dei poveri e delle minoranze e ha usato le sue conoscenze per difendere le ingiustizie sociali con coraggio e indignazione.

Tale è la forza delle sue idee relative alla Teologia della Liberazione presentate nel Libro: Chiesa: carisma e potere, che nel 1984 fu sottoposto a un processo dalla Sacra Congregazione per la Difesa della Fede, ex Sant’Uffizio, in Vaticano.

Questo processo gli valse la condanna nel 1985 con la sentenza a rimanere in “silentium obsequiosum” per un anno, quando fu destituito da tutti i suoi doveri editoriali e di insegnamento in campo religioso. Fonte: Leonardo Boff. wikipedia

Questa volta ho ascoltato Leonardo Boff all’incontro online degli Stati Generali della Cultura e ancora una volta mi sono reso conto che è un grande maestro e che bisogna assimilare lentamente sue parole, a piccoli sorsi, perdonami la metafora, per registrare ciò che lui trasmette con tanta saggezza.

In qualità d’essere una insistente e ostinata difensore delle arti e della cultura come strumenti per la trasformazione sociale, lo applaudo con entusiasmo il ragionamento di Boff sull’uomo come essere culturale.

Ecco perché i governi autoritari fanno come prima misura per indebolire il potere che emana dal popolo, annullano e distruggono le radici culturali e le manifestazioni artistiche.

Carybé - by Mari Weigert

“La cultura è vita! Non esiste un essere umano naturale. Ogni essere umano è un essere culturale. (…) Dobbiamo continuamente creare, lavorare con la natura e con noi stessi da sopravvivere e garantire la vita (…) La cultura ha la stessa estensione della vita umana. Non è una cosa congelata. La cultura viene sempre fatta e rifatta come la vita. (…).

Affinché il lettore possa capire meglio cosa intendeva Boff, proviamo un riassunto. Lui spiega che la natura umana ha bisogno di svilupparsi in un ambiente, in cui stabilisce modelli legati ad usi, costumi e abilità che si caratterizzano come cultura. Un popolo ha sua cultura – cibo, musica, letteratura, balli, architettura, arte – che viene costantemente rinnovata e ricreata. Boff vede la cultura brasiliana in un modo molto didascalico che vale la pena riprodurre perché separa alcune caratteristiche culturali che nel corso della storia hanno rivelato il profilo del nostro popolo: cultura del dominio e dell’imitazione; cultura della resistenza (i quilombola sono un esempio contro la colonizzazione degli schiavi); cultura della liberazione (che inserisce movimenti sociali); cultura della rifondazione del Brasile (prolungare la dipendenza, considerando che il paese è ancora una multinazionale e cita alcuni nomi importanti, ha sviluppato nuove ideologie con libri fondamentali per “pensare il Brasile da noi stessi), cultura genuina nella sua ampiezza come si manifesta se stessa nelle sue ampie dimensioni (ogni regione brasiliana crea la propria identità).

Consiglio al lettore da guardare il video su questo link Stati Generali della Cultura e di approfittare di questa lezione sull’identità culturale brasiliana, nonché a chiunque sia interessato a visitare il sito web di Leonardo Boff, ricco dell’articoli che ci fanno riflettere su temi dell’attualità.

IMG_1648

Frammenti sulla storia della schiavitù in Brasile

Molto è successo dopo la libertà degli schiavi in Brasile. Un lato perverso della storia brasiliana senza niente scritti nei libri ufficiale. Cosa è successo agli ex-schiavi nell'adattamento alla nuova vita con libertà. Organizzando la biblioteca ho trovato una preziosa pubblicazione in lingua portoghese.

Il libro, “Brotas: a Quilombo in Itatiba”, racconta la storia di due donne nere, ex schiave, alla ricerca di uno spazio nella società dei bianchi. Madre e figlia che sono state separate e vendute a diverse fattorie.

I toni turchese e marrone che compongono l’impaginazione del libro danno al lettore il senso della terra, il colore turchese fa un contrappunto e ammorbidiscono le pagine che raccontano l’altro lato della storia sul destino degli ex schiavi, dopo il La legge che ha finita la schiavitù in Brasile, 1888. La narrazione è ricca di testimonianze e ricordi di un tempo passato, di sconfitte e vittorie.

La pubblicazione lanciata nel dicembre 2010, presso l’Istituto Paulo Freire, a San Paolo, presenta la memoria afro che i libri scolastici sulla storia del Brasile non erano interessati a registrare.

La proposta nasce dalla volontà di Rosemeire Barbosa, ideatrice del progetto, che ha sempre desiderato che i bambini e gli adolescenti del ‘Quilombo’ ( parola brasiliana che nomina un rifugio da schiavi) potessero condividere le loro storie e quelle dei loro antenati nelle scuole di Itatiba, a San Paolo.Il lavoro di professionisti come l’educatrice Mariana Galvão, nell’organizzazione dei contenuti, la designer Marcela Weigert, nelle illustrazioni e nel layout, il fotografo Alex Macedo, nel trattamento delle immagini, adolescenti e residenti del Quilombo Brotas, e il gruppo che ha prodotto testi, hanno fatto la differenza in questo progetto che è stato realizzato con le risorse del Programma di Azione Culturale dello Stato di San Paolo (Proac)

Una cassa di soldi
L’icona del libro è una grande cassa di legno, in cui la coppia – Emília Gomes e Isaac Modesto de Lima – schiavi di una fattoria di Itatiba che sono stati rilasciati dopo la morte del proprietario, che era usato come una Banca e da anni era messo il soldi come risparmio.

I due hanno acquistato 12 ettari di terreno più di 120 anni fa, in un luogo che oggi è la periferia di Itatiba, nell’interno di San Paolo, e che, secondo la ricerca storica, era la sede di un Quilombo, motivo per cui, si può dire che la comunità di Brotas abbiano resistito per più di due secoli durante i quali hanno trovato rifugio diverse famiglie nere.

Attualmente nella comunità vivono 150 persone, ovvero 32 famiglie. Secondo gli abitanti del Quilombo Brotas, i loro antenati avevano una tradizione di ricevere nella loro terra tutte le persone con problemi finanziari e senza un posto dove vivere. D. Maria – la nipote di Amélia, figlia di Emília – racconta che sua nonna aveva casette vuote, ma sempre ben tenute, che prestava a chiunque avesse bisogno di sistemarsi da tempo.

“Le persone rimangono qui abbastanza a trovare un lavoro e organizzare una vita megliore”.

Illutrazione Marcela Weigert

La saga di Emília Gomes inizia quando lei e sua madre Maria Emília erano schiave di una fattoria a Rio de Janeiro e sono stati vendute in un mercato di schiavi a Santos. Tuttavia, un contadino ha preso sua madre e non ha voluto prendere la figlia che dopo è stata venduta a un contadino a Itatiba.

Emilia incontrò suo marito Isaac de Lima alla fattoria di São Benedito, dove lavoravano come schiavi, intorno al 1850. Ebbero diversi figli, tra cui Amélia de Lima, che non era più schiava alla nascita dalla vantaggio della legge del ‘Ventre Livre’ ( tutta le bambini anconra nel grembo materno era considerata libera)

 

illustrazione Marcela Weigert

Ana Tereza, un’altra nipote di Amélia, ricorda il quanto è stato difficile per i suoi antenati acquistare queste terre. Secondo lei, Amélia ha detto di aver lavorato con suo padre nei campi dall’alba al tramonto. Avevano un solo cambio di vestiti e quando pioveva nei campi si bagnavano e non avevano altri vestiti asciutti da indossare.

Suo padre, Isacco, diceva confortandola: “Sia paziente figlia mia. Spetta a noi pagare il posto in cui vivere. Appartenere a tutti. Perché tutti che hanno il mio sangue abbia un posto dove vivere ”.

La lotta della coppia Amélia e Isaac è una delle tante storie di sofferenza dei neri ridotti in schiavitù in Brasile. Tuttavia, nonostante le violenze subite dagli africani, hanno lasciato segni indistruttibili nella cultura brasiliana: nella musica, nella fede, nel diffondere il sentimento di speranza e solidarietà al fratello.

Il libro ‘Brotas: um Quilombo in Itatiba’ affronta anche questioni come la definizione di cosa sia il Quilombo, sul contributo culturale e religioso afro-brasiliano, cibo, quilombolas, pregiudizi, legislazione in materia, consigli pedagogici e molti altri dettagli.

Il libro è un documento prezioso che dimostra l’eterno debito che il Brasile sempre avrà con i discendenti degli africani che vivono in questo paese.

Leonardo Boff durante o encontro online

Escute Leonardo Boff para expansão da mente

Sou 'fã de carteirinha' de Leonardo Boff há muitos anos. Suas palavras são bálsamo e conjugam o verbo esperançar de Paulo Freire, embora enérgicas como de um professor que exalta a importância da solidariedade e da sintonia do homem com a natureza.

Boff o teólogo, filósofo e escritor, é acima de tudo um dos pensadores vivos brasileiros mais respeitados e reconhecido internacionalmente, que tem em sua trajetória de vida fatos importantes sobre a luta política, social e ambiental dos últimos 50 anos no Brasil. Um intelectual que é cultura viva e suas palavras deixam o ouvinte em 'estado de graça' por mostrarem também que é possível achar uma luz no fim do túnel.

Independente da religião católica que segue e professa, mesmo depois de ter deixado o sacerdócio da Ordem Franciscana em 1992, a linguagem de Boff é universal e ecumênica quando fala pela poética da espiritualidade atingindo o coração das pessoas. 

Talvez porque esteve ao lado dos pobres e das minorias e usou sempre seu conhecimento para defender com coragem e indignação as injustiças sociais. 

Tal é a força de suas ideias ligadas a Teologia da Libertação apresentadas no Livro:Igreja: Carisma e Poder, que em 1984 foi submetido a um processo pela Sagrada Congregação para a Defesa das Fé, ex Santo Ofício, no Vaticano.

Esse processo lhe rendeu uma condenação em 1985 com a sentença de manter-se em “silencio obsequioso” por um ano, quando foi deposto de todas as suas funções editoriais e de magistério no campo religioso. Fonte: Leonardo Boff

Desta vez, ouvi Leonardo Boff no encontro online dos Estados Gerais da Cultura e mais uma vez constatei que é um grande mestre e que precisamos assimilar lentamente, em pequenos goles, me perdoem a metáfora, para gravarmos para sempre em nossa mente o que ele transmite com sabedoria.

Como uma insistente e teimosa defensora das artes e da cultura como ferramentas de transformação social, aplaudi entusiasmada o raciocínio de Boff sobre o homem como ser cultural.

 É por isso que os governos autoritários, como primeira medida para enfraquecer o poder que emana do povo, anulam e destroem as raizes culturais e as manifestações artísticas.

 

foto do encontro, via Estados Gerais da Cutlura
Carybé - foto via acervo Mari Weigert

“Cultura é vida! Não existe o ser humano natural. Todo ser humano é um ser cultural. (…) Nós temos que criar continuamente, trabalhar com a natureza e conosco mesmo, para poder sobreviver, para garantir a vida (…) A cultura tem a mesma extensão que tem a vida humana. Não é uma coisa congelada. A cultura está sempre sendo feita e refeita assim como é a vida. (…).

Para o leitor entender melhor o que  Boff quis dizer vamos tentar resumir. Ele explica que a natureza humana necessita desenvolver-se num ambiente, no qual estabelece modelos relativos a hábitos, costumes e habilidades que se caracterizam como cultura. Um povo tem sua própria cultura – alimentos, música, literatura, danças, arquitetura, arte – que se renovam e se recriam a todo o momento.  Boff vê a cultura brasileira de uma forma muito didática que vale reproduzir porque ele separa algumas características culturais que ao longo da história revelaram o perfil do nosso povo: cultura da dominação e da imitação; cultura da resistência (quilombolas são exemplo contra colonização escravocrata); cultura da libertação ( que insere os movimentos sociais);  cultura da refundação do Brasil (predomina prolongar a dependência, considerando que o país é ainda uma empresa multinacional e cita alguns nomes importantes desenvolveram novas ideologias com livros fundamentais para “pensar o Brasil a partir de nós mesmos), cultura genuína, na sua amplitude como se manifesta em suas amplas dimensões (cada região brasileira cria a sua própria identidade).

Recomendo ao leitor assistir o vídeo  neste link  Estados Gerais da Cultura e aproveitar essa aula sobre a identidade cultural brasileira, assim como a quem tiver interesse visitar o site de Leonardo Boff que está repleto de artigos que nos fazem refletir sobre assuntos da atualidade.  

 “Vamos deixar que a esperança aflore para inaugurarmos um mundo melhor daquele que deixamos para trás”. Leonardo Boff