Ferreira Goulart. Foto internet

Il Culto al capitale elimina la critica d`arte

Non c`è più critica d`arte oggi, affermano gli intellettuali che lavorano nello spazio dell’arte nell`Occidente. In Brasile, il famoso poeta e critico, Ferreira Gullar, rafforza il dibattito dicendo che la critica d`arte è  sparita nel paese. revista História. com. br.

L`arte è trattata come una mercanzia e fa parte di una guerra che coinvolge la cultura e l`intrattenimentoil mainstream,  il dominatore e i subordinati. Nei dibattiti sul giornalismo culturale, quando il tema è posto all’ordine del giorno, la conclusione è che il critico ha perso la sua funzione di mediare nella valutazione di una mostra o  un’opera d’arte perché sottomesso al mercato del capitale.

Mancanza dell’argomento

La mancanza dell`argomento critico succede paradossalmente in un momento in cui c`è più spazio per interagire e informare con l`Internet. I più importanti giornali brasiliani si limitano a divulgare attività di intrattenimento – calendari di concerti, teatro, mostre –  ogni volta di meno evidenzia il parere del critico, in cui il ruolo è valutare o identificare in uno certo contesto  l`opera e l`artista, ma soprattutto armonizzare la varietà delle opinione e innumerabili sensibilità.  E  lo fa perché è un ricercatore con conoscenza teorica e culturale.

Collezione da Tiffany

Un articolo originalmente pubblicato nel sitohttp://www.collezionedatiffany.com, del giornalista e critico italiano Nicola Maggi, richiama l`attenzione sul tema critica d`arte in Itali,anche se con l’analisi e le dichiarazioni rivelatrici che si adattano alla situazione in Brasile. Ecco l`articolo:

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Giusto un anno fa, in una bella intervista rilasciata a Neuramagazine in occasione dell’inaugurazione di Arte Fiera, il collezionista Giorgio Fasol, ha sottolineato una situazione che è sotto gli occhi di tutti, ma che solo in pochi sembrano avere il coraggio di denunciare in modo esplicito: «Non c’è più critica, oggi.

La scaramucce

Critica sono, al massimo, le scaramucce, le ripicche per cui un critico dice all’altro “la prossima volta te la faccio pagare”». Se il giudizio di Fasol vi sembra eccessivo, scorrete le pagine culturali di uno qualsiasi dei nostri quotidiani o di una rivista di settore a vostra scelta e ne troverete la conferma.

 Se escludete le pagine che Repubblica dedica al pensiero di Jean Clair, leggerete solo degli articoli dedicati a mostre su maestri indiscussi dell’arte moderna e contemporanea (poco più che dei bignami di storia dell’arte) e delle recensioni a mostre di artisti che, in questo momento, stanno riscuotendo un discreto successo a livello di mercato o che hanno alle spalle una galleria influente. Niente di più. E la cosa peggiore è che spesso le recensioni sono il frutto di un malcelato copia e incolla dei comunicati scritti dagli uffici stampa delle gallerie o delle presentazioni del curatore di turno, nuova figura egemone nel Sistema internazionale dell’Arte contemporanea.

Con il risultato che, sulla carta, tutto sembra bellissimo e ogni artista bravissimo. Ma che apporto può dare, tutto ciò, al dibattito sull’arte, alla diffusione e alla conoscenza dell’arte contemporanea? La risposta è semplice: nessuno!

Compito del critico

Come spiega Demetrio Paparoni, infatti, «il compito del critico non è stilare classifiche di merito, dare voti e consigli per gli acquisti ma muoversi in parallelo agli artisti di cui apprezza idee e scelte formali, spiegare le opere quando e dove occorre. Solo in questo modo la critica può offrire un contributo al dibattito sui temi aperti dell’arte, proteggendola nel contempo dai nostalgici e dall’azione corrosiva degli epigoni.

Di bellezza, ai nostri giorni se ne produce tanta, compito del critico è chiarire dove si nasconda, come e dove si manifesti, quali verità nasconde o rende palesi». Non solo, la critica ha anche il compito di far emergere, nella sua analisi dell’opera di un artista, i riferimenti alla storia dell’arte, mettendo in evidenza quelli che sono gli elementi innovativi e quelli che, invece, la legano alla tradizione più o meno recente.

 Oggi, invece, quando va bene ci troviamo davanti a scritti che sono meri esercizi di stile, esempi di scrittura creativa – spesso ardua da comprendere – che hanno il solo effetto di relegare l’arte contemporanea nel mondo degli addetti ai lavori, mettendo in discussione la credibilità del suo messaggio sociale.

Detto in parole povere, con la decadenza della critica – iniziata negli anni Ottanta – è venuto meno quel ruolo di “mediazione culturale” che è invece fondamentale per comprendere (e far comprendere) a pieno gli sviluppi dell’arte del nostro tempo.

Come se non bastasse, con la scomparsa dalle pagine delle riviste e dei quotidiani della critica militante, che si mette in gioco contribuendo all’emergere di nuovi talenti, è venuto meno anche un importante punto di riferimento per i collezionisti interessati a scoprire cosa c’è di nuovo in giro, ma anche per gli artisti, che nelle parole di un critico potevano (e potrebbero) trovare indicazioni importanti per crescere e affermarsi.

giudizio di merito

 Con il crollo delle ideologie, la fine delle avanguardie, la globalizzazione e lo sdoganamento di ogni tipo di linguaggio e di espressione artistica, invece, il dibattito intellettuale si è affievolito, arrivando alla situazione che vi ho descritto in apertura e che, di fatto, coincide con una totale abdicazione della critica ed una conseguente accettazione incondizionata, da parte del mondo dell’arte, di qualunque tipo di opera senza (almeno in apparenza) la necessità di un giudizio di merito: basta che funzioni e, in particolare, che funzioni per il mercato.

E’ qui che si inserisce, spesso sostituendo quella del critico, la figura dal curatore ossia, per dirla con Marco Meneguzzo, «di colui che è informato, che sa organizzare, ma soprattutto che è testimone dell’esistente e del presente, senza voler spingersi oltre».

 Personalmente non ho niente contro la figura del curatore, quello che credo sia opinabile è, piuttosto, il fatto che si possa ritenerla sostitutiva di quella del critico. Semmai, dovrebbe essere considerata come complementare.

Che sia indipendente o legato ad istituzioni museali, infatti, il curatore è molto spesso condizionato – in modo più o meno consapevole – dalle scelte operate da quelli che sono i poteri forti del Sistema dell’Arte e, in particolare, del mercato.

E questo, vista l’importanza che ha assunto a livello internazionale la sua figura, si ripercuote anche su componenti “insospettabili” del Sistema come i musei d’arte contemporanea.

 Provate a dare uno sguardo ai risultati delle aste degli ultimi anni e confrontateli con la scelte fatte da alcune delle principali istituzioni museali del mondo in termini di mostre temporanee e capirete quello che intendo.

Mondo cambiando

Il mondo sta cambiando sempre più rapidamente e, come accade per altri settori, anche quello dell’arte si trova in un momento intermedio tra un prima e un dopo, alla ricerca di un suo nuovo equilibrio.

E l’incertezza che viviamo è certamente legata a questa situazione. Ma se è anacronistico pensare di annullare completamente i mutamenti in corso, credo che sia fondamentale, per quanto forse velleitario, iniziare a lavorare perché questo processo porti, in tempi più o meno rapidi, ad un riequilibrio tra aspetti economici e culturali del Sistema dell’arte. E, in questo, credo che una “riabilitazione” della critica d’arte sia fondamentale.

 Solo ripartendo da un sano dibattito critico, con i suoi contrasti e i suoi scontri, sarà possibile, infatti, far emergere delle “nuove proposte” che siano selezionate con criteri diversi da quelli dettati dal mercato e, quindi, dalle mode del momento.

Solo attraverso un confronto aperto tra visioni diverse, d’altronde, è possibile rivitalizzare un mondo dell’arte – in particolare quello occidentale – che appare sempre più stagnante e omologato dal punto di vista dei linguaggi; in cui artisti della vecchia guardia e talenti emergenti sembrano fare un po’ tutti le stesse cose.

Forse, a livello internazionale, questo potrà essere utopistico, ma se già cominciassimo a farlo in Italia, probabilmente potremmo dare un’utile spinta alla nostra produzione artistica che, da un confronto diretto, non mi sembra abbia niente di meno rispetto a quella di altre Nazioni”.

Maria José Justino, crítica d`arte, professoressa. Foto Mari Weigert
Maria José Justino, crítica d`arte, professoressa. Foto Mari Weigert

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Sguardo Critico

Nicola Maggi presenta la realtà “nuda e cruda”. Un realtà che favorisce il commercio nell’arte e intanto toglie la libertà artistica. I curatori diventano a critici e i critici perdendo l`importante funzione di argomentare, questionare, al beneficio dell`arte.

Il curatore è sempre collegato a quello che lavora o che promuove e a causa di questo legame non si approfondisce negli argomenti critici. La giornalista brasiliana e ricercatrice, Paula Viviane Ramos, afferma essere “cliché” parlare di mancanza di critica d`arte in Brasile, ma se permette alcune brevi riflessioni sul tema, la assente della critica nella media contemporanea.

Curatore e critico

Evidenzia principalmente la differenza tra il ruolo del curatore e critico. “È una nuova funzione dalla logica istituzionale delle arti visive contemporanee e che si differenzia dal critico, che era sostenuto nel discorso e nella mediazione”.

Senza dubbio, è fondamentale la riabilitazione della critica dell`arte, come è proposto dal giornalista italiano. Se in Europa la situazione è urgente, in Brasile diventa una necessità per salvare il paese e preservare sua cultura artistica. La debole partecipazione del Brasile alla due ultime biennali di Venezia è un esempio di stagnazione.

Il padiglione brasiliano è sempre nostalgico con la presentazione delle opere degli artisti già consacrati e po’ sfruttato dai nuovi talenti che esistono nel nostro paese. La biennale di Venezia è solo un esempio di come la cosa funziona quando l`interesse politico e il denaro vengono in primo luogo. E la critica dove è?

Solo l`atteggiamento critico offre  elementi per giudicare e apprezzare un`opera d`arte ed è attraverso dell`arte in cui un popolo è capace osservare il processo di costruzione di una società, in questo caso l`arte come mezzo di cambiamento sociale.

Escludendo  “Ilustrissima, segmento di Cultura del giornale Folha de São Paulo, rivista Bravo e pochi altri, non c`è spazio per l`arte nella stampa brasiliana e come ha detto il critico e organizzatore della Biennale di São Paulo, Agnaldo Farias, l`arte in Brasile è considerata  “il brutto anatroccolo” degli studi umanistici e l`artista è sempre sottovalutato pan-horamarte

Una situazione lamentabile in uno paese che c’è un buon potenziale artistico.
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Louvre vince sempre.Anche nel 2014 il grande museo risulta il più visitato al mondo

 

Entrare nella piramide di vetro che dà accesso al Museo del Louvre di Parigi, la capitale francese, è iniziare un viaggio a ritroso nel tempo attraverso le opere dell` arte.Un giorno è poco per ammirare i tesori artistici riuniti in Francia, molti dei quali usurpati dei popoli che sono stati sconfitti, la maggior parte dalle guerre napoleoniche in tempi antichi.

Pertanto, indipendentemente del modo come le opere dell`arte sono stati conquistati, soprattutto è più che loro sono raccolte in uno spazio espositivo e l’umanità deve ringraziare il governo francese per la salvaguardia di questi tesori inestimabili che sono testimonianze della storia del mondo.

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“Annunciati i lavori che lo renderanno più fruibile al pubblico, il Louvre si riconferma – di nuovo – il museo più visitato al mondo anche nel 2014. Sono infatti oltre 9 milioni e 300mila i visitatori che hanno varcato la piramide di vetro negli ultimi 12 mesi, 100mila in più rispetto al 2013.

I visitatori stranieri hanno rappresentato il 70 per cento delle vendite dei biglietti, e in testa ci sono turisti americani, cinesi, ma anche italiani, inglesi e brasiliani. Altro punto di forza, oltre alla sempre verde Monnalisa, è stata la Vittoria alata di Samotracia, scoperta recentemente dopo un restauro reso possibile grazie al crowdfunding. Più della metà di tutti i visitatori entrati, secondo le fonti del museo, sono sotto i 30 anni. E in attesa dell’opening di Abu Dhabi, chi la spunterà nel 2015?”

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Louvre di Abu Dhabi

L’8 luglio 2006 la città capitale degli Emirati Arabi Uniti, annunciò la firma del contratto stipulato con la Solomon R. Guggenheim Foundation di New York, per la costruzione di 30.000 metri quadri di museo sulla Saadiyat Island, al largo della città di Abu Dhabi.[1] I lavori sono già iniziati, ma la data di completamento è stata rimandata, prima, dal 2011-2013 al 2015, dopo che l’emirato cancellò i contratti con i fornitori dei materiali, e poi al 2017, salvo ulteriori problemi fiscali.[2]

Circondato su tre lati dal Golfo Persico, il sito funge anche come protezione artificiale per la costa nord dell’isola. Il museo è stato progettato per essere la più grande struttura della Fondazione Solomon R. Guggenheim, e per ospitare 12000 metri quadri di spazi espositivi, oltre a zone di ricerca, un laboratorio di restauro, un centro di cultura contemporanea araba, islamica, e medio orientale, e infine, un centro per “arte e tecnologia”.[3]

Il museo esibirà, oltre alle opere di arte contemporanea, i maggiori capolavori provenienti dalle collezioni della Fondazione Guggenheim. Tutti i lavori esposti nel museo rispetteranno la cultura di Abu Dhabi e il patrimonio nazionale e islamico, avendo come obiettivo lo scambio culturale, e non il confronto tra le culture.[4] La collezione, è ancora in fase di raccolta. (testo ritirato della wikipedia

originariamente publicato a Exibart

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Schiavo mai! Lavoro giusto

“Schiavo mai! 10 anni di memoria e documentazione”è un libro che affronta il problema, presenta i risultati e soprattutto dimostra che molte persone lottano per una società più giusta in Brasile.

L’amore e l’ideale di Natalia Suzuki (organizzatora del libro), Marcela Weigert, illustratore e responsabile per la programmazione grafica, una designer “che ama difendere la disuguaglianza sociale con l`appoggio della creatività”, Carolina Motoki responsabile per i testi, Agnaldo Alves per la revizione, sono stati essenziali a pubblicazione diventare più creativa e attraente  al pubblico. Con versione soltanto in portoghese.

Il libro, pubblicato capa_livro_10_anos_ENP dall’ONG Reporter Brasil, che sviluppa il programma Escravo nem pensar! (Schiavo mai! ) è dedicato “a tutti quelli che sono stati sottoposti a grave esperienza del lavoro schiavo contemporanei: eroi “.

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Questo è un riconoscimento dell’ONG (organizzazione non governativa) e del gruppo coinvolto nel programma, sicuramente tanto straordinario nel suo lavoro come l’eroe onorato nel libro. L’èquipe ha collegato due importanti fronti, giornalismo del Reporter Brasile a causare più effetti, e anche le azioni educative per costruire risultati a medio e lungo termine.

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“Queste due aree – istruzione e giornalismo – sono due metà complementari nelle azione e nelle sue motivazioni,” identifica Leonardo Sakamoto, presidente della ONG. “Sarà un lavoro con risultati a lungo termine e si può ritardare un po`, ma è così ed è fondamentale”, aggiunge Luiz Machado, coordinatore dell’OIT (Organizzazione Internazionale del Lavoro ) per il Brasile.

Il programma ha servito più di 10 anni in oltre 130 Comuni, con la partecipazione di circa 250 mille  persone attraverso attività educative.

Lista Nera

Non è obiettivo in quest’articolo enumerare i risultati del programma Schiavo mai!. Senza dubbio, un’iniziativa importante in un Brasile che ancora non ha perso l’abitudine coloniale di schiavizzare l’altro.  Anche per sapere di più è possibile scaricare il libro via Internet in portoghese o nella pagina dell`ONG.

Su Internet si può anche scoprire chi fa parte della lista nera, come aziende commerciali o agricole che sono stati multati per schiavizzare persone umili e senza informazione. Lo staff che svolge il programma ha fatto un bel lavoro per alleggerire un po’ il panorama nero di questo triste capitolo della storia brasiliana contemporanea.

Lavoro di trasformazione

Vale la pena notare, sì, gli sviluppatori dietro a questo lavoro di trasformazione: la  Reporter Brasile, con professionisti competenti, impegnati in un ideale di cambiamento sociale. Anche le persone degne di nota come Oneide Maria Costa Lima, educatore São Geraldo do Araguaia (Pará), che ha trovato nel programma un modo di lavorare e anche un canale di diffusione da superare i marchi dell`inseguimento  a causa della sua lotta per la terra.

José Ferreira de Lima, un lavoratore agricolo nel sud del Pará, che era schiavo contemporaneo e che è stato colpito quando ha tentato fuggire della condizione e con la ribellione ha perso un occhio a causa di un colpo.

Sguardo critico

Iniziative come il programma Escravo nem Pensar!(Schiavo mai) e tanti altri programmi sociali sviluppati da eroi sconosciuti fanno la differenza nel processo di evoluzione sociale. Il sentimento di solidarietà è l’elemento numero uno per qualsiasi ideologia andare avanti, la seconda su questa scala di valori, è la carità. Una parola che dovrebbe essere considerata nel suo significato proprio di aiutare il prossimo, quella di offrire qualcosa di nuovo, non quello che si gioca fuori e sí, qualcosa che possa dare a un amico o a famigli e sopratutto, dare opportunità a chi riceve, di sentirsi gente e vedersi in un altro modo. Caritatem è la parola latina che significa “amore al prossimo”.

I segreti di San Francesco

San Francesco d’Assisi è stato battezzato con il nome di Giovanni di Pietro di Benardoni e soffriva di episodi psicotici, scrive il giornalista italiano Corrado Augias, nel suo libro I Segreti di Italia.

Un altro fatto interessante è che il padre ha deciso chiamarlo Francesco, oltre al suo nome di nascita, per onorare i francesi che erano i suoi migliori clienti. Lui era un mercante di Assisi, una piccola città in Umbria. La parola “francesco” nel dizionario italiano Devoto, deriva dal latino e originariamente significava francese.

Painel de azulejos da igreja de S_o Francisco de Assis em Belo Horizonte. Portinari_1944
Painel de azulejos da igreja de S_o Francisco de Assis em Belo Horizonte. Portinari_1944

A me non è importante il fatto del giornalista scrivere circa delle informazioni secrete del paese che è ammirato dall’arte dalla storia o di dedicare alcune righe per rivelare aspetti oscuri e curiosi delle opere, i monumenti, dei personaggi famosi o santificati, ma anche interessa a me è la connessione con la spiritualità e la fede con la immagine sacra di San Francesco d’Assisi che trascende la realtà storica.

Fervore religioso

Questo testo è niente più e né meno di una conversazione con me stessa sull’evoluzione delle credenze e l’intensità del fervore religioso. In questo caso, l’informazione è elaborata da un ragionamento logico senza raggiungere alcuna conclusione obiettiva. Divertente, non c’è dubbio …

Improvvisamente  San Francesco d’ Assisi è diventato un uomo così comune!

O invece ….

São Francisco - MASP, 1941
São Francisco – MASP, 1941- Portinari

Capendo migliore i dettagli sulla storia del santo, può immaginare come ha sofferto nel tempo in che viveva. In un momento in che la Chiesa Cattolica Romana rifiutava il sentimento di piacere, il godimento, la soddisfazione e sicuramente trovava il pianeta terra come un luogo di espiazione.

Beh, per i sacerdoti cattolici del Medioevo il piacere sensoriale dovrebbe essere abolito come un modo di negare quello che nella civiltà antiche, greco e romano,  era adorata all’esagerazione. Il caos ha cominciato a stabilirsi dai contrasti nel mondo antico. I popoli schiavi e poveri hanno trovato nel cristianesimo una luce alla fine del tunnel come un filo di speranza per sopportare gli eccessi commessi da una minoranza privilegiata che viveva  in nome dell`opulenza e l ricchezza.

Sofferenza

Così l’ordine è stato stabilito che il paradiso si raggiungere senza piacere, con sofferenza. Una massima della chiesa nel Medioevo e forse anche oggi ci sono credenti e religiosi che difendono questa pratica . Soffrire per raggiungere il paradiso. Infatti, l’interpretazione è molto severa. I momenti difficili della nostra vita diventano in grandi apprendimenti. Ma non è necessario si flagellare e aumentare le pene terrene .

San Francisco che ha iniziato una vita precoce di opulenza dopo certamente si è reso conto che la sua condizione era totalmente contraria ai precetti cristiani. Di sicuro, lui probabilmente molto sensibili ha avuto una guerra tra il conscio e l’inconscio del suo essere. Povero…

 Forse la psicosi è stata un’esplosione contraria a uno “status quo ” interpretato dalla comunità tarda dell’antichità, come follia.

Il fatto abdicare tutto era forse la decisione più giusta per lui vivere in pace . “Signore, fa di me uno strumento della tua pace . Dove c’è odio che io porte l’amore ( … )” .

Tra parentesi, non l’ha creato questa preghiera che ha cominciato a essere usata nel ventesimo secolo. L’autore è sconosciuto. Forse il fatto di attribuire a lui e sottoporre alla sua immagine, era dall’esempio che ha dato al mondo .

Purtroppo nei giorni nostri l`hanno dimenticato le lezioni …

Beh… la condizione fisica e mentale di San Francisco è solo un’interessante curiosità e mette in luce alcune implicazioni religiose e sociali. Per quanto riguarda la mia fede non cambia nulla.

Se siete come me che nella sera e nella mattina prenota un tempo per chiedere e ringraziare a Dio, il creatore, tutto quello che ha ricevuto e vuole ricevere, sicuramente questi dati sulla vita di San Francesco non interferirà nel processo evolutivo della vostra spiritualità. La mia religiosità è eclettica e risultato di una libera creazione – una madre cattolica e un padre luterano ed entrambi non praticante. Per questo non sento pudore in fare preghiera e chiudere l`aiuto alla Madonna con  tutte le nome che Lei si presenta.

Madonna

La mia preferita é la Madonna del Perpetuo Soccorso, la Madonna Aparecida, Gaia. Anche sono devota dai santi Francesco, Antonio, Santa Barbara, Santa Teresa e gli angeli custodi, gli Orixás, le vibrazioni dei colori , mantra  e appelli. Questo rafforza l’idea che la vibrazione che emana da una preghiera o dello stato d’animo contemplativo è intenso e ciò che conta e provoca il cambiamento in cui è stabilito .

Significa che non solo voi ma migliaia di menti fervorosi connesse in un sentimenti di umiltà e di amore per gli animali diffuse da San Francisco ,o l’amore protettive della Madonna che democraticamente, in base alla cultura da dove viviamo la chiamiamo come è migliore a noi. Immaginate la forza che trasforma questa energia!!

Newton ha vissuto per provare e dimostrare che la luce bianca è il risultato di diversi colori in vibrazione tale che causano il cambiamento .

In contrasto alla libertà di scelta religiosa,non ho avuto la stessa condizione nel controllo sull’eccesso di sensibilità sensoriale. Le cose che la scienza non accetta e che la psichiatria non è molto benevola, ma lo spiritualismo spiega e oggi soddisfa già alcune situazioni attraverso la Fisica Quantica e la Fisica stessa.

In certi periodi non potevo sentirmi sola dentro della casa mia perché a volta vedeva volti a muoversi avanti e indietro. Dipendendo della situazione, dopo a  un certo tempo, già sapevo il motivo della visita dei fantasmi e anche ho imparato come migliorare la situazione e come lasciare la zona pulita. Tra le innumerevoli storie di ” anima dell’altro mondo” nella mia vita, mi sono ricordata del giorno che mi sono svegliata con un volto di un indiano accanto al mio letto. In secondi lui ha sfumato . Sicuramente voi che sta leggendo questo paragrafo ha pensato: ma che c’è.

È una pazza! Delira!

Dimmi che se questo pensiero è vero o no?

Non ho avuto molta scelta e sono stata costretta a chiedere informazioni sul tema . “Ci sono più misteri tra il cielo e la terra che sconosce la vana filosofia”, ha detto una volta Shakespeare.

Il mio amico Pedro Dias , sensibile e medium, oltre ad essere un professionista competente nella professione che esercita, ingenero ambientale , mi disse un giorno: “Non combatta la religione che i tuoi genitori ti hanno dato in eredità “, ha detto . Circa come: riserva uno spazio nel suo cuore e segue nella sua ricerca.

Tutto ciò è vero nel mondo spirituale stesso senza un’istituzione definita. Importante è la fede. Qualsiasi tipo di preghiera, di meditazione già fa bene e rafforza l’anima.

Questa logica di Pietro è stata importante per eliminare le colpe e dubbie nella mia camminata spirituale, che  non è ancora terminata. Molte domande sono senza risposta perché semplicemente non hanno bisogno di essere spiegata. Basta sentire la forza, l’energia, l’atmosfera. Ascoltate quello che il cosmo può dire e il resto è storia…

In una viaggio che ho fatto  a Alagoas, in Maceio, Brasile, quando sono andata alla foce del fiume San Francesco mi ricordo della immagine di San Francesco. Il fiume passa attraverso cinque regioni del Brasile a benedire la terra con fertilità dell’acqua piena di vita all’interno del suo grande letto.

San Francesco

Questo stesso fiume che è stato ribattezzato da Amerigo Vespuccio nel 1500 con il nome dal sant’italiano, ma che gli indi lo chiamavano di Opara ( fiume e mare ). Ricordo con grande tenerezza che io e mia amica abbiamo comprato le immagini di San Francesco fatte di ceramica e dopo abbiamo compiuto il rito di le dare un bagno nelle acque sacre del Opara o San Francesco in modo che questi immagini sarebbe regalati alle persone che più amiamo nella vita: le nostre figlie .

Se  Americo Vespucio ha ricordato di San Francesco quando ha avvistato il fiume,  dalla grandezza e della meraviglia che la natura ha offerto all’uomo, all’indio era  Opara, fiume e mare allo stesso tempo, un potente alleato . Una questione di prospettiva.

Così la preghiera: “Signore,fa di me uno strumento della tua pace ” mi porta all’immagine di San Francesco d’ Assisi. Una preghiera che non possiamo dimenticare e ripetere ogni giorno in questo mondo che ha bisogno tanto di pace!