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Amelia in tre epoche

Amélia in Brasile, con accento acuto, è un samba famoso del compositore Ataulfo Alves cantata ai quattro angoli del paese. “Amélia è che era una vera donna”. Intanto, la parola senza l’accento grafico, l’Amelia che parliamo, è una città storica tra molte che c’è in Italia. Ma questa fiorisce nel cuore verde della penisola italiana: in Umbria.

 

Amelia vista del monte San Salvador (Dosio – 1564)

Visitarla è come osservare la passaggio del tempo da un telescopio, in cui diverse epoche storiche si mescolano.

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Amelia (Petroschi – circa 1700)

Si deve passare per la Porta Romana, entrata principale alla città, e andare per suoi vicoli medievali in un percorso capace di dare l’impressione di transitare in l’altra dimensione del tempo, quando raggiungerebbe nell’alto della colina.

 attuale Amelia in cui l'antico si mescola con il moderno.

attuale Amelia in cui l’antico si mescola con il moderno.

Si stimolare suoi sensi farà un viaggio al passato, provare  le tre ere che sono passate lì. La pre-romana, romana e medioevale che oggi interagiscono con Amelia moderna, che è rimasta per raccontare  la sua storia ai turisti che vogliano sapere le tracce di antiche civiltà.

La parte storica all’interno del muro, è facile da percorrere a piedi o in macchina fino a raggiungere l’alto della collina, poiché è in cima di un monte roccioso che la città è stata costruita nel corso dei secoli. Pertanto, è più interessante soggiornare nei dintorni, nella moderna Amelia, fuori dalla mura o negli alberghi di agriturismi nei dintorni e godere del verde che fa parte del paesaggio umbro, dell’ospitalità della sua gente e conoscere numerose cittadelle vicine da lì.

Un viaggio in altra dimensione del tempo

Mentre si fa il percorso per la città guardando suoi commerci, le vecchie case di pietra, potrà chiedersi quale civiltà abbia lasciato lì i suoi discendenti. Cosa restano dei misteriosi Etruschi, dei barbari che lo devastarono, dei gloriosi Romani e del potere papale nel medioevo? Quello che è rimasto nell’essenza del popolo italiano installato in questa comunità di poco più di 11 mila abitanti …

Ricercando la storia della regione, le guerre e le conquiste, crediamo che sia rimasto poco del passato nel sangue delle persone pacifiche che vivono lì. Sono semplicemente persone che coinvolgeno con la storia antica e la modernità nello stesso tempo.

L’antica Ameria faceva parte della strada romana

inscrições em latim no mármore do século I d. C
iscrizione  in Latin nel marmo. secolo  I d. C

Il giro a Amelia merita una visita al Museo Archeologico della Città per conoscere, dove sarà possibile sapere della storia e guardare i trovati archeologici.

Il nome Amelia fu il risultato della traslitterazione di Ameria, il suo primo nome, in conseguenza del fatto che la comunità si trovava nella strada romana che collegava a Roma e ad altri centri dell’Impero. La via Amerina.

Durante il VI secolo a.C, Amelia fu devastata dalle invasioni barbariche e fu quasi distrutta dai Goti. Nel Medioevo è stato istituita come libera Comune e, nel 1307 si è sottoposta allo Stato Pontificio, fino all’Unità d’Italia

I tesori archeologici

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Lo scrittore e politico Cato, che ha vissuto nel tardo II secolo aC, attribuì una data di fondazione molto precedente, dal 1134 aC ad Ameria. Tuttavia, le prime testimonianze archeologiche risalgono al secolo 8 e al 9 a.C, anche come società organizzata iniziò ad esistere dal 6 secolo a.C.

In epoca romana fu una fiorente città in Umbria, la sesta regione d’Italia nella divisione amministrativa imposta da Augusto (fine del secolo I a.C). Gli autori antichi fanno poca menzione della storia di Ameria, che si trova lungo Via Amerina, una strada aperta nel 241 a.C per collegare Roma a Todi e Perugia.

La città era famosa in particolare per i suoi prodotti agricoli: questo spiega la presenza nel distretto di innumerevoli ville in campagna, che si svilupparono tra il primo e il quarto secolo d.C. Aveva anche una fiorente industria di mattoni e piastrelle, ricco di venature dell’argilla.

Germanicus

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La statua in bronzo di Nerone Claudio Druso Germano fu scoperta nel 1963, in una demolizione di un muro. Fino ad oggi, incuriosisce gli studiosi sul motivo per cui si trova in Amelia. Dovrebbe essere un campus dedicato agli esercizi militari. Germano era nipote di Tiberio ed era un grande generale romano, ma morì all’inizio di una misteriosa malattia dopo aver partecipato a una guerra in Siria.

L’affettuosità ai cani e gatti

Niente è troppo interessante  quello che è  osservare piccoli dettagli della cultura locale e mettere da parte la serietà della storia.

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Si incontra messaggio al cane e al suo proprietario alla porta di un negozio come questa:

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Il cane dalla necropoli di Amelia

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Una attenzione all’animale che non si fa noto soltanto in tempi moderni. Nella antichità il cane faceva parte della vita quotidiana di questa città.

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“Un scheletro di cane sepolto con un pendaglio  in bronzo appeso al collo (fine IV sec. a.C, recuperato in connessione anatomica a lato di un piccolo sarcofago con resti di un bambino, col capo lievemente rialzato e appoggiato su un masso”.

Credesi che il cane era lì come guardiano alla sepoltura e il sonaglio di bronzo rappresenta senz’altro il legame affettivo tra l’animale ed il suo padrone, accompagnando un bambino nel mondo dei morti.

O testemunho de Frans Krajcberg

O artista Frans Krajcberg morre aos 96 anos. Pintor, gravador, escultor e artista plástico, Krajcberg transformou a violência destrutiva do homem sobre as florestas brasileiras, em poética artística. As suas obras são testemunhos silenciosos, chocantes, da ação do homem sobre preciosos ecossistemas para o planeta.

Ele silenciou, mas o eco de sua indignação estará sempre presente em suas obras. Elas permanecerão no tempo para contar a história.

“Eu não tenho ninguém na vida. A única paixão que eu tenho é pela vida natural”.

Frans Krajcberg era polonês naturalizado brasileiro. Chegou no Brasil no início dos anos 50 traumatizado pelo Holocausto – quando perdeu toda a família. Depois de passar pelo Rio e São Paulo se instalou no Paraná e foi trabalhar nas indústrias Klabin, na fazenda Monte Alegre, em Telêmaco Borba.

Quem o convidou foi outro artista estrangeiro, que também amava o Brasil, Lasar Segall, parente dos proprietários da fábrica. A natureza brasileira chamou a atenção do artista que se instalou na floresta próxima à cidade e ali criou a “arte ecológica” em defesa de nossas florestas.

Suas obras eram criadas a partir do aproveitamento de árvores, arbustos, material encontrado na natureza devastada por uma queimada ou pelo desmatamento.

Bienal de São Paulo

Foram oito edições de Bienais de São Paulo que deram espaço para as obras de Krajcberg. Na 1a. em 1951 foi montador. Na última, 32a. – Incerteza Viva – o artista esteve presente com uma instalação de 400 metros quadrados, na seção Recuperação da Paisagem.

Que seu testemunho sirva de alerta!

 “Eu nasci deste mundo chamado natureza. 

Mas foi no Brasil que ela me provocou um grande impacto.

Eu a compreendi. Aqui eu nasci uma segunda vez.

tomei consciência de ser homem e

participar da vida com minha sensibilidade.

meu trabalho, meu pensamento. Eu me sinto bem assim.

À exceção dos índios, todos nós viemos de fora

e eu preciso de florestas selvagens, ricas, movimentadas,

das cores vibrantes, crescendo livremente.

Os bosques da Europa não me emocionam

e as intolerância européias continuam a me inquietar.

Eu me sinto judeu porque o sou.

principalmente porque me fazem sê-lo, mas não sou religioso.

Eu desprezp o fanatismo dos nacionalismos e das religiões.

Sempre fui internacionalista,

e a natureza me tornou planetário. “

 

                                                          Frans Krajcberg

                                               In: Frans Krajcberg.

                                               Rio de Janeiro, MAM, 1992.p.13

 

 

 

attuale Amelia in cui l'antico si mescola con il moderno.

Amelia em três tempos

Amelia não é o samba famoso de Ataulfo Alves. Amelia a que nos referimos, sem o acento agudo, é uma das mais antigas cidades da Itália, localizada na região de Umbria, no coração verde da península italiana.

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Amelia vista do Monte São Salvador (1564- Dosio)
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Amelia ( Petroschi – cerca de 1700)

Visitá-la é como observar a passagem do tempo através de um telescópio, pelo qual as várias épocas históricas se tramam.

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Porta Romana – entrada principal

Entrar pela Porta Romana, via principal de acesso e andar por suas vielas medievais para chegar no alto da colina já é um percurso capaz de dar a impressão de que se transita em outra dimensão no tempo. Com os sentidos aguçados poderá fazer uma viagem ao passado, tentar vivenciar as três épocas que passaram por ali. O pré-romano, romano e medieval que interagem com Amelia atual que permaneceu para contar sua história aos turistas que gostam de conhecer vestígios sobre  civilizações antigas.

Vista do alto da colina a paisagem verde de Umbria.

A parte histórica, a mais antiga, dentro do muro, é fácil de percorrer a pé ou de carro até chegar ao alto da colina, pois foi no topo de um monte rochoso que a cidade se construiu ao longo dos séculos. Por isso, é mais interessante hospedar-se nas imediações, na Amélia moderna, fora do muro ou em hotéis de agroturismo ao entorno e aproveitar para apreciar a paisagem verde de Umbria, a boa comida e a hospitalidade de seu povo e as inúmeras cidadelas próximas dali.

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Enquanto percorre a cidade, seu comércio, as casas de pedras antigas, poderá se perguntar que civilização deixou seus descendentes ali. O que permaneceu dos misteriosos etruscos, dos bárbaros que a devastaram, dos gloriosos romanos e do controlador poder papal? O que ficou na essência do povo italiano instalado nessa comunidade de um pouco mais de 11 mil habitantes…

Pesquisando a história da região, guerras e conquistas, acreditamos que pouco ficou do passado no sangue do povo pacato que vive ali. Pessoas que convivem pacificamente com a história antiga e a modernidade.

Antiga Ameria fazia parte do caminho romano

inscrições em latim no mármore do século I d. C
inscrições em latim no mármore do século I d. C

Vale uma visita ao Museu Arqueológico da Cidade para conhecer o que foram os três tempos da cidade no passado.

O nome Amelia foi resultado da transliteração de Ameria, seu primeiro nome, em consequência de a comunidade estar localizada no caminho romano que a ligava a Roma e a outros centros do Império: a Via Amerina.

Durante o século VI a.C Amelia foi devastada pelas invasões bárbaras e foi quase destruída pelos godos. Na Idade Média se estabeleceu como uma Comuna livre e, em 1307, submeteu-se ao Estado Papal, do qual fazia parte até a Unificação da Itália.

Achados Arqueológicos

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O escritor e político Catão, que viveu no final do século II a.C, atribuiu uma data de fundação muito anterior,  de 1134 a.C. para Ameria. No entanto, os primeiros depoimentos arqueológicos datam do século VIII e IX  d.C, embora como sociedade organizada começou a existir a partir do século VI a.C.

Na era romana era uma cidade florescente em Umbria, a sexta região da Itália na divisão administrativa imposta por Augusto (final do século I a.C). Os autores antigos fazem pouca menção à história de Ameria, que fica ao longo da Via Amerina, estrada inaugurada em 241 a.C. para conectar Roma a Todi e Perugia.

Com toda a probabilidade, desde o início do século III a.C. a cidade estava ligada a Roma, por um tratado que a confiou ao fornecimento de forças militares e, após a guerra social, como resultado de que todos os povos itálicos tinham cidadania romana (90 a.C), tornou-se um município.

A cidade era famosa em particular por seus produtos agrícolas: isso explica a presença no distrito de inúmeras vilas (fazendas), que se desenvolveram entre o século I e o século IV d.C. Também havia uma indústria de tijolos e azulejos florescente, por ser o local rico em veias de argila.

Germanicus

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A estátua de bronze de Nero Claudius Drusus Germanicus  foi descoberta em 1963, numa demolição de um muro. Até hoje intriga os estudiosos do porquê de ser encontrada em Amélia. Supõe-se que era um campus dedicado a exercícios militares. Germano era sobrinho de Tibério e foi um grande general romano, mas morreu precocemente de uma doença misteriosa depois de participar de uma guerra na Síria.

Cães e gatos com carinho e afeto

Nada mais interessante do que observar pequenos detalhes da cultura local e deixar de lado a seriedade da história.

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E esse recado ao cão e seu dono na porta de uma loja:

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“Gentilíssimo cão…Que é sempre fiel amigo do homem, a tua companhia e sempre impagável, assim como o teu trabalho em operações policiais em socorros, somos muito gratos! Rogamos: pede ao teu dono para não o deixe fazer ‘pipi’ perto dos comércio, restaurantes e habitações. Diga-lhe que com isso ganhará estima e economizará imprecações ao seu endereço. Certos que acolherá nosso apelo, renovamos nosso afeto e estima que nutrimos sempre por você…. Comerciantes e residentes da Via Reppublica”

Na antiguidade os cães também tinham espaço no coração de quem viveu ali. Um esqueleto de um cão foi encontrado na tumba de uma criança romana e sua ossada encontra-se no museu de Amelia. Presume-se que era uma espécie de guardião e assim permaneceu também na morte.

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 Talvez um cão parecido com essa raça.IMG_2807

 

 

 

Leggendo - Ricardo Cejudo Nogales ( Espanha, 1952)

Biblioterapia come trattamento di cura

Fin da quando sono arrivata in Europa ho affrontato una serie di problemi che mai avevo provato prima. Mi ricordo sempre del sentimento di orgoglio e paura ogni volta che ero di fronte a qualcosa di nuovo. La lingua, la cultura, la distanza erano indubbiamente difficili, ma ancora più difficile era affrontare questi sentimenti che turbinavano dentro di me e, sicuramente, non sapevo come erano arrivati o come erano scomparsi.

Avevo 20 anni, ero in un nuovo paese e nessuno mi aveva spiegato quanto siamo inconstante e anche o quanto vulnerabili possiamo essere e, intanto è normale questa sensazione. Non che fosse il dovere degli altri spiegare ciò che mi è stato di fronte, anche perché la maggior parte delle persone non capisce nemmeno cosa sta succedendo con loro.

Ma è vero che quello che ho vissuto, non in forma di esperienza ma di sentimenti, ognuno ha vissuto o vivrà un giorno. E dal momento che viviamo in un mondo che ci impegna ad essere coesivi e coerenti, finiamo per non parlare mai sul questo e diventiamo a pensare che siamo gli unici che ci sentiamo in questo modo.

Un mondo e culture diverse

Il mio soldi era poco. Non aveva nemmeno per andare allo psicologo e doveva affrontare i problemi, uno per uno, senza procrastinare o scappare da loro. Lavoro, denaro, amore, abbigliamenti, conti … la vita all’estero non era differente dalla vita in Brasile. Ci troviamo di fronte alle stesse situazioni ogni giorno, solo in un contesto diverso, in una cultura differente della nostra e con forme complesse di comportamento in un primo momento.

E’stato il momento che mi sono rifugiato nei libri, neanche sapevo lo perché di questo comportamento, ma come sempre leggere è piacevole a me, ho visto nei libri una forma di ozio senza costo nessuno  e molto saldabile. Come il mio inglese era debole, ho concluso che leggendo in un’altra lingua mi ha fornito le conoscenze e gli strumenti per affrontare la vita quotidiana – a quel tempo cercavo solo una maggiore fluidità della lingua, del vocabolario e  capire bene le strutture semantiche della lingua.

Naturalmente questo era solo l’inizio. Quanto più leggevo e meglio ho sviluppato il mio vocabolario, anche ho cominciato a rendermi conto dell’importanza della letteratura in altri contesti: la lettura dei classici mi forniva conoscenza sulla cultura che nessuno poteva spiegare. Riuscivo a fare confronti con i personaggi del romanzo e inserirli nel contesto attuale. Wow, quanto si impara sulle persone leggendo.

Leggendo i classici

È curioso, ma nessuno parla veramente del tempo risparmiato capendo una cultura o certi comportamenti leggendo i classici dallo paese. E’ più che uno strumento semantico, la letteratura mi ha aiutato a comprendere le culture, e con questo mi hanno dato le idee su come interagire con le persone. I racconti di Dickens, Allan Poe, Chekov,  Beckett, Joe Osborne o addirittura Harold Pinter mi hanno fornito conoscenze storiche su un’era e allo stesso tempo conoscenza su come le persone sono da lì.

Oltre ad essere piacevole la storia, ero capace di vivere la vita più intensa di ciascuno dei personaggi. Voleva bene loro e capiva i loro problemi meglio da quando un amico raccontava il suo. È così che ho cominciato a capire i problemi delle persone che mi circondavano. Ognuno che mi ha parlato da qualche problema, preoccupazione o afflizione, ho coscienziosamente cercato nei libri, il modo di fare un parallelo tra la vita del personaggio e la vita di quella persona per dare opzioni su come affrontare una certa situazione.

Biblioterapia

Ho avuto amici che mi hanno chiamato direttamente e ho chiesto se avessi delle risposte nei libri che ho letto. Erano sessioni di biblioterapia in ogni regola.

Ma l’empatia non si trova solo negli altri, ma anche in se stessi. La comprensione e l’empatia con voi non è facile, ma è senza dubbio necessario. Ho capito molto sui miei comportamenti e sentimenti leggendo Milano Kundera, Tolstóis, Clarin e Machado de Assis.

Milan Kundera

Kundera era lo più importante di loro.  Deve essere perché in due anni ho letto tutte le sue opere. Non sono stato in grado oggi di trovare un tale scrittore tratta con tanta sensibilità sulla miseria umana e sul comportamento improprio che abbiamo semplicemente perché non siamo sinceri con noi.

Un giorno, quando stavo parlando con un amico al telefono, lo dice che stavo aiutando a risolvere un problema d’altro amico e cercavo nei libri alcune risposte al dilemma. Lui ha cominciato a ridere e mi ha detto:

– Se vivi molte vite con libri.

Aveva ragione. Era questo la chiave di tutto. I libri mi hanno dato la possibilità da vivere molte vite, da conoscere molte storie e contesti, di essere molte persone diverse, da avere problemi che non ho mai avuto, da sperimentare i sentimenti che non conosco e più che ciò, di comprendere la razza umana in tutta la sua pienitudine e complessità .

Siamo esseri diversi, pensiamo diversamente, agiamo in modo diverso e ci comportiamo in modi diversi. I libri parlano su tutti questi personaggi: dal rapitore al ladro di pollo, dall’amante innamorato di due persone diverse, alla donna devota, al marito infedele, al figlio obbediente, alla controversa, alla zia vendicativa.

Nei romanzi, i personaggi non sono mai lineari. La loro complessità li rende reali e possiamo vedere in loro uno specchio delle persone che abbiamo intorno a noi o noi stessi.

  Circa due anni fa ero a Londra presso la Scuola di Vita facendo un corso di biblioterapia. Questo corso si trattava esatamente su quello che scrivo su come la letteratura è stata in grado di aiutarci a comprendere i nostri problemi, i nostri sentimenti e come dovremmo usarla per un processo di auto-aiuto e conoscenza di sé.

Mondo complesso

Viviamo in un mondo complesso, ogni volta più veloce e che ci ritirano minuti della nostra vita nel modo più basso possibile. Comprendere noi stessi e il nostro ambiente è un compito praticamente impossibile in questo mondo iper-frammentato e postmoderno in cui viviamo.

La lettura è un modo per contrastare questo tempo perso e fare che quelle ore  davanti a un libro diventano una conoscenza intrinseca di come vivere  con sé stesso e con gli altri.

Stiamo cercando il tempo perso…

*Jaqueline D’Hipolito Dartora è giornalista brasiliana laureata in Giornalismo presso l’Università di Santiago di Compostela. Una giornalista per vocazione che ha vissuto in molti paesi (Brasile, Portogallo, Inghilterra, Spagna), in cerca di sfide. Attualmente lavora in marketing di Tyco Integrated Fire & Security (parte del gruppo Johnson Controls) come Campaign & Sales Enablement Manager Continental Europe, anche la scrittura sia la sua vera passione. E anche il mondo del vino. Inoltre, è dedicata alla promozione di forme di vita più sostenibili, come l’uso della bicicletta a Madrid, collaborando con il blog “Muévete en Bici por Madrid”. Collabora con alcuni blog e scrive storie brevi in inglese, portoghese e spagnolo.