Omaggio a Marie

 

Curitiba/Ponta-Grossa, ai giorni nostri. Ventunesimo secolo
Tributo a Marie

È interessante fare attenzione che i talenti, i difetti, i estigma rimangono in una famiglia, molte volte da generazione in generazione, e sono chiamate dagli psicologi come legami transgenerazionali.

Il libro “I miei antenati”,della psicologa junguiana, Ane Schtzenberger Ancelin, che fa uno studio dei miti di famiglia, conclude che c`è, infatti, dimostrato legami transgenerazionali.

Il segni nel cuore

Scientificamente approvato o non, è certo che Marie ha lasciato dei segni nel cuore della famiglia. Un legato eterno. Veramente eterno perchè principalmente i suoi nipoti, come Eno Theodoro (che si è dedicato alla ricerca di dettagli sull’arrivo di immigrati tedeschi in Paranà e ha scritto un libro su di esso), ha raccontato la storia della famiglia, per cui in questo momento, Marie ha trovato spazio per rimanere nel tempo.

La forma che Eno ha incontrato per conquistare il suo pubblico è stato “sui generis”, considerando la sua sensibilità poetica e la sua facilità a scrivere dei racconti. Ogni libro è stato pubblicato con le proprie risorse e inviato ad amici e contatti, anche la spedizione già pagata ancora con il diritto di una dedicatoria.

Quando ha pubblicato il libro sull’immigrazione, Eno ha confessato che gli piaceva così tanto essere ingegnere come essere uno scrittore e poeta. Tuttavia, per mantenere se stesso ha dovuto lasciare Ponta Grossa, dove era nato, e fare un concorso nella Petrobras (Compagnia di Petroleo Brasiliana) per lavorare come ingegnere perché nelle piccole città “nessuno crede che un ingegnere-poeta è capace di costruire una casa”.

Molti dei discendenti di Marie hanno accettato l’eredità e hanno ricevuto il segnale!

La famosa scrittrice brasiliana Lygia Fagundes Telles, che è stata la terza donna a prendere una sedia dell’Accademia Brasiliana di Lettere – 12 maggio 1987, definisce in una frase quello che si sente quando si scrive un libro. “La parola funziona come un ponte, che lo scrittore lancia al suo vicino. La lancio e dico: Vieni.”

Capisco Lygia!

Costruo i ponti con le parole e mi conduco sempre, semplicemente perché ho ricevuto questo “gusto”, questo stimolo, seguendo le orme di Marie. Ho ricevuto da lei un legato eterno!

Così è per te, Marie – mia bisnonna – che dedico questa storia e le parole in essa contenute, rafforzando le strutture del nostro ponte e tramando la tua eredità, e quindi unite, saremo insieme continuamente l’ ampliare il ponte e dire a tutti, venite…

Curitiba, settembre 2008Mari Weigert

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Il viaggio di Marie in Brasile. Parte II

Breslavia. Secoli XIX e XX – 1879 a 1943

Quando ho completato otto anni mio padre ha viaggiato in Brasile. La famiglia viveva a Breslavia accanto ai miei nonni per parte della mamma che erano macellai, Augusto Hanzel e Carolina Koler. Un dato singolare: mia nonna ha fatto attenzione di scrivere tutti i nomi e dati di nascita dei suoi 11 figli, in un libro degli inni della chiesa che la frequentava. Lei è stata vedova e già aveva 11 figli, dopo si è sposata di nuovo e questa volta non ha avuto figli.

Donne forti

Erano donne forti queste che sono vissute nel mio secolo, tra cui questo gruppo fa parte mia madre, Anne Pauline, che era piccola di statura, fragile, ma molto coraggiosa! La nostra vita in Germania non era male. Era semplice e sicuramente molto più comoda rispetto alla grande avventura che abbiamo passato, fino quando ci adattiamo e raggiungiamo la stabilità sufficiente per vivere meglio in Brasile

Infatti, cosa è successo in realtà, è che la mia mamma, troppo irruente, mai si è conformata di vivere lontano dal mio padre. Lei aveva già in mente la voglia di venire al suo incontro sin dall`inizio. Poi mio padre sempre occupato da fare il suo lavoro con i rivetti, si è dimenticato di scrivere e l`ha lasciata senza nessuna notizia durante mesi in che è vissuto solo in Brasile.

Certamente questo ha contribuito ad aumentare la sua ansia di incontrare papà. Nulla fece rinunciare dell’idea, né il fatto di consegnare tutti i suoi risparmi che ha fatto mesi prima a suo fratello che aveva aggredito un soldato prussiano, e che bisognava fuggire dalla Germania. Invece, ha lavorato con ancora più energia, follemente, vendendo “broas”1ad alzare ancora più soldi e sbarazzarsi di tutto e di prendere i loro figli e a bordo di un nave, si giocare nella più pazza avventura della sua vita, che ha fatto mai tornare a vivere nella sua patria e mai incontrare i suoi genitori.

Spavento

Siamo arrivati all` accampamento della ferrovia prima di raggiungere un anno di lavoro di papà nel posto. E ‘stato indescrivibile lo spavento quando ha visto Anne Pauline e la sua prole arrivando per restare con lui.

Tu lo sai già, dalle storie che tu hai sentito da tuo padre, le situazioni inimmaginabili che abbiamo trascorso nel nostro adattamento dalla mia infanzia al matrimonio. In circa sette anni vivendo in Brasile, ho guadagnato più sei fratelli. Mia quinta sorella è nata, nove mesi dopo che noi siamo arrivati all`accampamento, era tardi della notte quando pioveva troppo, cadeva l’acqua dal cielo senza finire mai, pioveva di tale forma che fino dentro della casa e nel letto della mamma, le donne hanno aperto un ombrello su di lei per la proteggere dalle grondaie, perché la nascita fosse tranquilla.

Forse questa esperienza prematura ancora molto bambina con le responsabilità famigliari per aiutare la mamma nelle faccende domestiche, mi ha fatto in grado di affrontare un matrimonio così presto. Edward è stato sempre un uomo di temperamento chiuso, però molto buono. Nelle riunione di famiglia sempre ricordava la mia sculacciata in tono di scherzo e giocava con me e raccontava ai nostri figli. Abbiamo avuto otto.

Prole grande

È stata una prole così grande che una volta, in uno dei viaggi in treno, sono dimenticata di uno, perché non ho fatto il conto come al solito nel ritorno di un giro, dopo uno spuntino, per sapere se tutti i figli erano li. Ho lasciato uno nella stazione. Questa situazione è stata un disturbo totale fino a quando abbiamo incontrato il mio bambino in lacrime.

Edward è sempre stato un uomo intelligente, una mente creativa, ha aiutato la costruzione di più due linee ferroviarie, oltre quella di Curitiba / Paranagua. Dopo questo lavoro andiamo a vivere a Curitiba, Rua Cândido de Abreu, accanto alla macelleria di mia madre. Mio marito ha aperto un negozio di fabbro e produceva anche coltelli industriali, utilizzando un segreto di tempra d’acciaio che stava nella famiglia da secoli.

Sempre ho pensato che Edward era poco riconosciuto nella sua opera sulla rete ferroviaria. Quando era capo dei lavoratori di Ponta Grossa ha progettato una macchina a vapore, la “Hildinha”, che l`ha mostrata in una festa tra amici. Mi ricordo che loro hanno detto: finalmente il valore del nostro amico Edward sarà riconosciuto!

Ma Intanto, così non è successo. Ewald Krüger, il suo capo, mai ha citato nei suoi scriti il nome del creatore e produttore del veicolo. Attribuisce a si proprio l’invenzione.

Nonostante mia poca pratica all’inizio del matrimonio, ho la coscienza chiara di che ho giocato bene dal mio ruolo di madre, moglie e compagna.

Sfide

Come potete vedere, non sono vissuta invano. Le pagine della mia vita sono state piene di fatti, storie, lotte e sfide. Ho aiutato molti dei miei nipoti a nascere, ho avuto tanto impegno a questo compito divino che in tre giorni ho potuto assistere a tre nascite, una nipote e un nipote a Curitiba, e salvare un’altra vita, Eno Theodoro, a Ponta Grossa.

Eno è nato secondo l’ostetrica, morto con il cordone ombelicale avvolto intorno al collo. Uno schiaffo, bene, che ho dato sul suo culo ha fatto risvegliare alla vita e salvarsi da asfissia causata dal cordone. Forse, la mia anima sapeva che il ragazzo aveva già catturato il mio segno. È stato un ingegnere uguale a suo nonno e anche un scrittore e poeta.

Ho salvato la sua vita e lui ha salvato la nostra storia scrivendo un libro. Capisci! Com’è meraviglioso questo!.Ha scritto non uno, molti….certamente una grande allegria per me che sempre mi è piaciuto leggere.

1  broas – pane nero ampiamente utilizzato tra gli immigrati, che utilizza grano, shorot, e segale.

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Un riscatto necessario III

Curitiba, Paraná/ Brasil, ai giorni nostri. Ventunesimo secolo.

Egon era troppo affezionato a raccontare le storie dei nostri antenati – erano gli immigrati che hanno lasciato la Silesia tedesca (ora Repubblica Ceca), la Germania e l’Impero Austro-Ungarico, alcuni sono fuggiti della prima guerra, altri che si sono cimentati a guadagnare di più da quanto hanno ricevuto in un’Europa in piena recessione. L’America era un Eldorado, dove l’oro scorreva sul terreno e tutto quello che era piantato cresceva vigorosamente. Un paradiso sulla terra.

Molte bugie e poche verità che hanno cooperato per aumentare la sofferenza e l’adattabilità di questi immigrati che hanno sognato con la prosperità e molte volte pensando che il viaggio era verso l` America del Nord e non al Sud, senza la possibilità di ritornare alla loro patria.

EUA e non Brasile

È fatto storico che la prima nave che è venuta fuori dalla Germania verso il Brasile, molti immigrati pensavano che venivo a San Francisco, in California,EUA, ed erano arrivato dopo tre mesi di viaggio a San Francisco, Santa Catarina, Brasile meridionale. Quando sono partiti, era un inverno europeo e sono arrivati nella tropicale estate brasiliana.

Era con curiosità e attenzione che i figli di Egon hanno ascolttato le storie. Era come se lui raccontasse le fiabe dei famosi fratelli Grimm o i racconti di Sherazade con sue 40 fabie magiche. Però, la grande e la notevole eterogeneità nella storia della mia famiglia, è che non era pura finzione, ma, sì, storie di vita di persone che sono venute a lavorare qui senza sapere cosa si troverebbe ad affrontare in un paese in che la natura era selvaggia e inesplorata.

Weigert Wanke

Così come molti immigrati, i Weigert e Wanke hanno fatto la loro parte nella storia della colonizzazione della regione del Paraná, che si è trasformata nella “terra di tutte le persone” per aver ospitato varie culture etniche. Paraná, Santa Catarina e Rio Grande do Sul hanno ricevuto molti immigrati tedeschi, polacchi, austriaci e italiani, in parte perché il clima di questa regione – il sud del Brasile – era simile a quella dell’Europa e facilitato l’adattamento di nuovi coloni, in altra parte perché l’abolizione della schiavitù ha creato un problema di produzione molto serio nel settore agricola in Brasile e i grandi proprietari stavano perdendo la loro terra e il paese aveva bisogno di crescere e di produrre e anche bisogno di essere colonizzato.

Tuttavia, Hermann Weigert (padre) e Edward Wanke (marito) sono venuti prima di questo processo, non come colonizzatori, poveri, senza formazione di mestiere e con i sogni solo di vivere una vita migliore. Sono venuti come esperti tecnici, per costruire il progresso e rendersi conto che la ferrovia sarebbe il collegamento tra gli altipiani (Curitiba) alla costa (Porto di Paranaguá). Loro erano considerati i lavoratori personale più specializzati e tecnici contrattati per l ‘Impero austriaco.

Ferrovia

Hermann, padre di Marie, nato 1841, in Trachtenberg, nella parte tesdesca della Silesia, ora Repubblica Ceca, è arrivato in Brasile già contrattato dalla società francese per la costruzione della ferrovia, così come il mio bisnonno Edward, che è venuto poco dopo. Hermann è arrivato con l’età di 38 anni e la sua funzione nel lavoro è stata quella di mettere i rivetti usati per mantenere la strutura mettalica dei ponti e cavalcavia.

Edward che è arrivato alcuni anni più tardi, ha servito l’esercito austriaco e quando serviva, ha fatto li un corso di ingegneria militare. Lui è venuto per il Brasile con 21 o 22 anni, contrattato dalla Compagnie des Chemins de Fer brésiliens, società defenita per fare il lavoro di costruzione della ferrovia in Brasile.

Milionario

Hermann diceva che se avesse guadagnato un centesimo per i rivetti che ha messo nelle strutture in acciaio dei ponti costruiti in collina, sarebbe un milionario. Secondo il racconto contenuto nel libro di EnoTheodoro Wanke – Saga di immigrati – per mettere i rivetti nei ponti era necessario almeno quattro squadre di uomini. Due nella fucina, sia nel riscaldamento o sia nel passaggio agli altri per fare i rivetti nella strutura mettalica, un altra maneggiando il soffietto per mantenere la fiamma ad alta temperatura.

“Sul ponte, due uomini erano incaricati da fare i rivetti, un lavorando di fronte all’altro. Il trasporto del rivetto fino loro che dipendeva, ovviamente, dalla posizione che loro occupavano sulla fucina. Se facile di raggiungere, i rivetti erano portati uno per uno, dentro di un secchio, per un quinto lavoratore.

Se in una posizione difficile, quando loro restavano sospeso come ragni in luoghi inaccessibili, i rivetti erano gettati: un uomo con un secchio in mano portava i rivetti e li gettava all`altro che lo prendava nell`aria, anche questo in uno secchio, e dopo passava uno a uno del rivette al lavoratore.

Ponti e viadotti

E questo sconcertante trasporto aereo, potrebbe essere passaggi intermedi in cui i lavoratori, in posizione strategica, prendevano il rivetto caldo con il suo secchio e subito passava avanti, lo gettando all`altro lavoratore. (…). Come potete vedere, è stato essenzialmente un lavoro di fabbro.

Chi guarda quei ponti e quei viadotti fa attenzione dalla grande quantità di rivetti che ostentano. Ci sono migliaia, milioni, disposti regolarmente, bottoni in acciaio unendo una trave all` altra, mantenendo la solidità del tutto ” (…)

La Ferrovia Curitiba- Paranaguá è una delle pìu belle opere d’ingegneria costruita tra le scarpe della Serra do Mar, facendo un percorso che si snoda nella lussureggiante foresta atlantica in Paraná. Lì, ci sono le articolazioni delle mani di Dio e dell’uomo: la foresta e la ferrovia.

Progetto impossibile

Questo edificio, in cui il progetto è stato considerato impossibile da ingegneri francesi e che non è andato avanti nelle mani di un tecnico italiano, i miei antenati hanno participato in parte della concretizzazione, guidata da un brasiliano che ha accettato la sfida e ha creduto nell’impossibile: João Teixeira Soares, che aveva solo 33 anni quando ha iniziato la costruzione della ferrovia. Era un brasiliano procedente dalla regione di Minas Gerais.

Quando restano pronti le opere delle parti più difficili e spettacolari, in cui sono stati costruiti i viadotti più impressionanti, soprattutto Taquaral attaccato nelle scarpe rocciose, progettato in una curva con tre vani liberi di 12 metri,25 metri e 57 metri in totale, il Presidente della Provincia, il Dott. Carlos Augusto de Carvalho, presidente degno di Paraná, ha visitato l`opera.

Mai visto

La visita è stata nel giugno 1884 e il Dr. Carlo ha partecipato a una piccola cerimonia in cui ha espresso i suoi sentimenti in un misto di orgoglio e di trionfo: _ “Gli americani del Sud possono anche dire ora che la parola ‘impossibile’ non fa parte del loro dizionario. Se un yankee rompe il muro di ghiaccio della Sierra Nevada, con la zampa di ferro del cavallo meccanico, noi brasiliani certamente lo facciamo guidare per impraticabilità di equivalente grandezza. ” .

  L`opera è stata inaugurata il 5 febbraio 1885, sebbene il primo treno ad attraversare tutta la linea abbia fatto nel 19 dicembre 1884.

Quindi com’è possibile sentire, il padre di Marie ha partecipato a questo processo che è stato un marchio storico per lo sviluppo del paese. È arrivato in Brasile già sposato in Germania con una tedesca, Anna Pauline, e in quell’epoca già aveva quattro figli. Il primo di questi quattro bambini, nato a Breslau, è stato Marie Weigert, 8 marzo 1871.

Germania

La sua intenzione era di tornare in Germania dopo la costruzione della ferrovia con le tasche piene di soldi. Il progetto era di fare un risparmio e di tornare a vivere nella sua patria.

Purtroppo, questo non è successo perché Anne Pauline ha deciso di vendere tutto in Germania, prendere i bambini e incontrare il marito in Brasile. “Hermann quasi svenne dalla paura quando la vide. Il suo arrivo significava la fine delle speranze di ritorno. E efetivamente è stato così.

 

1 Wanke, Eno Theodoro. A saga dos Imigrantes. Rio de Janeiro: Editora Paquette, 1993. P.107

2 Wanke, 1993, p. 99

3 Wanke, 1993, p. 101

4 Wanke, 1993, p. 108

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La sculacciata. Parte I

Vialle Candido de Abreu, Curitiba / Brasile, 1888 – Casa di Marie Wanke Weigert

La mia storia comincia in realtà nel giorno in che mia madre mi ha dato una sculacciata perché stavo leggendo un bel romanzo tutta a mio aggio sdraiata sul mio letto matrimoniale trovandomi la regina della casa.

Immaginate una donna sposata prendendo qualche sculacciata della madre con una verga di mela come si fosse una bambina disubbidiente. Sbagliato o no, questa storia è stata raccontata tra i miei discendenti e passata a generazione e generazione.

Famosa nella famiglia

L’episodio mi è resa famosa nella famiglia e evidentemente che non me ne frega questo e anche mantengo come eredità alle generazioni future che desiderano ricevere il dono di amare la lettura.

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Tutto è iniziato quando Edward si lamentava con mia madre che io all`invece di fare il pranzo stavo leggendo a letto. Confesso che neanche mi ricordavo della casa e delle mie attività quotidiane … Edward è andato a lavorare la mattina e io rapida mi sono buttata a letto e ho affondato nelle pagine di un fantastico romanzo.

Dovete sapere l’inquietudine che arriva quando viene la voglia insana di vedere la fine di una storia. Mi sono resa senza resistenza a questa necessità.

Vergogna

Che vergogna! Ero sdraita a letto come una regina e non ho sentito il tempo passare e Edward arrivare e mi guardare in quella delizia letteraria. Mi vergognavo sì, ma molto diverso da quello che ognuno prova quando si sbaglia o non sa fare qualcosa di giusto. La mia vergogna era come se fosse una bimba catturata in una confusione, in uno scherzo che nel profondo dell`anima nasconde una certa sensazione di trionfo per aver fatto un gioco.

Io amo leggere… Penso che i libri siano destinati a essere divorati, saziate, con gli occhi e le loro storie a penetrare nella nostra mente e si mescolare con i nostri pensieri in sogni incantati in rivelazioni in conoscenza e saggezza…

Ma anche così, il fatto di essere catturata a lettura in questa epoca in cui le donne non hanno avuto spazio nel mondo intellettuale e anche nel mercato del lavoro, un’altra sensazione mi prendevo. Ho anche provato una delusione enorme rispetto al mio nuovo ruolo: quello di moglie.

Responsabilità

Ho pensato che ora sposata potevo vivere una vita più tranquilla senza la responsabilità infinita di fare la pulizia interminabille della casa, di lavare gli abbigliamenti, di fare il pranzo ogni giorno. Ho pensato che Edward sarebbe più gentile con me e non richiederebbe che faccesse così rigorosamente i miei doveri da casalinga. Dopo di tutto, lui ha 10 anni più di me e potrebbe essere più indulgente con la mia poca esperienza di vita – Ho solo 17 anni.

Io Marie Weigert ora Wanke sono la primogenita di una famiglia con 10 fratelli e poveretta della mia mamma ha bisogno del mio aiuto per educare i figli e fare la cura del negozio di Maccellaria. Sempre ho ammirato la sua voglia e il suo coraggio quando ha lasciato tutto in Germania e ha scelto vivere accanto al suo marito( mio padre) in un paese tanto lontano e diverso da quello in che abbiamo vissuto.

Questo senso che mi è spinto a condividere con dedizione il servizio di casalinga e come conseguenza ha aumentato la mia responsabilità di vita e non mi ha lasciato tempo per giocare e dedicarmi a passatempi nobile come la lettura.

Comunque contenere questa voglia irrefrenabile di volare come un tappeto magico dentro di un libro e scegliere il ruolo di una casalinga non mi ha lasciato disgustata o arrabiata. Invece mi sono dimessa e ho accettato l’idea.

Insomma, erano così che si educavano le donne in questo secolo e non era della mia natura mettere in discussione il tema. Il mio carattere non è per niente ribelle. Credo che sia più pratico mi sottomettere al sistema. Mi hanno detto che sono tranquilla e trasmetto dolcezza.

Lo sculaccio

Ora dopo lo spavento e lo sculaccio senza preavviso tutto è diventato in uno scherzo.

Anche sorrido quando mi ricordo la scena… per certo, un sorriso un tanto giallo. Chiaramente vedo Edward andare fino al negozio di macellaio della mia mamma, che è vicino a casa nostra e chiedere a “mota” per fare uno sguardo nella mia pose tutta sdraiata a letto con un libro in mano.

Ricordo che al sentire il colpo della verga di mela sulla mia gamba e da un salto uscendo fuori dalla stanza fino raggiungere la cucina e là mi concentrare alle pentole.

Di sicuro mia impettuosa e decisa madre al vedere la scena è stata indignata per il fallimento dell’insegnamento che mi ha trasmesso e per questo, non ha esitato a raccogliere la sua verga di mela e mi dare una buona sculacciata.

Infatti! Fra i valori morali della mia madre, un’imigrante tedesca, Anna Pauline, figlia di un macellaio di Breslavia, era inconcepibile che una delle sue figlie sia stata educata con accuratezza rigida dei tedeschi non è riuscita a compiere i sacri doveri di una casalinga. Quindi, con appena 17 anni già ero sposata, però ancora ho preso una sculacciata per il semplice fatto di amare troppo la lettura dai miei adorati libri in un momento inoportuno.

È per questo episodio così semplice eppure così forte e capace di segnare le generazioni future che io bisogno aprire il mio cuore e dire a voi e tutti Weigert Wanke che piaciono e adorano il culto di leggere un buon libro così come io e anche vorrei offrire questa passione come legato.

Desidero che la storia della sculacciata, sia stimolo e resti registrato quasi come un comando nella memoria delle mie celule e si diffonda tra i miei figli, nipoti e tutti i miei discendenti come una forma di abitudine meravigliosa che io penso di essere una vera delizia che mai lascia una persona sola: la lettura.
Godete dalla mia energia ancestrale che funziona come un segno e cercate di migliorare ancora di più. Leggete per me…

Forse, così sazierò attraverso i miei discendenti questa sete e questa abitudine che mi è stata tanto inaccessibile, così certamente a molte delle donne del secolo XIX.

Il legato che lascio è quello di compensare il mio assoggettamento rispetto alla forma di vita che ho scelto, senza nessuna indignazione al mio destino di essere madre, moglie e casalinga. Invece, ho vissuto momenti meravigliosi in questa vita e mi sono sentita una vera donna. Riconosco che mi piacerebbe … a dire davvero… mi piacerebbe vivere con un tempo più libero per leggere.

Forse a causa del mio assoggettamento e per essere una donna così tranquilla, che si dire con la testa fra le nuvole, io ero un motivo di scherzo tra i miei fratteli che sempre giocavano con me, principalmente quando mi dimenticavo delle cose e dei fatti.

Propria e unica

Per questa forma di essere propria e unica, è che sono diventata il personaggio di molte storie raccontate tra i Weigert e Wanke. Per esempio, prima di preparare il pranzo mi piaceva fare una passegiata attraverso i quartieri dove vivevano i miei fratelli e cugini e guardare nelle pentole e anche chiaccherare un po’,dopo tornavo a casa mia e nella mia cucina mi concentravo a fare il pranzo del giorno.

Anche raccontavano che quando andavo in bagno sempre mi dimenticavo di legare la mia mutandine, sapete quella antica che non erano belle, grande e niente sexy ….. che le donne usavano sopra le grandi gone. Mio fratello sempre mi avvertiva che la parte che la prendeva, era trascinata a terra.

Edward e mamma

Bahh… Ciò mai mi ha disturbato. Però tornando alla storia della sculacciata della mia madre e tornando al tempo di oggi ti racconto che Egon – mio nipote – era quello che difondeva la scena e raccontava con deragliamento, che Edward è stato fino a macellaria, accanto a casa mia dove viveva la mia madre e diceva così in tedesco: Venga, Venga, venga guardare che sta succedendo….

Quando Egon finiva di raccontare la storia, tutti i miei discendenti sorridevano di questo episodio e la sua moglie – Odette la mia nipotina – seguiva dicendo: poveretta si è sposata tanto giovane e neanche sapeva della responsabilità che doveva affrontare.

Lei credeva che si sposando poteva liberarsi di badare tanti fratelli e fare soltanto quello che voleva. Neanche imaginava avere otto figli!

* Mota – mamma in tesdesco almeno nel pensiero degli imigranti che hanno vissuto nel vialle Candido de Abreu, a Curitiba.