È doloroso ricordare la bestialità con cui sono stati compiuti gli attacchi al nostro patrimonio questa domenica (08), da parte di un popolo senza identità culturale. Loro chi sono? Persone senz'anima che si sono perse nella propria follia, vuote di sogni e poetiche!
Truculenti, ignoranti e immorali, incapaci di capire il male che facevano a tutti noi brasiliani al distruggere un’opera di Di Cavalcanti, l’orologio che fu donato alla famiglia reale dalla corte di Luigi XIV e portato in Brasile da D. João VI, al gettare a terra la scultura della Ballerina di Victor Brecheret, rompere la vetrata di Marianne Peretti e molto altro ancora. Tutti con valore inestimabile, piú preciozi per la storia che c’è dietro ognuno di loro.
Esseri senz’anima che hanno perso il contatto con la realtà e usano false argomentazioni per giustificare quello che è un crimine contro la cultura brasiliana. Predicano lo slogan Dio, Patria e Famiglia e apropriano dei simboli nazionale e vivono come marionette del fondamentalismo religioso. Sono colpevoli, sì, e devono essere giudicati, ciascuno per l’atto commesso, passivo o direttamente coinvolto.
Anche coloro che si sentono vittime dell’azione di qualcun altro, un infiltrato (come affermano), non diminuiscono la loro colpa perché non hanno fatto nulla per impedire questa barbarie. Per molto meno, uno studente del Rio Grande do Sul ha salvato un albero dall’abbattimento nel 1975 perché vi si è arrampicato sopra ed è sceso solo quando era sicuro che l’albero non sarebbe stato abbattuto. L’episodio ha fatto notizia a livello internazionale.
Questa è cittadinanza!
Un paese che smette di valorizzare la propria cultura perde la propria identità. Diventa un paese senza testimoni nella storia umana. Guardiamo indietro nel tempo: la parola “colere”, origine del termine “cultura”, ha già un significato poetico, di coltivare, raccogliere, inglobare esperienze dell’individuo, dal’un gruppo sociale, un’etnia, nelle sue varie manifestazioni, siano esse spirituali, artistiche, ambientali o sociali.
In questo universo di conoscenza, uno dei principali pregiudizi della cultura è l’arte, ed è attraverso l’arte, in ogni momento, diventiamo più sensibili per catturare la bellezza del mondo e i suoi significati.
Pertanto, è necessario capire che la cultura è protagonista, non comprimaria!
È lo spazio del dialogo, della costruzione e delle idee. Unisce le persone; rafforza l’identità di una nazione; aggiunge valore economico e significato sociale. Una società forte è riconosciuta dai principi di uno STATO ampio e sostenibile, e le sue azioni politiche portano il segno indelebile dei suoi valori e tradizioni culturali.
Pannello dell’artista Di Cavalcanti (1897-1976) traforato in più punti.
“Come ha fatto questo con un’opera d’arte? Soltanto molto matta, per pugnalare sei volte un pannello artistico di Di Cavalcanti”, si lamenta l’ereditiera. Quest’opera è la memoria brasiliana. Mio padre era un pittore che ha fatto arte sociale rivolta al popolo, è stato il pittore che più ha saputo tradurre la brasilianeità, non conosceva certo Di Cavalcanti e non deve sapere nulla, quest’opera è la memoria brasiliana, mio padre era un pittore che ha fatto arte sociale arte rivolta al popolo, fu il pittore che più seppe tradurre il popolo brasiliano”. Elisabetta Di Cavalcanti (figlia del pittore). Testo tratto da internet
Opera di Frans Krajcberg in parte strappata e distrutta.
Con l’eccezione degli indiani, veniamo tutti dall’estero e ho bisogno di foreste selvagge, ricche, vivaci, dai colori vivaci, che crescono liberamente.
Le foreste d’Europa non mi commuovono e le intolleranze europee continuano a turbarmi.
Mi sento ebreo perché lo sono, principalmente perché sono fatto per esserlo, ma non sono religioso.
Disprezzo il fanatismo dei nazionalismi e delle religioni.
Sono sempre stato un internazionalista e la natura mi ha reso planetario”. Frans Krajcberg ( 1921-2017)
Le sue opere nascono dall’utilizzo di alberi, arbusti, materiale trovato in natura devastata da incendi o disboscamenti.
La ballerina di Victor Brecheret è stata estratta dalla sua base e gettata a terra.
Victor Brecheret (1894-1955) è una parte importante della storia dell’arte brasiliana.
Per chi non lo conoscesse, è l’artista che ha firmato il monumento ai Bandeiras, in Praça Armando Salles, davanti al Palácio Nove de Julho, a San Paolo.
Il tema femminile e religioso appare in tutte le fasi della vita dell’artista.
Il giovane Brecheret, alla Scuola di Parigi, vissuto a Montparnasse negli anni ’20, porta la scultura classica in opere come Ballerina, dei primi anni ’30.
Sebbene il giovane artista abbia conservato le linee classiche, è anche possibile percepire il gioco del movimento, dando alla scultura un senso più ardito.
Gli attacchi sono stati espliciti anche nella monumentale Brasilia e nel suo ricco patrimonio architettonico. Era come profanare uno spazio sacro nella storia della repubblica brasiliana.
Punto di riferimento dell’architettura e dell’urbanistica moderne, Brasilia detiene la più grande area protetta del mondo – 112,25 km² – ed è stata iscritta dall’UNESCO nell’elenco dei beni del patrimonio culturale mondiale il 7 dicembre 1987, essendo l’unica proprietà contemporanea a meritare questo riconoscimento. distinzione. Fonte: Altopiano
L’orologio donato dalla Francia al re D. João VI fu completamente distrutto. Cimelio storico che non sarà mai recuperato.
Un orologio realizzato dal francese Balthazar Martinot, su progetto di André-Charles Boulle, è stato distrutto dai terroristi. Il pezzo è stato realizzato alla fine del XVIII secolo ed è stato donato alla famiglia reale dalla corte di Luigi XIV. L’orologio fu portato in Brasile da D. João VI, nel 1808. Fonte Catraca Livre
Un episodio spaventoso come questo ci lascia di stucco e ci costringe a cercare una risposta a tanta brutalità e ignoranza. L’istruzione ha fallito nel nostro paese e non è una novità. Ben poco è stato fatto per rafforzare l’arte come vita, a cominciare dal curriculum scolastico. Non è intrattenimento! È l’esaltazione dello spirito e l’affinamento della sensibilità dell’uomo per cogliere la bellezza del mondo e dei suoi significati.
In qualità di responsabile del PanHoramArte, esprimo qui la mia indignazione e il mio dolore accanto com o movimento Estado Gerais da Cultura, che è stato una voce attiva nella lotta per il ritorno del Ministero della Cultura e il suo apprezzamento, nonché nella militanza per la pace e uguaglianza sociale.
Chi sono queste persone senza cuore, prive di valori culturali ed etici, che si perdono nella loro stessa follia!