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La preghiera nel rosario cattolico ha cominciato con l’ispirazione musulmana

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Quando il tassista che faceva il percorso tra l`aeroporto al centro della leggendaria Istanbul, in Turchia, ha guardato indietro e ha visto il mio panico, allungò la mano e mi ha offerto un Masbahas. Immediatamente la paura è finita e quando ho guardato quell’uomo semplice, che non parlava niente d’inglese (anch’io non parlavo) e nulla di qualsiasi lingua diversa dal turco, ho capito il messaggio. La comunicazione tra di noi è stata fatta solo con un gesto e uno sguardo. “Se hai la fede, non c`è paura”, ha trasmesso il messaggio a me in silenzio, da cuore a cuore.

Un oggetto con significato religioso che ce l’ho fino a oggi come un segno di auguri e talismano di protezione – un filo con piccoli grani, come una specie di collana che finisce con una punta di grani pendente. Proprio come il rosario cattolico.

Masbahas o qualunque sia il nome per ogni popolo – greco o arabo – è utilizzato a meditazioni, preghiere e da chiedere aiuto quando si sente nervoso.

Questo Masbahas non è stato l’unico che ho ricevuto come regalo nella mia vita. Quando ero molto giovane, ho ricevuto l’altro Masbahas da un fidanzato che ha fatto un viaggio in Grecia. Quando me l’ha dato il regalo, ha detto di aver visto diversi uomini con il Masbaha in mano. “E ‘per calmare i nervi”, ha completato.

Perché faccio questa introduzione?

Per dimostrare che il tassista a Istanbul, cosi come l`informazione dal giovane innamorato sono stati i fonti d’ispirazione a essere una devota del Santo Rosario.

Prima di raccontare come mi sono diventata in una devota della preghiera nel rosario, faccio una parentesi e parlo prima del panico e depressione, malattie difficili di avere un efficiente trattamento di cura. Loro si depositano nella mente delle persone senza chiedere il permesso. Purtroppo queste malattie sono state parte della mia vita per un periodo. Anni fa, ho fatto trattamento di cura con medicazione normale e Omeopatia (di Samuel Hahnemann), insieme con la mia fede e la determinazione.

Quando sono stata in Italia a studiare, mia sindrome era  manifestata aggressivamente molte volte. La paura di essere sola la sera, andava e ritornava, senza fine, quando ero nella camera.

Sola…. certo che non la ero. Intanto, come convincere la mia mente che insisteva in mi lasciare in una paura infinita che non mi permetteva dormire.

Il sentimento è orribile.  Cuore batte rapidamente e, come un film, la mente proietta tutte le possibilità di tragedie ….soffoca, manca la respirazione e anche non è possibile pensare.

Questi è uno dei tanti stati di panico che ho sentito durante la malattia. Di qualsiasi modo, sono una guerriera e non mi lascio vincere facilmente. Certo giorno quando la paura è venuta, ho ricordato del mio talismano turco che era con me a Roma e anche dell’informazione del  giovane  fidanzato dela giuventù. “Loro usano per calmare i nervi.”

Ho cominciato ad accarezzare quella filza dei piccoli grani cercando gentilmente cambiare i miei pensieri di paura a uno stato più trascendentale, come una meditazione. Anche ho fatto la preghiera tradizionale, l’Ave-Maria come se fosse un mantra e ha dato risultato buono.

Cosi, piano, piano, è venuta una sorta di sonnolenza per poi essere serena. Ero già più calma.

La storia non finisce qui. Per raggiungere l’uso del rosario cattolico ha molto a raccontare. Quando ho visitato la Basilica di San Pietro in Vaticano, ho trovato migliaia di modelli del rosario cattolico a vendere come souvenir turistici. Io sono una consumista di gingilli turistici e ho comprato diversi, tra cui uno mi ho dato come un regalo. Com’è pratica in tutto il mondo, ho comprato quel rosario imitando petali di rosa e ancora con il profumo del fiore.

Qualche giorno dopo, ancora a Roma, ricevo una telefonata da mia figlia che mi diceva che voleva vivere a Rio de Janeiro perché aveva bisogno di cercare nuovi orizzonti. Questo progetto lei farebbe insieme con un’amica che, al mio punto di vista, non sarebbe  la compagna ideale. Ho ricevuto la notizia come una madre che si preoccupa con il destino della figlia, principalmente perche io vivevo lontana e non poteva fare niente, appena usare le preghiere di protezione. Sapeva che il suo obiettivo era di trovare un compagno e non si giocare un’avventura senza meta.

Ho preso il mio rosario, quello di rose e ho cominciato a fare la preghiera, al mio modo, con Ave Maria e Padre Nostro, senza la formalità cattolica e con le preghiere insegnati dai miei genitori. Con i pensieri fisso nella vita della mia figlia desiderano a lei felicità e la pace.

Dopo una settimana o due, lei mi ha chiamato e ha detto che aveva trovato un “bravo ragazzo”. “Mamma, sono adesso con un fidanzato”, ha detto. “E ‘… bravo!”, ho risposto e timidamente ho domandato a lei: “Non vuoi più vivere a Rio de Janeiro?”. “Non mamma, dice lei. “Quello era solo un’idea”. Oggi lei è sposata con lui.

Molte preghiere mi hanno fatto bene e anche hanno fatto bene a tutte persone che io voglio bene.

Nel caso del mio amore che vive in Italia la preghiera anche è stata un miracolo. Lui faceva la sua tesi per conclusione di laurea universitaria e suo professore era un uomo rigido e temuto. Dopo la preghiera, il professore ha diventato più compressivo e questo ha risultato nella laurea di mio italiano.

La storia è questa: “Qual è il suo nome”, ho domandato a lui.

“Stefano”, mi ha risposto. “Per favore, prega al Dio dei cattolici”, aggiunge lui, pure preoccupato con la diversità religiosa del Brasile. rsss …

Quella notte, prima di tornare in Brasile, con grande fede e pensando nei due – studente e insegnante – ho fatto la preghiera nel rosario.

Nel novembre l’amore mio mi ha scritto felice e anche mi ringraziando dalla preghiera. Un miracolo!

Adesso, segue il mio ragionamento. Un’abitudine che ha cominciato piano, piano, a bassa voce, per risolvere un problema ed è stato impostato in un’altra situazione. Un’abitudine che soprattutto ha rafforzato la mia fede.

Paura mai! Caso sento la sensazione del timore, non ho dubbio, immediatamente cerco il rosario o il Masbahas …

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Da lufada de vento até cidadã honorária. Essa é Efigênia

Para os curitibanos ela é a popular Rainha do Papel de Bala

Efigênia Rolim é a mais nova cidadã honorária de Curitiba.  Uma artista plástica autodidata, sem dúvida, que utiliza  lixo reciclável para compor suas obras. Certamente a sua criatividade é reinventada todos os dias na medida em que descobre mais e cada vez mais geringonças que a indústrias produz e o homem consome.

A partir daí constrói universos próprios com papéis de balas e elabora com lixo industrial mirabolantes vestuários cênicos e instalações incríveis. Uma personalidade única, excêntrica, genial, que marca presença em diversos eventos culturais pelo Brasil afora.

Livro

Homenagem merecida e justa para quem prega a proteção do planeta e transforma o “lixo em arte”. A história desta artista é contada no livro  “A viagem de Efigênia Rolim nas Asas do Peixe Voador”, da jornalista Dinah Ribas. O encontro das duas se deu na década de 90 quando Efigênia procurou Dinah para ajudá-la expor seus trabalhos.

Por ocasião do lançamento do livro, em 2012, o jornalista Paulo Camargo escreveu sobre evento e no texto compara a história de Efigênia como algo que se assemelha a uma obra de realismo fantástico. O livro, segundo ele, é uma caprichada obra, definida pela autora como “uma grande reportagem ilustrada, que busca dar conta da trajetória pessoal e dos tortuosos caminhos percorridos pela arte desafiadora de uma criadora ao mesmo tempo ingênua e genial”.

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Dinah conta em seu livro como a artista começou a criar com o papel de bala.

No início dos anos 1990, Efigênia Rolim andava pela Rua XV de Novembro, quando perto do bondinho, foi surpreendida por uma lufada de vento, acompanhada por um redemoinho, que jogou aos seus pés papéis de bala lançados à calçada. De um deles, verde, reluzente, que ela achou parecido com uma pedra preciosa, ela fez uma flor – ou teria sido um passarinho?.

A velha senhora, então com um pouco mais de 60 anos, gostou tanto da sensação de transformar os invólucros em figuras que nasciam de sua imaginação, que logo procurou um suporte para suas criações, e o encontrou em uma sandália havaiana, também largada na rua. Nesse suporte de borracha criou sua primeira árvore de sonhos, feitos a partir de material reciclável, e ali nascia, como ela mesma gosta de contar, ‘a rainha do papel de bala pé de chinelo’, que ganharia o mundo com suas criações e sua personalidade singular”.

Olhar Crítico

Efigênia Rolim não é curitibana e sim mineira que adotou Curitiba como sua cidade desde a década de 60. Na capital paranaense ela se tornou artista popular autodidata, escultora, poeta, contadora de histórias e estilistas, inspirada pela lufada de vento, conforme relato do livro de Dinah. Recebeu o Prêmio de Culturas Populares do Ministério da Cultura, assim como a Ordem de Mérito Cultural do Brasil, honraria destinada a alguns artistas de destaque nacional pela excelência de sua obra. Reconhecida como a Rainha do Papel de Bala, por utilizar principalmente papel de bala nas suas esculturas, é tema de variadas produções acadêmicas nos cursos de Artes Visuais e Antropologia de diversas universidades brasileiras.

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Certamente  a arte de Efigênia representa a máxima de sua liberdade interior. O olhar da artista ultrapassa a dimensão do real e não mais identifica papel de bala como  invólucro de um doce saboreado por alguém, mas lhe dá significado, um pássaro, uma pedra ou o que será? Ela faz o plástico virar flor como da Santa Árvore (2000), a boneca velha adquirir dignidade ao cavalgar no garboso cavalo reconstituído com latas, papeis e geringonças. É na loucura lúcida que Efigênia Rolim reina absoluta e com sua arte faz o velho, o feio, o inútil renascer belo. Vale apena conferir e embarcar neste voo visitando sua página no Facebook.

 

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Delights

“The function of the beauty, Freud introduces by psychoanalysis. It is something that we repel and that affects the ‘essential ignorance’ a ‘non so che’ – the unknown. Something different, involuntary, which is the essential attraction about this resistance”

Maria Letizia Proietti

Marcas da vida nas mãos que contam história. Foto por Mari Weigert
Marcas da vida nas mãos que contam história. Foto por Mari Weigert
Janela indiscreta. Foto por Mari Weigert
Janela indiscreta. Foto por Mari Weigert

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Dolorosa paisagem...
Dolorosa paisagem…

 

Pássaro de 7 cores, Itapoá, Santa Catarina. Foto por Mari Weigert
Pássaro de 7 cores, Itapoá, Santa Catarina. Foto por Mari Weigert

Omaggio a Marie

 

Curitiba/Ponta-Grossa, ai giorni nostri. Ventunesimo secolo
Tributo a Marie

È interessante fare attenzione che i talenti, i difetti, i estigma rimangono in una famiglia, molte volte da generazione in generazione, e sono chiamate dagli psicologi come legami transgenerazionali.

Il libro “I miei antenati”,della psicologa junguiana, Ane Schtzenberger Ancelin, che fa uno studio dei miti di famiglia, conclude che c`è, infatti, dimostrato legami transgenerazionali.

Il segni nel cuore

Scientificamente approvato o non, è certo che Marie ha lasciato dei segni nel cuore della famiglia. Un legato eterno. Veramente eterno perchè principalmente i suoi nipoti, come Eno Theodoro (che si è dedicato alla ricerca di dettagli sull’arrivo di immigrati tedeschi in Paranà e ha scritto un libro su di esso), ha raccontato la storia della famiglia, per cui in questo momento, Marie ha trovato spazio per rimanere nel tempo.

La forma che Eno ha incontrato per conquistare il suo pubblico è stato “sui generis”, considerando la sua sensibilità poetica e la sua facilità a scrivere dei racconti. Ogni libro è stato pubblicato con le proprie risorse e inviato ad amici e contatti, anche la spedizione già pagata ancora con il diritto di una dedicatoria.

Quando ha pubblicato il libro sull’immigrazione, Eno ha confessato che gli piaceva così tanto essere ingegnere come essere uno scrittore e poeta. Tuttavia, per mantenere se stesso ha dovuto lasciare Ponta Grossa, dove era nato, e fare un concorso nella Petrobras (Compagnia di Petroleo Brasiliana) per lavorare come ingegnere perché nelle piccole città “nessuno crede che un ingegnere-poeta è capace di costruire una casa”.

Molti dei discendenti di Marie hanno accettato l’eredità e hanno ricevuto il segnale!

La famosa scrittrice brasiliana Lygia Fagundes Telles, che è stata la terza donna a prendere una sedia dell’Accademia Brasiliana di Lettere – 12 maggio 1987, definisce in una frase quello che si sente quando si scrive un libro. “La parola funziona come un ponte, che lo scrittore lancia al suo vicino. La lancio e dico: Vieni.”

Capisco Lygia!

Costruo i ponti con le parole e mi conduco sempre, semplicemente perché ho ricevuto questo “gusto”, questo stimolo, seguendo le orme di Marie. Ho ricevuto da lei un legato eterno!

Così è per te, Marie – mia bisnonna – che dedico questa storia e le parole in essa contenute, rafforzando le strutture del nostro ponte e tramando la tua eredità, e quindi unite, saremo insieme continuamente l’ ampliare il ponte e dire a tutti, venite…

Curitiba, settembre 2008Mari Weigert