IMG_6162

L`arte delle parole e il piacere della ricerca dei loro significati

La studentessa è arrivata esattamente nel momento in che Geraldo era appoggiato a circa  tre libri dimostrando quello che faceva, una intensa ricerca. La fisionomia della giovane era di sorpresa… era come se domandasse a si propria….perché tutto questo?

– Mai ha consultato un dizionario? domanda l`insegnante a giovane,quando alza la testa dai libri guardandola.

– Di solito uso l`internet. I miei genitori usano ancora dizionari, forse… rispose lei incerta. Iphone e Google risolvono il mio problema in un secondo, aggiunge subito.

Questa scena è solo una parentesi che Geraldo ha fatto durante la mia lezione mia di italiano in un chiacchierare sul come i giovani di oggi non si interessano all`uso del dizionario.

IMG_6165

Dizionario

Oggi il dizionario nella forma di libro non è quasi utilizzato dai giovani, forse a causa della difficoltà di gestirlo e portarlo. Loro preferisco la ricerca rapida e superficiale su internet.

Peccato!  Con questo i giovani non si rendono conto che perdono l`opportunità di provare dell`emozione di capire tutto sulla parola, dalla sua radice, a definizione e anche scoprire in vari autori le differenze nel modo di spiegare il significato del vocabolo.

È una esperienza fantastica e soltanto chi usa frequentemente il dizionario è che sa il quanto è intenso il piacere di  capire la parola.  È godimento. Specialmente  quando si incontra una parola in che il significato contiene esattamente quello che si desidera esprimere. Quanto di più si fa la ricerca di più si scopre – origine, storia e si viaggia nel tempo.

La sensazione che provo nella esecuzione di questa ricerca è come stivesse producendo un`opera d`arte e il dipinto fosse il mio testo. Il piacere è più grande quando traduco le mie idee in italiano (idioma  di origine latina, cosi come il portoghese), sopratutto quando alcune correzione sono spiegati in una lezione in cui Geraldo  ama mettersi in gioco con i suoi dizionari, sull grande tavolo della sua classe.

L`esperienza è affascinante ci diamo l`opportunità di viaggiare in un mondo di scoperte, quello che è l`etimologia della parola.

– Un esempio è la parola “donna in cui la sua origine viene dal latino: domina (padrona di casa). Cosi domina è l`espressione originale della parola italiana che define la donna, spiega lui con sorriso cattivo. Anche io trovo divertente e penso che nella cultura italiana questa parola è venuta in tempi remoti e probabilmente aveva il senso di definire chi comandava in quell`epoca e quissa anche oggi.

– In italiano c`è lavoro e travaglio e in portoghese solo travaglio (trabalho). Il senso del travaglio è sofferenza, acuta e tormentosa, lavoro duro.

Ore e Ore

Di questa forma le ore passano come minuti e il tempo è breve per l`universo infinito delle parole. Nulla è noioso in questo gioco.

Essere una giornalista, o scrittore e insegnante è come essere un artista a progettare un dipinto e cercare i colori esatti nella sua creazione.

È l`arte di creare con avesse un pennello in mano e mettendo una parola qui l`altra là, cosi intensificando il significato della frase…. Davvero un gioco molto emozinante quando si trova il senso corretto.

Il proprio nome del sito è una decodificazione della parola panorama e è stato scelto perché ha provocato un vero caso d`amore durante il periodo della sua concezione. La radice è del greco – pan, significa tutti e horam, visione. Vedere tutto..

Bellissimo!

Pablo Neruda

Il poeta Pablo Neruda ha creato un magnifico testo in cui lui ha confessato la sua storia d`amore incondizionato con le parole che ci aiutano a esprime le emozioni, scrivere storie, mantenere viva la memoria delle cose, dare informazioni….

pablo-neruda

Tutto quel che vuole, sissignore, ma sono le parole che cantano, che salgono e scendono…Mi inchino dinanzi a loro…Le amo, mi ci aggrappo, le inseguo, le mordo, le frantumo…

Amo tanto le parole…Quelle inaspettate…Quelle che si aspettano golosamente, si spiano, finchè a un tratto cadono…Vocaboli amati…Brillano come pietre preziose, saltano come pesci d’argento, sono spuma, filo, metallo, rugiada…Inseguo alcune parole…Sono tanto belle che le voglio mettere tutte nella mia poesia…

Le afferro al volo, quando se ne vanno ronzando, le catturo, le pulisco, le sguscio, mi preparo davanti il piatto, le sento cristalline, vibranti, eburnee, vegetali, oleose, come frutti, come alghe, come agate, come olive…E allora le rivolto, le agito, me le bevo, me le divoro, le mastico, le vesto a festa, le libero…

Le lascio come stalattiti nella mia poesia, come pezzetti di legno brunito, come carbone, come relitti di naufragio, regali dell’onda…Tutto sta nella parola…Tutta un’idea cambia perchè una parola è stata cambiata di posto, o perchè un’altra si è seduta come una reginetta dentro una frase che non l’aspettava e che le obbedì…Hanno ombra, trasparenza, peso, piume, capelli, hanno tutto ciò che si andò loro aggiungendo da tanto rotolare per il fiume, da tanto trasmigrare di patria, da tanto essere radici…Sono antichissime e recentissime…

Vivono nel feretro nascosto e nel fiore appena sbocciato…. Che buona lingua la mia, che buona lingua abbiamo ereditato dai biechi conquistatori..Quelli che  sono  andati a  grandi passi  tra le spaventose catene dalle Americhe  increspati, cercando patate, “butifarras”, fagioli, tabacco nero,oro,mais, uova frite, con quello appetito vorace che mai più si è visto al mondo. Trangugiavano tutto:  le  religioni, i piramidi,  le tribù, gli  idolatrie uguali a quelle che portavano nei loro sacchi…

Dovunque passavano non restava pietra su pietra…..

Ma caddevano delle stivali dei barberi, delle barbe, dei elmi, delle ferrature. Come piccole pietre, le parole luminiscente sono rimaste qui splendente…. l` idioma. Siamo sconfitti . Abbiamo vinto…. Hanno portato l`oro e ci hanno lasciato l`oro… hanno portato tutto e ci hanno lasciato tutto… . Ci lasciarano le parole.(La Parola  di Pablo Neruda).

 

IMG_0755

“All the World’s Futures” is the theme of Venice International Art Biennale

Venice begins springtime breathing art in every corner of its exotic urban construction. This is the year that happens to Biennale, one of the most traditional events, which brings together artists and outstanding works in the field of plastic arts, cinema, architecture, dance and theater, until November 22

The highlight of the Biennale is the International Exhibition of Arts which this year was opened to the public the first week of May. An initiative that attracts visitors worldwide who are adopting a single route in the maximum expression of creativity of artists representing the different existing cultures around the planet.

DSC01390
One of the winning entries at Venice Biennale in 2013. Photo by Mari Weigert.

Visit Venice in time of Biennale, for arts lovers, is going beyond limits of reality and transit in an other matter dimension. One that sublimates in shape, color and language the poetic of humanity.

Original published in Biennale’s official –

kngwarreye
Image from Bienal.http://www.labiennale.org/it/arte/esposizione/56/

“Opened in the first week of May, the traditional International Art Exhibition of Venice, this year the 56th with the theme “All the World’s Futures”, curated by Okwui Enwezor and organized by the Venice Biennale chaired by Paolo Baratta.

The show keeps 89 national participations in the pavilions ‘ai Giardini, all`Arsenale’ and in the historic center of Venice. There are five countries attending for the first time: Grenada, Mauritius Islands, Mongolia, Mozambique and Seychelles Republic. Other countries also participate this year after a long absense: Ecuador (1966), Philippines (1964), Guatemala (1954).

Vatican participates with a show in the Weapons Room, a space the Biennial restored to be allocated to permanent pavilions.

The Pavilion of Italy at Arsenal, organized by the Ministry of Goods and Cultural Activity with the general direction of art and contemporary architecture and urban periphery, was curated this year by Vincenzo Trione.

The parallels official events authorized by curators and promoted by international organizations are 44, which establish its shows and initiatives in many places in town.

DSC01180

Internacional Exhibition 

The exhibition “All The World`s Futures” composes a unique journey through the showroom which is linked to the Central Pavilion (Giardini) and Arsenalle, including 136 artists of which 89 are present for the first time, from 53 countries and 159 are new productions made for this edition.

“The Biennial is 120 years old, and year after year continues to build even its own history, which is made of many memories, but in particular, a long succession of different viewpoints of thephenomenon of the artistic creation in contemporary.”

So Paolo Baratta opened this year edition, recalling that “Bice Curiger brought us the theme of perception and Massimiliano Gioni was interested in the artistic creation of the interior phenomenon, the inner forces that lead the artist to create.”
Today, the world is presented to us through severe fractures and lacerations, by asymmetries and uncertainties about the perspectives. Despite the enormous advances in knowledge and technology, we live a kind of ‘anxiety age’. And the Biennale returns to observe the relationship between art and the development of human reality, in social forces, politics, and in searches of external phenomena. Then is wanted to ask in a way the external tensions of world touches sensibility, vital and expressive energies of artists, his desires and soul movements. The Biennial called Okwui Enwenzor, says Baratta, also for his particular sensitivity to these aspects.

“Curiger, Gioni, Enwezor: almost a trilogy – sums up the presitend – three chapters of a survey of Venice Biennale and its helpful referrals to formulate aesthetic judgments about contemporary art, ‘critical’ issues adter the end of avant-garde and art ‘not art’.”

“Okwui is not intended to judge or express a prophecy, but want to call the art and artists from all over the world and from diverse disciplines: one of Forms Parliament. A global exhibition where we can ask, or at least listen to artists from 53 countries, many of various geographic areas we call peripheral. This will also help us to be updated about geography and paths of artists today, subject which will be object of a special project: the one related to artists Curriculum who operates in the world. A Parliament, therefore, for a Biennial of many and intense vitalities.” 

“What is exposed in Biennale is founded in 120 years of art history, which fragments are in each angle and with many fronts, considering the institution art work, in dance, theater, music and cinema (…). Is a place of ‘dialectical images’, using Walter Benjamin’s expression.”

“And I am still satisfied – concludes Baratta – of not having heard sad considerations of whom, in 1998, used to say the show with foreign pavilions was outmoded (out of fashion) and was already eliminated, perhaps putting in place a white cube, an asseptic space, where would exercise our abstract presumption or to give hospitality to market dictatorship. In fact, our articulated and complex reality helps us prevent this danger. The big mountain of fragments of our history grows every year, and in front of still lies a mountain bigger of what was not shown in past Biennials.” 

cumberbatch-computer

A solidão de Alan Turing

Por Lucia Helena Fernandes Stall – “O Jogo da Imitação” do diretor norueguês Morten Tyldum, para mim, um jovem e desconhecido cineasta. Dirigiu também “HeadHunter”.

“O Jogo da imitação” narra a vida do britânico, Alan Turing, matemático, lógico, criptoanalista e cientista da computação, que conseguiu com sua genialidade decifrar os códigos criptografados dos alemães nazistas na 2ª. Guerra Mundial.

cumberbatch-computer
Foto Internet do filme O jogo da Imitação

 

Ao decifrar o enigma, os alemães perderam a guerra, e, milhares de vidas foram poupadas.O cerne do filme é em torno do grupo de jovens matemáticos liderados por Alan, no desvendamento do Enigma (utilizado pelos alemães para suas mensagens cifradas).

Até aí tudo bem, uma narrativa histórica empolgante, mas, o que me envolveu no filme não é a linearidade da história da 2ª. guerra, mas, a história do jovem e belo matemático, nos seus 27 anos. Me afundei nas peculiaridades da personalidade do cinebiografado, extremamente inteligente, e totalmente antisocial, com características da Síndrome de Asperge (um tipo mais leve de autismo).

As dificuldades de relacionamento com o grupo, que se comprovam nas rápidas cenas dele relembrando a sua vida escolar. O bloqueio emocional, e, a racionalidade exacerbada, incomodam o expectador, deixam uma inquietação profunda na alma.

O homossexualismo que surge na parte final do filme, numa Inglaterra moralista, que punia com prisão ou castramento químico, opção de Turing no processo criminal que sofreu em 1952, que lhe levou a um suicídio prematuro (42 anos), é torturante, mas não representa nada diante da racionalidade que lhe impedia se emocionar, amar, perceber situações humorísticas, saber ler as faces de seus interlocutores, tem um peso enorme que a questão sexual deixa de ser relevante no contexto.
É um filme inquietante, que me levou algumas horas de reflexão durante a semana. Mas, aos apreciadores de bons filmes, vale assistir.

IMG_0755

“All the World`s Futures” é o tema da Bienal de Arte em Veneza.

IMG_0755

Por Mari Weigert – Veneza começa a primavera respirando arte por todos os cantos de sua exótica construção urbana. Este é o ano que acontece a Bienal, um dos mais tradicionais eventos, que reúne artistas e obras de destaque no campo das artes plásticas, cinema, arquitetura, dança e teatro, até 22 de novembro.

O ponto alto da Bienal  é a Exposição Internacional das Artes que este ano foi aberta para o público na primeira semana de maio. Uma iniciativa que atrai visitantes do mundo inteiro que se enveredam num percurso único na máxima expressão da criatividade de artistas que representam as diversas culturas existentes ao redor do planeta.

DSC01390
Uma das obras premiadas da Bienal de Veneza em 2013. Foto Mari Weigert

Visitar Veneza em época de Bienal, para o amante das artes, é ultrapassar os limites da realidade e transitar em uma outra dimensão da matéria. Aquela que sublima na forma, na cor e na linguagem a poética da humanidade.

Publicação original no site oficial da Bienal –

kngwarreye
foto site da Bienal.http://www.labiennale.org/it/arte/esposizione/56/

“Aberta na primeira semana de maio, a tradicional Exposição Internacional de Arte de Veneza, este ano a 56a. com o tema “All the World`s Futures”, sob a curadoria de Okwui Enwezor e organizada pela Bienal de Veneza presidida por Paolo Baratta.

A mostra mantém 89 participações nacionais nos pavilhões ‘ai Giardini, all`Arsenale’ e no centro histórico de Veneza. São cinco países presentes pela primeira vez: Grenada, Ilhas Maurício, Mongolia,  Moçambique e República de Seychelles. Outros países também participam este ano depois de uma longa ausência: Equador (1966), Filipinas (1964), Guatemala (1954).

O Vaticano participa com uma mostra na Sala das Armas, um espaço que a Bienal restaurou para ser destinado aos pavilhões permanentes.

O Pavilhão da Itália no Arsenal, organizado pelo Ministério dos Bens e Atividade Cultural com a direção geral de arte e arquitetura contemporânea e periferia urbana, tem a curadoria este ano de Vincenzo Trione.

São 44 os eventos oficiais paralelos autorizados pela curadoria e promovidos por organizações internacionais, que estabelecem suas mostras e iniciativas em vários lugares da cidade.

DSC01180

Mostra Internacional

A  mostra “All The World`s Futures” forma um único percurso expositivo que se articula com o Pavilhão Central ( Giardini) e Arsenalle, incluindo 136 artistas dos quais 89 estão presentes pela primeira vez, provenientes de 53 países e 159 são novas produções realizadas por esta edição.

“A Bienal tem 120 anos de idade, e ano após ano continua a construir até mesmo a sua própria história, que é feita de muitas lembranças, mas, em particular, de uma longa sucessão de diferentes pontos de observação do fenômeno da criação artística na contemporaneidade.”

Assim Paolo Baratta abriu a edição deste ano, recordando que “Bice Curiger nos trouxe o tema da percepção e Massimiliano Gioni estava interessado no fenômeno da criação artística do interior, as forças interiores que levam o artista a criar”.

Hoje, o mundo nos é apresentado por meio de fraturas e lacerações graves, por assimetrias e incertezas sobre as perspectivas. Apesar dos enormes avanços no conhecimento e tecnologia, vivemos uma espécie de ‘idade da ansiedade’.E a Bienal retorna a observar  a relação entre a arte e o desenvolvimento da realidade humana, nas forças sociais, políticas, e nas buscas dos fenômenos externos. Se quer, então, indagar de modo as tensões do mundo externo tocam a sensibilidade, as energias vitais e expressivas dos artistas, seus desejos e os movimentos da alma. A Bienal chamou Okwui Enwenzor, explica Baratta, também pela sua particular sensibilidade a estes aspectos.

“Curiger, Gioni, Enwezor: quase uma trilogia – sintetiza o presidente – três capítulos de uma pesquisa da Bienal de Veneza e seus referimentos úteis para formular juízos estéticos sobre a arte contemporânea, questões ‘critica’ depois da fim da vanguarda e da arte ‘não arte’.”

“Okwui não pretende ser juiz ou exprimir uma profecia, mas quer convocar a arte e os artistas de todas as partes do mundo e de diversas disciplinas: um Parlamento das Formas. Uma mostra global onde nós podemos interrogar, ou ao menos escutar os artistas provenientes de 53 países, e muitos de várias áreas geográficas que nós denominamos de periféricos. Isto nos ajudará também a nos atualizar-se sobre a geografia e os percursos dos artistas de hoje, matéria esta que será objeto de um projeto espeical: aquele relativo ao Currículo dos artistas que operam no mundo. Um Parlamento , portanto, para uma Bienal de várias e intensa vitalidades.”

“Aquilo que se expõe na Bienal tem como fundamento 120 anos de história das artes, cujos fragmentos são em cada angulo e de várias frentes, considerando a instituição obra na arte, na dança, no teatro, na música e no cinema (…). É um lugar de ‘imagens dialéticas, usando a expressão de Walter Benjamin”.

“E ainda estou satisfeito – conclui Baratta- de não ter escutado as tristes considerações de quem, em 1998 dizia que a mostra com pavilhões estrangeiros era outmoded(fora de moda) e que já estava eliminada, talvez colocando em prática um cubo branco, um espaço asséptico, no qual seria  exercitar a nossa abstrata presunção ou para dar hospitalidade à ditadura do mercado. Na verdade, a nossa articulada e complexa realidade nos ajuda a evitar este perigo. A grande montanha de fragmentos de nossa história cresce a cada ano, e à frente esta ainda uma montanha maior daquilo que não foi mostrado nas Bienais do passado”.