Ammiro Leonardo Boff da molte anni. Le sue parole sono sagge e un balsamo di speranza a chi le ascoltta, sebbene anche sono energiche perché esalta l'importanza della solidarietà e l'armonia dell'uomo con la natura.
Boff, il teologo, filosofo e scrittore è soprattutto uno dei pensatori viventi brasiliani più rispettati e riconosciuti a livello internazionale, che ha nella sua storia fatti importanti sulla lotta politica, sociale e ambientale degli ultimi 50 anni in Brasile. Un intellettuale che è una cultura viva e sue parole lasciano l’ascoltatore in uno “stato di grazia” per mostrare anche che è possibile trovare una luce alla fine del tunnel.
Indipendentemente dalla religione cattolica che segue e professa, anche dopo aver lasciato il sacerdozio dell’Ordine Francescano nel 1992, il linguaggio di Boff è universale ed ecumenico quando parla attraverso la poetica della spiritualità che arriva al cuore delle persone.
Forse perché sempre è stato a favore dei poveri e delle minoranze e ha usato le sue conoscenze per difendere le ingiustizie sociali con coraggio e indignazione.
Tale è la forza delle sue idee relative alla Teologia della Liberazione presentate nel Libro: Chiesa: carisma e potere, che nel 1984 fu sottoposto a un processo dalla Sacra Congregazione per la Difesa della Fede, ex Sant’Uffizio, in Vaticano.
Questo processo gli valse la condanna nel 1985 con la sentenza a rimanere in “silentium obsequiosum” per un anno, quando fu destituito da tutti i suoi doveri editoriali e di insegnamento in campo religioso. Fonte: Leonardo Boff. wikipedia
Questa volta ho ascoltato Leonardo Boff all’incontro online degli Stati Generali della Cultura e ancora una volta mi sono reso conto che è un grande maestro e che bisogna assimilare lentamente sue parole, a piccoli sorsi, perdonami la metafora, per registrare ciò che lui trasmette con tanta saggezza.
In qualità d’essere una insistente e ostinata difensore delle arti e della cultura come strumenti per la trasformazione sociale, lo applaudo con entusiasmo il ragionamento di Boff sull’uomo come essere culturale.
Ecco perché i governi autoritari fanno come prima misura per indebolire il potere che emana dal popolo, annullano e distruggono le radici culturali e le manifestazioni artistiche.
“La cultura è vita! Non esiste un essere umano naturale. Ogni essere umano è un essere culturale. (…) Dobbiamo continuamente creare, lavorare con la natura e con noi stessi da sopravvivere e garantire la vita (…) La cultura ha la stessa estensione della vita umana. Non è una cosa congelata. La cultura viene sempre fatta e rifatta come la vita. (…).
Affinché il lettore possa capire meglio cosa intendeva Boff, proviamo un riassunto. Lui spiega che la natura umana ha bisogno di svilupparsi in un ambiente, in cui stabilisce modelli legati ad usi, costumi e abilità che si caratterizzano come cultura. Un popolo ha sua cultura – cibo, musica, letteratura, balli, architettura, arte – che viene costantemente rinnovata e ricreata. Boff vede la cultura brasiliana in un modo molto didascalico che vale la pena riprodurre perché separa alcune caratteristiche culturali che nel corso della storia hanno rivelato il profilo del nostro popolo: cultura del dominio e dell’imitazione; cultura della resistenza (i quilombola sono un esempio contro la colonizzazione degli schiavi); cultura della liberazione (che inserisce movimenti sociali); cultura della rifondazione del Brasile (prolungare la dipendenza, considerando che il paese è ancora una multinazionale e cita alcuni nomi importanti, ha sviluppato nuove ideologie con libri fondamentali per “pensare il Brasile da noi stessi), cultura genuina nella sua ampiezza come si manifesta se stessa nelle sue ampie dimensioni (ogni regione brasiliana crea la propria identità).
Consiglio al lettore da guardare il video su questo link Stati Generali della Cultura e di approfittare di questa lezione sull’identità culturale brasiliana, nonché a chiunque sia interessato a visitare il sito web di Leonardo Boff, ricco dell’articoli che ci fanno riflettere su temi dell’attualità.