La originalità e il colore delle fiere brasiliane sono tale che camminare tra le vie dove ci sono le bancarelle a cielo aperto è una attrazione unica in Brasile. Queste fiere sono veri spettacoli, stravagante, esuberanti nella colore delle frutte che ci sono in abbondanza, nei cereali, nelle erbe e nei carni di tutti i tipi.
Ho conosciuto la Fiera del Alecrim, a Natal, Rio Grande do Norte, e a Maceiò, in Alagoas, vicino al mercato della città, entrambi nel nord-est.
Maceió
A Maceió, capitale della regione di Alagoas, famosa per le belle mari, nel nord-est brasiliano, la fiera è permanente e si estende per quasi un quartiere vicino al mercato della città. Lì si vendono carni, erbe, verdure, pentole, vestiti, candele e immagine del Candomblé ( religione africana).
Le bancarelle sono accanto all’altra e cosi insieme si formano tra sè i vicoli oscuri e misteriosi attraendo le persone cercando di catturare immagini di questa vera e propria arte che è il “essere” e ” il “ avere”di un popolo che vive nel nord-est che é un altro Brasile in contrasto con il Sud.
Le persone si resteranno sorprese con il rumore delle pentole appese nelle bancarelle e conforme il vento suonano una musica esotica o si ammireranno con le erbe più stravaganti, pomate, unguenti, pozioni, saponi, con la promessa di curare tutte le malattie del mondo.
Indio
Questa é la bancarella che offre la conoscenza sacra dell’indio. I nostri sciamani che detengono la conoscenza delle piante curative brasiliane, corteccia, foglie, radici che lasciano un profumo della clorofilla nell’aria o quelli profumi che lasciano i nostri sensi aperti all’esperanza della vita d’avere una vita con salute.
Un profumo inebriante!
La Feira do Alecrim, a Natal, Rio Grande do Norte, anche nord-est, si realizza ogni sabato e si trova in uno dei quartieri più antichi della capitale Potiguar. La fiera è cantata in prosa e verso dal poeta-menestrello, la presenta come un spettacolo che mescola i colori e i profumi.
Natal
Rio Grande do Norte è uno dei principali produttori di frutta del Brasile, dove incontrano tra le più conosciute come mango, banana, anacardi, avocado, ananas, anche fino a quelli specie esotici come ceriguela, caja, imbu.
“Te lo dico io amico, si mette a posto in questo sabato che noi insieme faremo un giro nella Fiera del Alecrim e cose meravigliose te lo mostrerò “.
Con questi versi il poeta (cordelista) Elinaldo Gomes de Medeiros, anche nominato “Bocca di Miele”, inizia la storia della Fiera del Alecrim raccontata in un poema suo chiamato la “ Fiera del Alecrim onora i suoi eroi”.
Lo sguardo Critico
Le fiere a cielo aperto sta resistendo e sfidando i giganti consumatori, i supermercati con i suoi scaffali inodori e senza vita. La tradizione della fiera è una forza viva, immagine culturale di un popolo a dimostrare come vive la gente di quel luogo.
Il giro deve essere in silenzio sentindo l’emozione tra la poetica e la ricerca a vedere che cosa è più evidente nelle bancarelle, i tipi dei frutti o verdura, i colori, cereali che sono consumati o come la gente mette in vendita i produtti a vista.
Se è in promozioni molti venditori urlano i prezzi al vento per il mondo ascoltare o rimangano in modo silenzioso, però con un buon prezzo, e molti altri dettagli che si può sentire con lo sguardo raffinato.
Una vera arte… arte del cuoco!
Toccare
Questo esercizio sensoriale e artistico di andare in una fiera deve essere trasmessa di madre a figlia o figlio come una eredità.
Noi brasiliani abbiamo bisogno di toccare con la mano per sentire se il frutto è davvero maturo e pronto per essere gustato.
La papaya deve essere morbido, cocomero si deve colpire leggermente il guscio, il melone dobbiamo premere la stremità e se è morbida sarà proprio per mangiare e cosi via. L’uso del plastico inquina e ritira questa svolgimento dei sensi.
La cosa importante è stabilire un contatto sensoriale con il cibo che dobbiamo mangiare.
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