Cosa che gli italiani non nascondono mai è l’orgoglio al patrimonio culturale e artistico che c’è a Roma – la città eterna. Assolutamente con ragione! Roma offre sempre piacevoli sorprese su ogni centimetro di parete, angolo e vie o qualsiasi palazzo a visitare. Roma è storia e arte!
Questo anno sono stata nella città eterna nel freddo e piovoso inverno di febbraio e ho trovato uno spazio accogliente anche a buon prezzo alla tasca dei brasiliani, soprattutto di estremo buon gusto. Guardate! La prenotazione è stata all’ultima ora, un giorno prima di ritornare.
Una vera sorpresa come sempre Roma mi offre ogni volta che la visito. Lo spazio è una galleria d’arte che ospita un hotel. Spiego meglio, una mostra d’arte con la missione di accogliere perché “l’arte è benessere”, secondo il team che ha progettato l’albergo. Nel gruppo che ha proiettato l’albergo la proprietaria è la più appassionata per quello che presenta, infatti, molto più una curatore innamorata del suo progetto o mostra d’arte ‘sogno così sono 2.0’.
L’arte ha fatto parte della vita di Cristina Colini da quando è nata a causa di suo padre. “Sono nata e cresciuta al fianco di un vero artista”, afferma Lei. “Mio padre era un bravo artigiano nella età dell’oro del vitro (oggi soltanto Murano rimane) e a lui piaceva parlare e insegnare a me molto sull’arte.
Arte è benessere!
Quando affermo sicuramente che lo spazio è accogliente, non mi riferisco al comfort e al numero di stelle nella sua classificazione turistica, ma alla condizione ludica che offre quando ricopre le sue pareti di opere d’arte. Inoltre, mantenere la vecchia cappella del convento come luogo di meditazione e celebrazione è un segno di comportamento rispettoso nei confronti della storia e degli artisti.
La cappella merita di essere descritta per possedere una magnifica opera, un panello in mosaico dall’artista e teologo sloveno Marko Rupnik. Il pannello raffigura la scena della morte di Cristo dopo la crocifissione con Giuseppe d’Arimatea e Maria Maddalena. La forza dello sguardo e come è possibile che le piccole pietre guidate dalla poetica di Rupnik possono trasmettere allo spettatore il dolore di Giuseppe d’Arimatea attraverso alla sofferenza di Cristo.
“Rupnik è l’artista degli icona e lavora negli espressioni degli occhi. Guarda la sofferenza di Giuseppe d’ Arimatea è impressionante l’emozione è più che una sofferenza, ma una tristezza profonda dell’anima trasmessa negli occhi”.
Le opere d’arte
Alcune opere esposte lì sono dei giovani artisti italiani come Giovanna Basile. “Donna al Bar”. Una scultura che segna uno stile molto personale. Le sue sculture delinea un corpo che sembra essere sempre in movimento. I colori tracciano un percorso nel corpo, l’arteria pulsante, la radice che si allarga.
L’archivio fotografico di Giuseppe Bruno che decora la caffetteria mostra l’abitudine dell’Ottocento in Italia, principalmente dal Sud dove è nato – Taormina, in Sicilia. La serie delle onde ( il mare) di Angela Bonnavita adorna le pareti della scala che conduce al secondo piano e le opere di Cristina in stampa su legno conferiscono un fascino alla decorazione, così come i lampadari sono tutti uniche e realizzati con creatività e colore.
Roma convive con gli opposti nella struttura della città, dove il presente e il passato ne fanno una città paradossale che sfida lo sviluppo moderno. Tuttavia, i romani sapono come sfruttare gli ostacoli nella proiezione del contemporaneo senza danneggiare ciò che è antico.
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