Sant’Agostino diceva che “La vita è un libro e quelli che non viaggiano leggono soltanto la prima pagina.” Oggi, penso di poter dire che lui aveva ragione.
Dopo tanti anni sulla strada, davvero, dico che non c’è niente di meglio nella vita da viaggiare. In aereo, in macchina, in autobus … con un libro, un film … una canzone … viaggiare con il pensiero, con l’apprendimento, nella realtà, ampliando gli orizzonti.
Sono felice per vedere che viaggiare oggi, sta diventando più accessibile rispetto a prima, prendere un aereo per l’Europa, l’Asia, l’Africa non è così impensabile come anni fa.
Sono anche felice quando vedo sempre persone investendo in viaggi molto di più che dall’altra cosa. Il piacere comincia con la pianificazione, la prima cosa, la seconda è durante e quando siamo vivendo e scoprendo luoghi e poi, con i ricordi che rimangono e le storie che raccontiamo.
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Adoro chiacchierare con gli amici sul viaggi; hanno sempre qualcosa da dire, abbiamo sempre qualcosa da condividere. Mi ricordo quando mio fratello e la sua fidanzata hanno preso un anno sabbatico per fare un viaggio in zaino in Asia. Lui spediva un’e-mail settimanale raccontando le storie e le avventure e ogni volta che leggevamo sembrava come se fossimo lì con loro.
D’altra parte, posso anche dire che ho fatto il mio anno sabbatico. E’ stato 10 anni. E mi è piaciuto così tanto che non ho trovato più il cammino verso casa. O meglio: ho fatto una espansione di questo cammino. Ho vissuto in quattro paesi diversi e la verità è che una volta che si comincia mai si vuole fermare. Io voglio vivere anche in un paio di più. E, se possibile, conoscere il mondo.
Cambiamento di priorità
Dopo aver trascorso così tanto tempo lontano da casa, le mie priorità sono cambiate completamente. Non ho certe paure, insicurezze che molte persone possono avere. Non ho il sogno di una casa o l’auto dell’anno. Naturalmente cerco stabilità e qualche conforto, ma ho scoperto che è più mentale che pensiamo.
Quella l’insicurezza che mi affliggeva, ora non è niente neanche un seme nel mio giardino. Non ho più paura del incerto, perché è una paura irrilevante: l’incerto arriva sempre. Nessuno davvero è sicuro di quello che l’accadrà. La quella sicurezza di tanto acquistiamo è più illusoria di quanto sembra. Niente e nessuno garantirà il domani. Né il denaro, né la tua casa, tua macchina o la tua assicurazione sulla vita.
Fuori di Brasile
I miei primi anni fuori del Brasile mi hanno insegnato ad affrontare quelle paure e vivere con meno. Cosa difficile in un paese consumatore come la Spagna o il Brasile, dove ogni momento la società e le persone sono incoraggianti acquistare o spendere.
E la verità è che quello che ho comprato negli ultimi anni nel livello materiale è nulla in confronto ai corsi e viaggi che ho fatto. Ho fatto risparmio per riuscire studiare e a viaggiare. I miei beni di prima necessità sono diventati altro e hanno cominciato ad espandersi orizzonti nella direzione opposta di molte persone intorno a me.
La verità è che non mi ricordo sui pantaloni, le scarpe e la borsa che ho comprato. O non ho acquistato. Però ricordo per anni e anni nei viaggi che ho fatto ed i momenti che ho vissuto. Amici, famiglia, Natal insieme; un viaggio in Messico con mio fratello; Russia con mio marito. Penso nei corsi in cui ho investito e quello che ho imparato. Rimango a pensare 10 volte nelle storie e romanzi che ho letto. E piango, rido, mi diverto con questo tipo di memoria: loro sono la prova più grande che sto godendo la vita al massimo.
Non scrivo questo come una lezione morale a chiunque. In realtà ho bisogno sentire la mia voce a darmi conto che anche ho disimparato alcuni concetti che mi ha dato l’instabilità. E rimanendo in un paese, così tanto tempo, con un certo “status quo”, la verità è che ho bisogno di un giro di più lì o là per vedere quello che posso imparare di nuovo in questo grande mondo a parte.
Passata la paura, c’è il mondo.
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