Il documentario “How to change the world“ (Come cambiare il mondo), racconta le origini e la storia del più importante movimento ambientalista del mondo: Greenpeace.
La narrativa è emozionante e rivela la passione di un gruppo di giovani attivisti, in cui il primo movimento di protesto è stato realizzato con una vecchia barca di pesca, con un obiettivo di fermare i test atomici decisi da Nixon, a Amchitka, Alaska.
L’ideale era puro, romantico, credendo che la lotta era per costruire un mondo migliorare.
beneficio
Senza screditare il fantastico lavoro dall’organizzazione in beneficio dall’umanità, anche al pianeta, la affermazione è per sottolineare che l’uomo non ha imparato la lezione. Continua ancora avido e distruggendo sempre di più la sua casa.
Oggi il mondo è peggio, sì, si può dire senza la preoccupazione di errori nell’analisi. I mari hanno tanto plastico che ne già esistono isole nel Pacifico composte di rifiuti che si usa e getta. Balene e foche, che erano le prime lotte dell’organizzazione, adesso non vengono più cacciati indiscriminatamente, ma corrono il rischio di morire ingerendo plastico o materiale tossico.
Nicolo’Carmineo in questo video parla di ciò che sta accadendo nel mare dagli eccessi dei consumi del mondo moderno.
In Ghana, la questione sociale è grave e uno dei problemi principali è i rifiuti tecnologici, telefoni cellulari, computer, che se getta e usa, buttato via nella Africa, provocando inquinamento e malattia nella popolazione.
La direzione del Greenpeace non è più la stessa che dell’inizio nel 1971. Ci sono stati in disaccordi e il gruppo si divide quando l’organizzazione diventa grande. Robert Hunter è uscito prima e muore di cancro nel 2005, forse per la delusione di vedere che il suo sogno è diventato troppo romantico avanti la situazione attuale del pianeta.
Se Greenpeace mira a cambiare ancora il mondo ha bisogno di investire tutti gli sforzi e soldi in un cambio radicale nel comportamento di consumo dell’umanità, in particolare nel primo mondo, soprattutto i paesi più sviluppati che sono i principali inquinatori. Sarà possibile vincere questa guerra contro il capitalismo selvaggio?