The_Scream

L’urlo di Munch e l’attuale appropriazione di Renato Aroeira

È certo che l'artista norvegese Edvard Munch non avrebbe mai immaginato che il suo lavoro, L'urlo, sarebbe così tanto attuale nel concetto che sprime spavento. Soprattutto, evidenziato in un Brasile con paura come il fumettista Renato Aroeira lo rappresenta in una nuova lettura dell'opera.

Il disegno di Aroeira, appropriandosi dell’opera di Munch (1893), è stato realizzato esclusivamente per illustrare il Manifesto ‘La Vita Prima di Tutto’ e mostra la mappa del Brasile al posto della testa, con lo sguardo di totale terrore.

Dagli anni ’90, un numero crescente degli artisti interpretano, riproducono o si appropriano dell’opere, l’idee, l’immagini, l’oggetti, prodotti e rappresentano con una nuova lettura, un nuovo lavoro che si collega con il mondo contemporaneo.

Il manifesto è un movimento dell’indignazione guidato da un gruppo dell’intellettuali, l’artisti, gli scienziati, contro le politiche del governo e la mancanza di vaccini per frenare l’avanzata del Covic 19 nel paese, incui il fumettista ha firmato e collaborato con la sua arte.

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L’ispirazione di Aroeira nell’opera di Munch non potrebbe essere più precisa per definire il sentimento dell’angoscia dei brasiliani  sulla calamità che il Brasile sta vivendo oggi a causa della pandemia e per l’incuria di un governo che non ha adottato misure drastiche ed efficaci per contenere la diffusione del virus.

Illustrazione di Renato Aroeira

Questo documento è firmato da tante brave persone, cittadini che augurano il bene al Brasile, insieme a personalità che non accettano l’incuria del governo federale in relazione alla pandemia. Tra i nomi ci sono artisti, politici, intellecttualli, a esempio di: Dilma Roussef, Chico Buarque, Miguel Nicolelis, Fernanda Montenegro, Boaventura de Sousa Santos, Gilberto Gil, Adolfo Perez Esquivel, padre Júlio Lancelotti, Leonardo Boff, Silvio Tendler, Hildegarde Angel, Casagrande, José de Abreu, Carol Solberg, Gregório Duvivier, Laerte Coutinho, Renato Aroeira, Zélia Duncan, Bete Mendes, Celso Amorim e vários outros ex-Ministros de Estado….

Renato Aroeira è uno dei più importanti fumettisti brasiliani. Fa critiche aspre e vigorose sulla situazione politica nel Paese. Un comportamento irrequieto nell’arte che gli ha già portato diversi problemi, uno dei quali è un processo che lo ha inquadrato nella legge sulla sicurezza nazionale, da cui è stato assolto.

La consapevolezza che sento è che il fumetto gioca un ruolo importante oggi in questo movimento sociale. Fin da piccolo ho imparato, come fumettista, a rispettare chi viene picchiato. Le battute sessiste, omofobe e razziste hanno perso il loro fascino per me. Mi sono reso conto di com’era la vita, che era una persona bianca, eterosessuale, cisgender, della classe più privilegiata”, dice lui.

L’opera originale O Grito, di Edvard Munch, è attualmente alla National Gallery di Oslo ed è stata dipinta nel 1893, sebbene sia una delle quattro versioni realizzate dall’artista in un arco di 17 anni.

“L’episodio che ha portato alla nascita dell’urlo Munch, viene narrato dallo stesso artista all’interno del proprio diario: Edvard stava camminando all’interno di un parco con un paio di amici, ma ad un certo punto, si sentì terribilmente stanco e fu costretto ad appoggiarsi ad una palizzata, mentre i suoi due amici procedevano nella camminata.

Dal punto in cui si era fermato, Munch riusciva a scorgere il fiordo in lontananza, mentre il tramonto che circondava la città si stava trasformando in delle lingue di fuoco e, proprio in quel momento, l’artista dentro di se, sentiva lurlo straziante”. Ricerca nel site:  L’urlo di Munch

L’artista non realizzò questo quadro il giorno stesso, ma ci volle del tempo; fino a che, nel 1893, riuscì a realizzare in modo definitivo la scena che aveva in mente; negli anni successivi, realizzò altre versioni di questa scena:

  • La prima versione del l urlo quadro è solo una bozza della versione definitiva, realizzata con un pastello su cartone
  • La seconda, è quella più popolare e definitiva, conservata ad Oslo
  • La terza, del 1895, è più piccola della più celebre versione di Oslo, ed è un pastello su tavola
  • La quarta versione, poco più grande della precedente, realizzata nel 1910, è una tempera su pannello

“Nella scena rappresentata dall’artista, in primo piano si scorge un uomo che sta lanciando un fortissimo urlo, e nell’atto di voler dare quanta più forza possibile al proprio grido, porta le mani attorno al volto, arrivando quasi a schiacciarsela.

Ponendo attenzione proprio su quest’uomo in primo piano, è possibile notare che è privo di qualsiasi elemento di riconoscimento: la sua pelle ha un colorito giallo/verdognolo, il suo corpo è serpentiforme, la sua testa è allungata, quasi come se non avesse ossa al proprio interno, le labbra sono nere, gli occhi sbarrati e le narici dilatate dal fortissimo urlo; quest’essere è diventato il perfetto simbolo del Munch urlo.

Il protagonista dell’opera non è propriamente l’uomo appena descritto, ma piuttosto, l’urlo che emette: l urlo di Munch spiegazione è da rintracciare nel pessimismo di fine Ottocento, dove l’incertezza dell’essere umano costituiva un punto di spunti e di ricerche, ed a tal proposito, in questi anni cominciarono ad avere maggiore rilevanza gli studi che stava effettuando Freud sull’inconscio umano.

Spostando lo sguardo sulla sinistra del l urlo Munch, è possibile notare due sagome (probabilmente i due amici a cui Edvard faceva riferimento nel proprio racconto), molto lontane dall’essere in primo piano: i due uomini sembrano voler prendere le distanze dall’urlo lanciato e che sta distorcendo l’intera natura; il loro volersi allontanare dal protagonista, probabilmente simboleggia la falsità dei rapporti umani.” analisi de  Dario Mastromattei

Come capire Munch è anche necessario essere trasportati nel proprio tempo. La fine del XIX secolo fu il culmine della creazione di Munch, quando il mondo stava vivendo l’effervescenza della scoperta della radioattività, delle onde radio, dei raggi X.

Munch era affascinato da questi fenomeni e le sue opere avevano presenze doppie e spettrali che rimanevano tra i confini mutevoli tra il materiale e l’immateriale. Apparizioni di fantasmi altrettanto luccicanti si possono trovare in dipinti come The Dead of Bohemia – 1925, in cui gli ultimi giorni del suo amico Jan Jaeger, lo vedono circondato da una figura allucinatoria.

Altre opere usano i raggi di propagazione per suggerire una visione cosmica trascendente. Il Sole è stato concepito per l’Università di Kristiania come parte di una monumentale serie di dipinti, che Munch ha descritto come una rappresentazione dell’umanità nella sua ricerca di luce, rivelazione, luce in tempi di oscurità.

The Sun - Munch / 1910
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