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Frammenti sulla storia della schiavitù in Brasile

Molto è successo dopo la libertà degli schiavi in Brasile. Un lato perverso della storia brasiliana senza niente scritti nei libri ufficiale. Cosa è successo agli ex-schiavi nell'adattamento alla nuova vita con libertà. Organizzando la biblioteca ho trovato una preziosa pubblicazione in lingua portoghese.

Il libro, “Brotas: a Quilombo in Itatiba”, racconta la storia di due donne nere, ex schiave, alla ricerca di uno spazio nella società dei bianchi. Madre e figlia che sono state separate e vendute a diverse fattorie.

I toni turchese e marrone che compongono l’impaginazione del libro danno al lettore il senso della terra, il colore turchese fa un contrappunto e ammorbidiscono le pagine che raccontano l’altro lato della storia sul destino degli ex schiavi, dopo il La legge che ha finita la schiavitù in Brasile, 1888. La narrazione è ricca di testimonianze e ricordi di un tempo passato, di sconfitte e vittorie.

La pubblicazione lanciata nel dicembre 2010, presso l’Istituto Paulo Freire, a San Paolo, presenta la memoria afro che i libri scolastici sulla storia del Brasile non erano interessati a registrare.

La proposta nasce dalla volontà di Rosemeire Barbosa, ideatrice del progetto, che ha sempre desiderato che i bambini e gli adolescenti del ‘Quilombo’ ( parola brasiliana che nomina un rifugio da schiavi) potessero condividere le loro storie e quelle dei loro antenati nelle scuole di Itatiba, a San Paolo.Il lavoro di professionisti come l’educatrice Mariana Galvão, nell’organizzazione dei contenuti, la designer Marcela Weigert, nelle illustrazioni e nel layout, il fotografo Alex Macedo, nel trattamento delle immagini, adolescenti e residenti del Quilombo Brotas, e il gruppo che ha prodotto testi, hanno fatto la differenza in questo progetto che è stato realizzato con le risorse del Programma di Azione Culturale dello Stato di San Paolo (Proac)

Una cassa di soldi
L’icona del libro è una grande cassa di legno, in cui la coppia – Emília Gomes e Isaac Modesto de Lima – schiavi di una fattoria di Itatiba che sono stati rilasciati dopo la morte del proprietario, che era usato come una Banca e da anni era messo il soldi come risparmio.

I due hanno acquistato 12 ettari di terreno più di 120 anni fa, in un luogo che oggi è la periferia di Itatiba, nell’interno di San Paolo, e che, secondo la ricerca storica, era la sede di un Quilombo, motivo per cui, si può dire che la comunità di Brotas abbiano resistito per più di due secoli durante i quali hanno trovato rifugio diverse famiglie nere.

Attualmente nella comunità vivono 150 persone, ovvero 32 famiglie. Secondo gli abitanti del Quilombo Brotas, i loro antenati avevano una tradizione di ricevere nella loro terra tutte le persone con problemi finanziari e senza un posto dove vivere. D. Maria – la nipote di Amélia, figlia di Emília – racconta che sua nonna aveva casette vuote, ma sempre ben tenute, che prestava a chiunque avesse bisogno di sistemarsi da tempo.

“Le persone rimangono qui abbastanza a trovare un lavoro e organizzare una vita megliore”.

Illutrazione Marcela Weigert

La saga di Emília Gomes inizia quando lei e sua madre Maria Emília erano schiave di una fattoria a Rio de Janeiro e sono stati vendute in un mercato di schiavi a Santos. Tuttavia, un contadino ha preso sua madre e non ha voluto prendere la figlia che dopo è stata venduta a un contadino a Itatiba.

Emilia incontrò suo marito Isaac de Lima alla fattoria di São Benedito, dove lavoravano come schiavi, intorno al 1850. Ebbero diversi figli, tra cui Amélia de Lima, che non era più schiava alla nascita dalla vantaggio della legge del ‘Ventre Livre’ ( tutta le bambini anconra nel grembo materno era considerata libera)

 

illustrazione Marcela Weigert

Ana Tereza, un’altra nipote di Amélia, ricorda il quanto è stato difficile per i suoi antenati acquistare queste terre. Secondo lei, Amélia ha detto di aver lavorato con suo padre nei campi dall’alba al tramonto. Avevano un solo cambio di vestiti e quando pioveva nei campi si bagnavano e non avevano altri vestiti asciutti da indossare.

Suo padre, Isacco, diceva confortandola: “Sia paziente figlia mia. Spetta a noi pagare il posto in cui vivere. Appartenere a tutti. Perché tutti che hanno il mio sangue abbia un posto dove vivere ”.

La lotta della coppia Amélia e Isaac è una delle tante storie di sofferenza dei neri ridotti in schiavitù in Brasile. Tuttavia, nonostante le violenze subite dagli africani, hanno lasciato segni indistruttibili nella cultura brasiliana: nella musica, nella fede, nel diffondere il sentimento di speranza e solidarietà al fratello.

Il libro ‘Brotas: um Quilombo in Itatiba’ affronta anche questioni come la definizione di cosa sia il Quilombo, sul contributo culturale e religioso afro-brasiliano, cibo, quilombolas, pregiudizi, legislazione in materia, consigli pedagogici e molti altri dettagli.

Il libro è un documento prezioso che dimostra l’eterno debito che il Brasile sempre avrà con i discendenti degli africani che vivono in questo paese.

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