Quando il teorico del movimento surrealista, il poeta francese André Breton, ha pubblicato il suo manifesto sul surrealismo, non poteva prevedere che la parola da lui creata, surreale o surrealista, mai perderebbe l’attualità.
Si ascolta sempre qualcosa come, ‘ la situazione era surreale’ , soprattutto in Brasile un paese irrimediabilmente surreale.
Lasciamo i scherzi sul Brasile a parte, e dobbiamo parlare del movimento surrealista (1924) e della sua proposta di trasgressione sociale manifestata in varie espressioni artistiche.
Il movimento è stato iniziato in un momento di incertezza politica, tra le due guerre mondiali e ispirato dagli studi psicoanalitici di Freud, come una critica a complessità del tempo e la fragilità della condizione umana.
In Brasile, un paese ancora di cultura coloniale nel inizio del ventesimo secolo, la modernità del pensiero è venuta sempre in ritardo, indietro l’Europa o EUA.
Questo panorama non permette la trasgressione e fa con che il movimento surrealista sia timido. Salvo alcuni sforzo delle artiste avanguardista come Mario e Oswald de Andrade – scrittori – e opere dell’Ismael Nery, Tarsila do Amaral , Cuca.
Floriano Martins in un articolo afferma che Ismael Nery e Murilo Mendes erano gli apostoli del surrealismo e anche surreali nella loro vita, contraddittori, ciò nell’arte erano artisti di avanguardie, però vivevano in un modo conservatore e religioso.
Bene, parlare del movimento in Brasile avrebbe bisogno un articolo speciale che non interessa in questo caso.
La breve introduzione è appena un preambolo a presentare l’articolo dal giornalista italiano Marco Lovisco, che è molto didattico e istruttivo a laici e gli interessati all’arte.
Pubblicazione originale Due minuti d’arte
Joan Miró, Il carnevale di Arlecchino, 1924-25. olio su tela, 66 x 93, Albright-Knox Art Gallery, Buffalo, NY, USA
La razionalità a volte ci frega e ci rende ciechi. Sembra un paradosso ma non lo è, e di certo non lo era per Breton, Dalì, Magritte, Miró, Ernst e gli altri artisti che hanno abbracciato il surrealismo dichiarando guerra alla dittatura della ragione. Forse perché essere razionali, saggi e precisi può aiutare a vivere più a lungo ma in cambio di un’esistenza che teme di varcare le soglie del visibile.
L’arte surrealista ha il pregio di costringere lo spettatore ad andare al di là di ciò che l’occhio vede, per mostrare una realtà diversa che esiste in un universo che non può essere toccato, ineffabile come un sogno o reale come il mondo visto con gli occhi di bambino.
1. Il surrealismo è un movimento artistico-letterario che nasce ufficialmente in Francia nel 1924, e si sviluppa nell’intervallo tra le due guerre mondiali. Oltre alle arti figurative, il surrealismo coinvolge anche il cinema e la poesia.
È lui infatti che pubblica a Parigi il manifesto del surrealismo, in cui definisce il movimento in questi teermini: “Automatismo psichico puro, attraverso il quale ci si propone di esprimere, con le parole o la scrittura o in altro modo, il reale funzionamento del pensiero. Comando del pensiero, in assenza di qualsiasi controllo esercitato dalla ragione, al di fuori di ogni preoccupazione estetica e morale.”
perché solo senza le restrizioni della ragione l’uomo è libero di esprimere la parte più autentica del suo essere. Ps: tutto questo semplificando all’estremo il concetto.
nel porre le basi teoriche del movimento surrealista. Va detto però che il padre della psicanalisi non appoggiò mai in pieno il movimento, motivando le sue perplessità in una lettera del 1932 indirizzata allo stesso Breton.
Si tratta di un processo creativo che coinvolge più artisti contemporanemente e può applicarsi sia alla pittura che alla poesia. Un primo artista disegna (o scrive) la prima cosa che gli viene in mente, senza pensarci su e passa il lavoro ad un altro artista che fa lo stesso e così via, fino a ottenere opere apparentemente senza significato come la poesia “Il cadavere squisito berrà il vino nuovo” che ha dato il nome a questo procedimento.
Il più creativo da questo punto di vista fu certamente l’artista surrealista Max Ernst che farà ricorso a molte di queste tecniche per realizzare le sue opere.
Salvador Dalì. Sogno causato dal volo di un’ape intorno a una melagrana un attimo prima del risveglio, olio su tela, 51×40,5 cm, 1944, Museo Thyssen-Bornemisza di Madrid
che sono evidenti soprattutto nelle opere di Salvador Dalì.
René Magritte, Golconda, 1953, olio su tela, 1×100 cm, Menil Collection, Houston, Texas
ma andando molto indietro nel tempo, possiamo trovare elementi chiave delle poetica surrealista anche nelle opera di El Greco, artista del rinascimento spagnolo (XVII secolo).
o la scultura ma il movimento coinvolge anche il cinema con opere passate alla storia come Un chien andalou, cortometraggio realizzato da Luis Buñuel e Salvador Dalí. Ps: la scena dell’occhio non si dimentica