La storia di Rizvan Rahman inizia con la vendita delle opere d’arte di artisti del dopoguerra, è accusato di falsario, è condannato a scontare diciotto mesi di detenzione alla prigione, dove dipinge per occupare la mente. Dopo, quando libero, diventa artista e si dà bene a causa da un talento nato e grazie all’aiuto di un benefattore che decide lo sostenere economicamente.
Pubblicazione originale nel Exibart
Rizvan Rahman
“Per due anni Rizvan Rahman si è guadagnato da vivere vendendo opere d’arte contraffatte di artisti del dopoguerra.Nell’ottobre del 2011 è stato condannato a scontare diciotto mesi di detenzione alla prigione di Ranby nel Nottinghamshire, in Inghilterra, ma nessuna prova ha dimostrato che fosse lui l’autore dei falsi. Rizvan ha sempre negato di aver realizzato le copie, ma le sue doti da artista avevano fatto sorgere più di un dubbio.
Durante i mesi passati nella sua cella Rahaman ha avuto la possibilità di dipingere e di usare l’arte per evadere e per occupare il tempo, come anche la mente.
In questo periodo di “pittura forzata” ha realizzato 22 grandi oli, attualmente in mostra nell’esclusivo distretto di Mayfair, a Londra. Una volta scontata la sua pena e dopo aver rimborsato tutte le persone truffate, Rizvan ha infatti intrapreso la carriera d’artista, con la speranza che i suoi lavori siano giudicati senza pregiudizi. Strano a credersi, ma una volta uscito di prigione ha notato un accresciuto interesse per le sue opere, al punto che un anonimo benefattore ha deciso di sostenerlo economicamente per permettergli di continuare a dipingere senza preoccupazioni. (Giulia Testa)”.
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