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La faccia ilare di un racconto giallo

 I  – Giorno a giorno

Quel giorno cominciava a Mari pieno di lavoro in cui i compiti erano tanti che superavano le ore.

Insomma diventava il giorno di una donna moderna in un impegno senza fine. Mari era vedova e madre di tre figlie e quindi accumulava la responsabilità di essere mamma, casalinga e giornalista dell’agenzia della comunicazione del governo del Paraná.

Inquieta

Una donna inquieta che faceva una giornata diaria d`accordo con il tempo previsto e misurato nella sua agenda e di modo meticoloso attualizzava tutte le sere, prima di dormire, e dopo al nuovo giorno portava insieme con sé per non dimenticarsi di niente.

Giornalista

Nel lavoro, tra una chiamata e altra, faceva gli articoli, interviste, leggeva le principali notizie del giorno,organizzava eventi e frequentemente sentiva che la mattina era finita subito e l’ora di prendere le figlie nella scuola era arrivata. Questo momento era come svegliarsi di una turbolenza dell’eccesso d’impegno.

L`ordine era arrivare a casa, pranzare e ritornare all’uffizio e specialmente, oggi, il giorno prometteva di essere diverso. Forse un presagio.

– Dio mio! – ha detto noiosa, in quel momento che si sedeva alla tavola per pranzare con le bambine. Mi sono dimenticata di andare in banca – ha ricordato.

Lei non sapeva come fare un investimento con i soldi della vendita della casa al mare.

– Questi soldi sono venuti nell’ora precisa! Adesso posso pensare al futuro e tranquillamente progettare l’educazione delle mie figlie. Forse senza lavorare tanto nei prossimi anni – ha sognato lei mentre stava pranzando.

Anche ha parlato a se stessa – mangio veloce e prendo un tempo per andare in banca a parlare con il direttore sul modo migliore d’investimento ai soldi che ho guadagnato con la vendita della casa al mare.

                                               II – Il racconto

Anche fosse inquieta e sempre veloce e con molte pianificazioni delle attività in testa, Mari mai lasciava di essere attenta e gentile a offrire qualche informazione se qualcuno si avvicinava per strada.

Questo caso è successo immediatamente quando lei è uscita dalla banca. Appena attraversava la strada, mettendo il piede sul marciapiede quando un signore molto semplice circa 40 anni, rustico nell’aspetto e nell’abbigliamento, l’ha chiamata.

Informazione

– Salve, ragazza! Per favore, vorrei un’informazione: dove è questa via?,ha puntato con il dito in quello che stava scritto in una carta un tanto spiegazzata che lo aveva ritirato dalla tasca.

Lei ha letto l’indirizzo e ha pensato….. pensato e alla fine dice che non conosceva il luogo e credeva che la via non esisteva nel quartiere. Un tanto frettolosa ha chiamato un signore che passava vicino a lei e gli ha fatto sapere di quello che cercava il signore semplice.

Al contrario questo era un individuo elegante e ben vestito.

– Per favore! Aiuti questo signore – Mari ha detto.

Conosce questa via?,ha domandato all’individuo e nello stesso tempo ha approfittato per andare via, cosi dicendo: sono in ritardo al lavoro ciao…. arrivederci…

– No, no, aspetta, aspetta un attimo… ,  le ha detto l’individuo sconosciuto.

– Anch’io non conosco questa via e credo questo signore, che non vive in centro urbano e sì nella campagna si è perso nella città, termina il ragazzo, in un modo di impedire che lei va via.

Un chiacchierare senza senso

In quello chiacchierare senza arrivare a un fine la signora volendo andare via e l`individuo, ritardandola in suo intento: – rimanga più alcuni minuti e aiuti quest’uomo!, ha detto l`individuo elegante.

Una scena bizarra

Per completare la scena, il signore, che era piccolo e grasso, faceva un’espressione sul viso che traduceva un sentimento di essere perso nel mondo e subito ha interpellato le due persone, principalmente la donna che cercava di andare via presto.

– Per favore, mi aiuti signora, ha implorato. Non conosco niente della città di Curitiba. Vivo a Pinhais e sono qui per parlare con un uomo che ha preso una bicicletta mia che avevo messo in vendita e non mi ha pagato nessuno soldi! Soltanto mi ha lasciato questo indirizzo e questo biglietto (un biglietto di lotteria) che volevo restituirlo allo scambio dei soldi che mi deve, ha detto umilmente il signore.

Certamente era tutto una farsa. Intanto è questo un momento in che qualcosa non va bene e può tornarsi peggiore o come dicono in brasiliano quel momento in che “il maiale attorciglia la coda”. L`individuo elegante si trovando un mediatore ha detto a Mari:

Biglietto di lotteria

– Guardi! È un biglietto di lotteria! Andiamo fino quell’azienda di lotteria, ha mostrato lui a un negozio lì vicino che per coincidenza era una casa che pubblicava il risultato della lotteria. Andiamo a vedere se questo numero è premiato!

E’ evidente che la curiosità di Mari era maggiore che il suo buonsenso. Questo terribile sentimento che è come un virus che non si usa e getta di modo facile.

Specialmente a lei, la curiosità non la lasciava in pace, però l’aiutava molto quando faceva il ruolo di giornalista, in interviste e per scrivere l`articoli.

Insomma là è stata lei insieme all’uomo elegante e al signore semplice nella casa di lotteria con quella curiosità da morire.

Un fatto interessante è che l`uomo elegante non cercava l’informazione con le persone del negozio e sì, andava diretto al pannello da conferire se era il numero del biglietto premiato.

– Santo Dio!, ha esclamato. Quest’uomo ha fortuna! Il suo biglietto é del primo premio. Signore ha guadagnato R$ 1 milione nella lotteria!

Premiato

Immediatamente Mari ha preso il biglietto della mano dell`individuo e lei propria è stata a conferire se era vera l’informazione.

Dopo confermare davvero che quel signore portava, di fatto, un biglietto premiato, ha pensato subito da fare un bell`articolo.

– Potrei vendere come free-lancer! Bene…. non è sempre che si incontra un fortunato con una storia tanto insolita.

Tuttavia senza dare tempo a lei di pensare, l`umile uomo, vale a dire tra virgolette, di umile non aveva niente (lei scoprirebbe dopo) con la faccia più pulita di povere e indifeso, ha detto che darebbe una buona somma di denaro se ciascuno dei due fosse aiutarlo a ricevere il premio.

La giustificativa era perché aveva una gran paura della città e di essere rubato.

Parlava questo con gli occhi semichiusi e con la connotazione di essere intriso di terrore, però con una fisionomia orribile e deforme.

Sant’ingenuità di una donna che si dice moderna e indipendente e non aveva tempo per leggere le pagine gialle dei giornali – che non le piaceva preferendo il lato giocoso della vita – quando subito ha offerto all`umile signore di portarlo in banca.

– Non si preoccupi signore con il denaro! Non volevo nessuna parte del premio, ma vedere se è vero che ha vinto nella lotteria e cercare un gestore nella banca che lo aiuti a proteggere e amministrare i suoi soldi, dice Mari.

Non è possibile una donna del ventesimo secolo – la storia è vissuta alla fine degli anni 90 – pensare di questo modo, giornalista, colta e conoscendo i pericoli del mondo moderno –  fare una proposta tanto insolita a due sconosciuti principalmente in Brasile.

Con Mari tutto era possibile un tanto “fuori testa” e senza nozione in quell’esatto momento dell`offerta che quell`uomo le aveva fatto e lei, a sua volta, lo invitando a portarlo in banca. Un assurdo!

– No, no – ha risposto l`uomo semplice. Non vado no! Accetto lo invito dopo che sarò sicuro che possa fidarmi in voi – ha detto l`uomo semplice.

–       Ohh! Veramente è un testardo quest’uomo, ha pensato lei

In quello chiacchierare improduttivo fra tre persone nel tentativo di convincere un all`atro di quello che era più interessante a sé, Mari probabilmente non ha capito bene quello che l`uomo semplice voleva dire e neanche ha avuto nozione di quello che veniva come proposta per provare la sua fiducia.

Cosi quel colloquio senza senso ha persistito per quasi un’ora e la donna aveva dimenticato del suo lavoro quando in un certo momento l`individuo elegante già alleato al signore semplice dice che era d`accordo di andare in banca ricevere il premio e prima per dimostrare la sua idoneità darebbe i suoi soldi al signore. Subito ha detto alla donna che doveva fare la stessa cosa: un prelievo in banca e dare i suoi soldi per dimostrare al povero uomo – quello che ha guadagnato nella lotteria – che era una donna molto seria.

– Quindi, ragazza – ha detto il signore, ansioso e impaziente della risposta urgente di Mari – non posso accettare il suo invito di portarmi in banca a cercare il mio premio prima di darmi il suo soldi e provare che  è di fiducia.

Quello ha finito di dire l’uomo ha fatto Mari paralizzare!

–       Madonna mia!

– È la proposta più indecorosa che ho ascoltato nella mia vita!, ha urlato lei.

Guarda fino a che punto arriva la petulanza del cittadino. Di poveretto non aveva niente, al contrario era un grande truffatore e lavorava con un gruppo connesso che sapeva quali sono le persone che avevano soldi in banca. Come loro sapevano che Mari aveva denaro dalla vendita della casa?

Non è stato possibile scoprire.

Probabilmente i due sapevano qualcosa. Forse qualche accordo malintenzionato con persone cattive che hanno cercato illegalmente i dati di Mari o una coincidenza. Forse…, Infatti, tutto è possibile in Brasile.

Come quell’uomo con quegli occhi di aquila, naso grande e di apparenza disarmonica ha fatto una proposta tanto indecorosa a una donna moderna, indipendente, colta e molto altruistica!

Tanto altruistica che era quasi un difetto e non una qualità.

Più difficile era vedere l`altro, l`uomo elegante, però astuto e facendo finta d’ingenuo, aspettando ansioso la risposta di Mari, che in questo momento si sveglia dal suo torpore abituale e metteva la testa nel luogo certo e ritornava alla terra, al mondo reale e subito ha detto a loro:

– Signore!, ha esclamato lei, lo guardando con determinazione con il dito puntato al suo naso e in pozione di difesa sotto le sue scarpe alte che la lasciava elegante e  più o meno due volta maggiore del piccolo uomo:

– Gli occhi negli occhi mostrano che è possibile vedere l`anima della persona!

Mari si è ricordata di un commento sull’integrità morale. Una volta un amico giornalista ha detto a lei che per conoscere bene una persona bastava guardare bene negli occhi e se la persona mantenesse lo sguardo, gli occhi negli occhi senza paura, era degno di fiducia.

Cosi indignata, ha continuato a ribattere la proposta indecorosa.

– Come possono due uomini i cosiddetti maschi! Che poca vergogna! – ha fatto un’espressione di superiorità e ha dato uno sguardo ai due, dal capo ai piedi.

– Non posso capire la pretensione di due uomini quando dicono che non si sfidano in una donna!

Principalmente una donna come me. Un esempio di lavoratrice Onestà! – ha parlato in tono di riprovazione. Io che mantengo tre figlie senza chiedere aiuto a nessuno e ancora ho bisogno di provare che sono una persona di fiducia!  Caspita.. mi mostra già un documento di identità!

Per la sorpresa di Mari  i due hanno sparito come in un passe di magica e la hanno lasciato sola, piantata in mezzo al marciapiede, mezza intontita, non credendo che la conversazione senza senso a ha finito subito senza spiegazione.

Surreale

Ancora quando è andata al lavoro, si chiese se era vero o no quell’incontro surreale. Arriva al lavoro (nell’uffizio lavorava tre funzionare amiche)  e racconta l`episodio dicendo che credeva nel fatto dell` uomo avere vinto nella lotteria.

In questo momento Sonia, sua amica, scoppiò in una risata.

– Non è possibile che non conosca il “racconto del biglietto premiato”?. I truffatori, in questo caso, sono persone creative e hanno astuzia di rubare senza sembrare un furto e sì una rappresentazione teatrale di una bugia in cui le principali vittime sono i cittadini che passano nelle strade.

Certamente chi ferma e comincia ad ascoltare la spudorata menzogna non si reso conto dello svolgimento, quasi un’ipnosi, in cui gli artisti del male fanno e a volta, le persone le consegnano tutto che hanno in soldi come accordo di fiducia fatto tra i due, uno scambio: “ io telo passo una parte del premio (i truffatori) si mi prova fiducia con lo scambio del suo denaro, ciò quel che mi consegnerà (le persone)”.

Loro, i ladri, sono menti brillanti in questa performance di strada, ha detto scherzando Sonia.

                                           IV – Giustizia noiosa

 Mari non pensa due volta e chiama Lucia nel telefono, avvocata e amica, e chiede a lei orientazione sul caso. Ha detto che non è stata rubata e soltanto ha perso tempo ascoltando le bugie e senti odio di se stessa per essere tanto ingenua in credere in un racconto senza nesso.

Il consiglio di Lucia è stato presentare una denuncia a polizia. Era un modo di mostrare che la città non offriva sicurezza e che la pubblicità fatta per il governo non era vera quando dichiarava bassa criminalità.

– E ‘perché nessuno fa denuncia e con questo la polizia non fa nulla e poi le cose accadono e non c`è nessun documento o prova in registro nel commissariato e i politici sfruttano dei dati bugiardi per dire che non c`è criminalità nella città, giustifica Lucia.

L`argomento dell’avvocata ha lasciato Mari indignata e ha fatto crescere dentro di sé il suo spirito idealistico. La giornalista subito ha chiamato la polizia e ha chiesto che fosse al locale dove lei ha incontrato i truffatori e cosi gli catturassero in atto. Naturalmente non è successo niente perché la polizia non aveva macchina per arrivare al locale.

Non è scherzo no. È pura verità. Esattamente in questo momento è che comincia l`altra parte del racconto. Forse ilare per alcuni e tragico per altri.

I Ladri

In effetti, la polizia non ha potuto arrestare i ladri anche ha suggerito a Mari registrare il fatto nel commissariato della pubblica sicurezza.

Precisamente è stato quello che l’ha fatto e dove ha lasciato un paio di ore con impazienza e nervosismo quando l`agente di polizia che registrava tutta la spudorata menzogna – sembrava più un villano da un poliziotto nello sguardo di Mari – insisteva in chiedere suo indirizzo e lei ha dato con una certa paura.

 In quel luogo – il commissariato – ostile e brutto nel punto di vista di Mari ha fatto il riconoscimento dei truffatori ciò di uno soltanto, l`uomo semplice che sembrava un contadino.

Si quell’era davvero il truffatore. Cosi, subito lei ha riconosciuto nella foto. Forse perché il suo sguardo è stato diretto, dentro degli occhi e ha registrato il suo ritratto nella mente con facilità. Intanto l`individuo elegante non l’ha trovato nell`elenco delle persone cercate.

– Questo io conosco, dice l`agente con calma e ha aggiunto che la polizia mai è riuscita a metterlo in prigione perché nessuno lo aveva riferito direttamente.

– Lui sempre fa compra con sua moglie e passa per me con una favolosa macchina, ha detto il poliziotto.

Nel quel momento la poveretta a fatto uno sguardo spaventato immaginando la scena:il truffatore facendo compra con la moglie e il poliziotto lo salutando, tutto nella più perfetta armonia. Che bautta!

Mentre lasciava il commissariato, ha pensato che la missione è stata finita e quel caso concluso. Intanto per sua sorpresa, un certo giorno quando arrivava del lavoro, l’agente l’ha chiamato nel telefono chiedendo a lei che concedesse un’intervista alla TV facendo un allerta sulla truffa del biglietto premiato. Era un’intervista educativa per evitare che persone cadessero nell’imbroglio. Mari era d`accordo e ha fatto l’intervista a TV.

Le truffe

 Il commissario ha spiegato che le truffe come degli anelli, delle anatre, dei biglietti e tanti altri sono motivi ancora difficili come causa giuridica da arrestare i truffatori perché ogni volta le persone non denunciano per vergogna di sé propria.

In seguita, ha raccontato che una sorella di un giudice aveva dato tutte i suoi risparmi – dollaro – e ancora aveva invitato i bastardi per prendere un caffè a casa sua.

– Che ne pensi?, non è vergognoso?, ha domandato lui.

 Il commissario dice ancora a lei che la sua intervista era una buona azione a servizio della comunità. La situazione era dubbia nell`ambito della giustizia, sotto diversi aspetti, principalmente nell’analisi della colpa. Chi è il vero ladro della storia? Chi vuole ingannare chi? Infatti, i due. Sia la vittima o il villano, in effetti, per la semplice ragione che uno lo vuole i soldi dell`altro.

Così è finita la storia….

Finito? Per certo che non è finita. Circa tre anni dopo l`evento, la campana ha suonato nella casa di Mari. Era un ufficiale giudiziario che faceva la consegna di un mandato di comparizione per testimoniare contra l`uomo che voleva passare la truffa del biglietto premiato in lei.

Citazione giuridica!

Era l`ordine di comparire nel luogo e nel tempo stabiliti, impartito dall’autorità giudiziaria per fare il riconoscimento dell`imputato o come testimonia. Questo non era piaciuto a Mari. Appena quello che la mancava!

– Non vado, ha pensato e ha fatto una chiamata al locale dicendo che doveva viaggiare nel giorno.

– Se non comparire, sarà assoggetta sanzioni penale, dice la persona d`altro lato della linea di un modo come si lei fosse il danneggiatore e ancora facendo una serie di minacce con base nella legge, codice e tutto che fa parte della giurisprudenza nel caso della persona non comparire e rispettare una citazione.

– Cazzo, adesso sono io che devo essere punita in questa storia, principalmente perché devo guardare quell`individuo terribile di nuovo! Senza altra soluzione è stata a testimoniare.

Ha fatto il riconoscimento? Niente!

Ha aspettato, aspettato…. e subito la hanno avvertito che l`udienza era stata annullata e sarebbe trasferita a l`altro anno e giorno stabiliti.

Cosi, cosi…. Esattamente nel giorno dell’anno specifico Mari era lì a testimoniare contra un artista della strada, ops… un artista tra virgolette, davvero un uomo che non l’ha rubato niente appena ha commesso il peccato di dare la noia della menzogna con l’obbiettivo di guadagnare un po’ di soldi senza sforzo. Una rappresentazione senza violenza soltanto recitazione e bugie.

Questa volta lei aspetta e aspetta….  e questa volta erano il truffatore  e il giudice che non sono arrivati e il maledetto incontro è stato trasferito di nuovo nel prossimo anno (era il terzo anno che Mari andava al quel settore della giustizia  a fare il riconoscimento che mai era successo). La citazione era spedita e sempre lei faceva l’andato e ritorno e nulla.

Quando non era il truffatore, era il giudice che non veniva e cosi il processo prolungava in un letargo senza fine, inoltre un ritardo tanto comune nella vita giudiziaria brasiliana. Nel quel momento, lei già odiava tutti giudici, avvocati e pubblici ministeri.

Truffatore

Nel caso del truffatore sentiva un odio mortale, però lo riconosceva come un grande buffone, un bugiardo con talento che voleva ingannare la buona fede delle persone.

Nel frattempo molte acque hanno rotolato nella vita di Mari (come dicono i brasiliani) e a certo punto della vita è stata vittima di una malattia – la depressione. La ultima volta che è stata chiamata per testimoniare, ha incontrato una giudice di dimensioni monumentali di tanto grassa, con i mani grande piena di anello, le spalle larghe, insomma una persona di apparenza rude che in un determinato momento a mandato Mari  “tacere la bocca” perché non era l’ora di parlare, giustificando che lei soltanto poteva parlare quando fosse per rispondere le domande.

Prepotente

Era cosi che quell’autorità prepotente manifestava l`ordine ai suoi dipendenti, in particolare Mari che sembrava un verme a sparire sotto il tavolo che la separava della grande signora. Sì, quella era una povera donna moderna e idealista. Se lei aprisse la bocca di nuovo per raccontare che era lì per aiutare la comunità di non essere ingannata potrebbe essere arrestata per oltraggio di autorità.

Nell’ultima volta, Mari s’impone a partecipare della scena (scherzando) di essere testimonia, dopo quattro o cinque anni di tentativi per arrestare il cattivo della storia del biglietto vincente(una bella truffa).

Coraggiosa

Ha una sorpresa: ha incontrato con una donna, anche coraggiosa, una mercante giapponese che era lì a testimoniare contro al bugiardo perché lei, sì, era caduta nel racconto e ha dato R$ 5000 ( corrispondente a quasi due mille euro ) ai truffatori. Ancora una volta, nulla succede e Mari, spazientita voleva ritirare il suo nome del processo per non testimoniare mai sul caso. Pertanto, è stata a parlare con il difensore pubblico per chiudere la ritirata del nome.

– Io non sono in buona salute. Non voglio più il mio nome in questo processo. Non ho perso niente e sento noia di tanta andata e ritorno senza che accada nulla. Questa maratona mi fa male, ha giustificato lei all’autorità giudiziaria. –

 – Come!, l’autorità giudiziaria ha sottolineato.

Era un uomo elegantemente vestito, con una voce potente, uno stilo “sono massimo e perfetto” cosi in un piedestallo immaginario, solenne e protetto da un tavolo di lavoro che lì separava.

– Coooommmme!”.  In seguita mette il naso all’alto con arroganza, cosi  lasciando le enormi buchi nasali a mostra, accusatori, come uno spettacolo unico.

– Non le credo che non abbia voglia di collaborare con la sicurezza delle persone?”, ha domandato in un tono in che nascondeva una certa minaccia.Una situazione che può succedere a tutti e Lei sta lasciando i criminali impuniti, ha detto di nuovo in tono minaccioso.

Mari non voleva sapere di nulla e insisteva nel fatto di non essere più testimonia nel caso. Dopo un chiacchierare faticoso, da una parte dell’autorità giudiziaria argomentando e d’altro la donna implorando, infine l’uomo della giustizia è stato d’accordo in accettare l’analisi da un dottore e un psicologo sulla salute della testimonia.

Intanto per finire la storia- fino a oggi non è possibile sapere se i truffatori sono arrestati – Mari non ha bisogno di essere più testimonia e mai lei ha voluto sapere sul risultato del processo.

Pedro Malazarte

Una storia cosi tanto bizzarra quanto i personaggi dei fumetti in cui la morale del racconto sono truffe che ricordano i famosi racconti del Pedro Malazarte (opera buffa brasiliana di Camargo Guarnieri, con libretto di Mario di Andrade, che ha debuttato a 1952 nel Rio de Janeiro).

Questa sì era una vera commedia. Mi ricordo del mio padre raccontando e divertendo tutti i figli che se mettevano in cerchio ad ascoltare i battuti sull’uomo rustico e incolto che giocava e scherzava dalla gente senza rubare mai.

Il racconto del biglietto vincente

Infatti, “il racconto del biglietto vincente” è uno spettacolo unico principalmente con l’approccio fatto da Mari – la eroina in cui la benevolenza diventa una cosa stucchevole di tanto ascoltare bugia.

Talento

La prova è precisa: i truffatori hanno talento nell’attuazione. Immagine come loro fanno ogni volta le prove per rappresentare avanti la vittima e come sono connesso tra il gruppo, considerando che mai sono solo in un’azione.

Tanto lavoro per vivere come un truffatore, ciò tanto talento per vivere nella marginalità della vita!

Più famosi

Probabilmente loro sarebbero più famosi approfittando migliore il loro talento dentro di uno spazio culturale o teatro senza correre il rischio di svegliarsi “guardando il sole nascendo quadrato”, ciò dentro di una prigione”

Mari deve al suo angelo protettore che la custodia soprattutto perché vive in Brasile . Un paese del terzo mondo che c’è la soltanto l’immagine del samba , calcio, gioia, ma dove tutto è possibile, anche un cittadino rispettabile che collabora con la giustizia essere trattato come un criminale .

Uno spettacolo

Forse, nello spettacolo vissuto da Mari, il più coerente era il personaggio del commissario in cui l’esperienza l’ha fatto scegliere il camino della divulgazione in Tv perché lo sapeva che era difficile accusare i bastardi direttamente e l’loro attuazione già ha preso le ore del suo sonno a trovare un modo efficace a portarlo al carcere.

Forse per sentirsi impotenti nella sua missione di uomo di legge, ritiene che la divulgazione almeno avvertire che la storia era solo frutto del talento di attori con menti brillanti, comunque marginale, che provando di strada in strada riempieva la loro tasca, ops , no … Non è vero.  Forse hanno rubato la scena.

In realtà, nessuno ha rubato la scena di questo pazzo spettacolo. Sarebbe un successo garantito con tutti nel palco scenico: i truffatori, l’agente senza voglia di lavorare, il commissario ( facile mettere in guardia e dire che non può fare nulla ) , la magistratura trascinando tutti i processi con la pancia, le persone troppo creduloni e ambiziose, per essere completa la squadra fola alla fine orchestrare questa orribile opera – che non è la stessa pura e divertente opera comica di Pedro Malazarte .

E’ divertente, sì, con quella vena acida della triste realtà del Brasile che capisce la buona fede come sinonimo di stupidità e per causa di un sistema giuridico lento e inefficace e che  privilegia i truffatori.

 Bravo! Bravo!

*storia veridica accorsa negli anni 90 con la autrice del sito.

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