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Un riscatto necessario III

Curitiba, Paraná/ Brasil, ai giorni nostri. Ventunesimo secolo.

Egon era troppo affezionato a raccontare le storie dei nostri antenati – erano gli immigrati che hanno lasciato la Silesia tedesca (ora Repubblica Ceca), la Germania e l’Impero Austro-Ungarico, alcuni sono fuggiti della prima guerra, altri che si sono cimentati a guadagnare di più da quanto hanno ricevuto in un’Europa in piena recessione. L’America era un Eldorado, dove l’oro scorreva sul terreno e tutto quello che era piantato cresceva vigorosamente. Un paradiso sulla terra.

Molte bugie e poche verità che hanno cooperato per aumentare la sofferenza e l’adattabilità di questi immigrati che hanno sognato con la prosperità e molte volte pensando che il viaggio era verso l` America del Nord e non al Sud, senza la possibilità di ritornare alla loro patria.

EUA e non Brasile

È fatto storico che la prima nave che è venuta fuori dalla Germania verso il Brasile, molti immigrati pensavano che venivo a San Francisco, in California,EUA, ed erano arrivato dopo tre mesi di viaggio a San Francisco, Santa Catarina, Brasile meridionale. Quando sono partiti, era un inverno europeo e sono arrivati nella tropicale estate brasiliana.

Era con curiosità e attenzione che i figli di Egon hanno ascolttato le storie. Era come se lui raccontasse le fiabe dei famosi fratelli Grimm o i racconti di Sherazade con sue 40 fabie magiche. Però, la grande e la notevole eterogeneità nella storia della mia famiglia, è che non era pura finzione, ma, sì, storie di vita di persone che sono venute a lavorare qui senza sapere cosa si troverebbe ad affrontare in un paese in che la natura era selvaggia e inesplorata.

Weigert Wanke

Così come molti immigrati, i Weigert e Wanke hanno fatto la loro parte nella storia della colonizzazione della regione del Paraná, che si è trasformata nella “terra di tutte le persone” per aver ospitato varie culture etniche. Paraná, Santa Catarina e Rio Grande do Sul hanno ricevuto molti immigrati tedeschi, polacchi, austriaci e italiani, in parte perché il clima di questa regione – il sud del Brasile – era simile a quella dell’Europa e facilitato l’adattamento di nuovi coloni, in altra parte perché l’abolizione della schiavitù ha creato un problema di produzione molto serio nel settore agricola in Brasile e i grandi proprietari stavano perdendo la loro terra e il paese aveva bisogno di crescere e di produrre e anche bisogno di essere colonizzato.

Tuttavia, Hermann Weigert (padre) e Edward Wanke (marito) sono venuti prima di questo processo, non come colonizzatori, poveri, senza formazione di mestiere e con i sogni solo di vivere una vita migliore. Sono venuti come esperti tecnici, per costruire il progresso e rendersi conto che la ferrovia sarebbe il collegamento tra gli altipiani (Curitiba) alla costa (Porto di Paranaguá). Loro erano considerati i lavoratori personale più specializzati e tecnici contrattati per l ‘Impero austriaco.

Ferrovia

Hermann, padre di Marie, nato 1841, in Trachtenberg, nella parte tesdesca della Silesia, ora Repubblica Ceca, è arrivato in Brasile già contrattato dalla società francese per la costruzione della ferrovia, così come il mio bisnonno Edward, che è venuto poco dopo. Hermann è arrivato con l’età di 38 anni e la sua funzione nel lavoro è stata quella di mettere i rivetti usati per mantenere la strutura mettalica dei ponti e cavalcavia.

Edward che è arrivato alcuni anni più tardi, ha servito l’esercito austriaco e quando serviva, ha fatto li un corso di ingegneria militare. Lui è venuto per il Brasile con 21 o 22 anni, contrattato dalla Compagnie des Chemins de Fer brésiliens, società defenita per fare il lavoro di costruzione della ferrovia in Brasile.

Milionario

Hermann diceva che se avesse guadagnato un centesimo per i rivetti che ha messo nelle strutture in acciaio dei ponti costruiti in collina, sarebbe un milionario. Secondo il racconto contenuto nel libro di EnoTheodoro Wanke – Saga di immigrati – per mettere i rivetti nei ponti era necessario almeno quattro squadre di uomini. Due nella fucina, sia nel riscaldamento o sia nel passaggio agli altri per fare i rivetti nella strutura mettalica, un altra maneggiando il soffietto per mantenere la fiamma ad alta temperatura.

“Sul ponte, due uomini erano incaricati da fare i rivetti, un lavorando di fronte all’altro. Il trasporto del rivetto fino loro che dipendeva, ovviamente, dalla posizione che loro occupavano sulla fucina. Se facile di raggiungere, i rivetti erano portati uno per uno, dentro di un secchio, per un quinto lavoratore.

Se in una posizione difficile, quando loro restavano sospeso come ragni in luoghi inaccessibili, i rivetti erano gettati: un uomo con un secchio in mano portava i rivetti e li gettava all`altro che lo prendava nell`aria, anche questo in uno secchio, e dopo passava uno a uno del rivette al lavoratore.

Ponti e viadotti

E questo sconcertante trasporto aereo, potrebbe essere passaggi intermedi in cui i lavoratori, in posizione strategica, prendevano il rivetto caldo con il suo secchio e subito passava avanti, lo gettando all`altro lavoratore. (…). Come potete vedere, è stato essenzialmente un lavoro di fabbro.

Chi guarda quei ponti e quei viadotti fa attenzione dalla grande quantità di rivetti che ostentano. Ci sono migliaia, milioni, disposti regolarmente, bottoni in acciaio unendo una trave all` altra, mantenendo la solidità del tutto ” (…)

La Ferrovia Curitiba- Paranaguá è una delle pìu belle opere d’ingegneria costruita tra le scarpe della Serra do Mar, facendo un percorso che si snoda nella lussureggiante foresta atlantica in Paraná. Lì, ci sono le articolazioni delle mani di Dio e dell’uomo: la foresta e la ferrovia.

Progetto impossibile

Questo edificio, in cui il progetto è stato considerato impossibile da ingegneri francesi e che non è andato avanti nelle mani di un tecnico italiano, i miei antenati hanno participato in parte della concretizzazione, guidata da un brasiliano che ha accettato la sfida e ha creduto nell’impossibile: João Teixeira Soares, che aveva solo 33 anni quando ha iniziato la costruzione della ferrovia. Era un brasiliano procedente dalla regione di Minas Gerais.

Quando restano pronti le opere delle parti più difficili e spettacolari, in cui sono stati costruiti i viadotti più impressionanti, soprattutto Taquaral attaccato nelle scarpe rocciose, progettato in una curva con tre vani liberi di 12 metri,25 metri e 57 metri in totale, il Presidente della Provincia, il Dott. Carlos Augusto de Carvalho, presidente degno di Paraná, ha visitato l`opera.

Mai visto

La visita è stata nel giugno 1884 e il Dr. Carlo ha partecipato a una piccola cerimonia in cui ha espresso i suoi sentimenti in un misto di orgoglio e di trionfo: _ “Gli americani del Sud possono anche dire ora che la parola ‘impossibile’ non fa parte del loro dizionario. Se un yankee rompe il muro di ghiaccio della Sierra Nevada, con la zampa di ferro del cavallo meccanico, noi brasiliani certamente lo facciamo guidare per impraticabilità di equivalente grandezza. ” .

  L`opera è stata inaugurata il 5 febbraio 1885, sebbene il primo treno ad attraversare tutta la linea abbia fatto nel 19 dicembre 1884.

Quindi com’è possibile sentire, il padre di Marie ha partecipato a questo processo che è stato un marchio storico per lo sviluppo del paese. È arrivato in Brasile già sposato in Germania con una tedesca, Anna Pauline, e in quell’epoca già aveva quattro figli. Il primo di questi quattro bambini, nato a Breslau, è stato Marie Weigert, 8 marzo 1871.

Germania

La sua intenzione era di tornare in Germania dopo la costruzione della ferrovia con le tasche piene di soldi. Il progetto era di fare un risparmio e di tornare a vivere nella sua patria.

Purtroppo, questo non è successo perché Anne Pauline ha deciso di vendere tutto in Germania, prendere i bambini e incontrare il marito in Brasile. “Hermann quasi svenne dalla paura quando la vide. Il suo arrivo significava la fine delle speranze di ritorno. E efetivamente è stato così.

 

1 Wanke, Eno Theodoro. A saga dos Imigrantes. Rio de Janeiro: Editora Paquette, 1993. P.107

2 Wanke, 1993, p. 99

3 Wanke, 1993, p. 101

4 Wanke, 1993, p. 108

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