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Quando l’arte non accettava le donne

La Giornata Internazionale della Donna mette nell’ordine del giorno il tema ” le donne” nel mondo dell’arte.

Il ruolo femminile nell’ambito della produzione e fruizione artistica era quasi niente nei secoli precedenti al settecento. Poco si trova di opere fermati per le donne. Era territorio esclusivo degli uomini.

L’italiano Tony Kospan, parla sulla pittura nel femminili e cita fatti interessanti a volte tristi  della storia delle pittrici  che hanno raggiunto un certo nome tra 500 a 900.

Dal XVIII secolo le donne hanno certamente goduto di opportunità maggiori.

Le donne coraggiose come l’artista veneziana Rosalba Carriera (1673-1757), ad esempio, nel bellissimo e provocatorio autoritratto, nel quale l’artista si è celebrata vecchia, contra i costumi dell’epoca, spogliata della parrucca tradizionale, esponendo i capelli grigi. Anche mettendo luce vicino alla testa da significare la forza dell’intelletto nelle donne. Questo autoritratto è conservato dell’Accademia di Venezia.

Rosalba ha vissuto nel settecento – il secolo della Luce(Illuminismo)

Questa informazione  è stata passata a me in una lezione di critica d’arte, nella classe della professoressa e dra, Orietta Rossi Pinelli, alla Sapienza di Roma.

Nella sua tesi, trasformata in un libro, “Le Arti nel Settecento Europeo” (senza traduzione in portoghese), la ricercatrice si rammarica dalla mancanza di dati per l’analisi,sulle produzioni artistiche delle donne negli anni precedenti al settecento.

Le donne nell’arte

Al di là di Rosalba Carriera, Orietta cita anche Giulia Lama, MmeVigée-Lebrun, Angelika Kauffamann, alcuni delle pittori che hanno raggiunto “un certo successo personale, quando non la ricchezza, guadagnando la stima degli intellettuali del tempo”, scrive.

Secondo la ricercatrice italiana, non era facile le donne artiste accedere alle accademie se non erano moglie,figlie o sorelle di artisti uomini. ” E quando riuscivano a entrare, la loro sarebbe stata comunque una carriera dimezzata in partenza, scontrandosi con il divieto di assistere alle lezioni di nudo, esperienza indispensabile per poter attingere le vette della pittura di storia, e quindi ottenere le grandi commissioni pubbliche”.

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Angelika Kauffamnn, foto internet wikipedia
Angelika Kauffmann

Angelika Kauffmann (1741-1807), ad esempio, ebbe il coraggio di opporsi a questa limitazione. “Nel corso del secolo, alcune donne seppero inoltre interpretare ruoli di primo piano; alcune ‘all’ombra della corona, come Mme Pompadour (1721-1764) o Madame du Barry (1743-1793), altre protagoniste assolute della scena europea, come le imperatrice Caterina di Russia (1729-1796) e Maria Teresa d’Austria (1717-1780), tutte hanno vissuto nel secolo dei Lumi. Queste donne hanno usato il loro potere a favore dell’arte e della cultura”.

Così, al visitare il passato si può vedere che non è stata vana la lotta delle donne, a quale sono stati le prime femminista dell’storia dell’arte nell’Occidente.

Loro hanno rotto i tabù di una società esclusivamente maschile. Le donne che si ribellarono contra un destino che aveva come bersaglio: il matrimonio, la maternità, il convento, o una vita inutile nella corte dei nobile.

D’altra parte, in Brasile, l’arte prendeva i primi passi con la corte portoghese installata al Rio de Janeiro. Nessun nome femminile si è distinto in un periodo in cui il paese stava importando artisti dall’Europa per diffondere l’arte.

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